Proprio quando pensavamo che la scrittura a mano sarebbe stata definitivamente archiviata, schiacciata dal frenetico ticchettare delle dita sulla tastiera di un computer ecco che l’arte delle lettere e della scrittura a mano rivive una nuova primavera. Forme, regole, ritmo, armonia, invenzione grafica, ovvero tutto ciò che è calligrafia ha origini lontane nel tempo e… nello spazio.
Nel Sol Levante la calligrafia è una forma di arte che richiede un impegno costante e che in diversi modi può assumere le caratteristiche di un “percorso” che conduce, tramite un perfezionamento tecnico, a un affinamento interiore dell’individuo.
E, proprio in questo senso è da intendersi l’arte dell’artista e calligrafa giapponese Sisyu, dal 11 maggio al 23 giugno in mostra negli spazi della Fondazione Luciana Matalon di Milano per la sua prima mostra personale in Italia. La mostra s’intitola “Satori, la percezione dello spirito”.
Una spiritualità che traspare da molte opere fra cui l’imponente Feasting crow, feasted crow (2017) composta da 6 pannelli (cm 175,5×370) che affronta il tema legato alla vita e alla morte; l’immagine di un corvo intento a nutrirsi allude alla lotta per rimanere in vita e rappresenta la vita stessa in contrapposizione alla morte. Tramite i suoi lavori Sisyu crea un messaggio capace di raggiungere un pubblico internazionale, senza la necessità di conoscere i caratteri giapponesi e i codici calligrafici. Lei stessa parla della sua arte sottolineando come la calligrafia sia, per lei, un modo per trovare la calma nel caos della vita: “Il pennello non è facile da controllare. Hai bisogno di un elevato livello di concentrazione. Quando sei in grado di comandare il pennello, padroneggi quella concentrazione, sei in grado di liberarti da tutto ciò che ti lega. Puoi concentrarti solo su quel momento”.
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