Arte e Mostre

MILANO POP. Pop Art e dintorni nella Milano degli anni ’60/’70

Emilio Tadini
Il desiderio del pittore, 1976, acrilico su tela_come 114x140_
ph. Bruno Bani

Si intitola “MilanoPop. Pop art e dintorni nella Milano degli anni ’60/’70” e vede protagoniste una selezione di opere (molte inedite) firmate da firme della pop art italiana come Valerio Adami, Enrico Baj, Lucio Del Pezzo, Silvio Pasotti, Tino Stefanoni e Giangiacomo Spadari. Fino al 29 maggio, Palazzo Lombardia fa da cornice a una cinquantina di lavori dei principali protagonisti milanesi della Pop Art, movimento che più di ogni altro ha saputo esprimere le icone e le contraddizioni della società contemporanea.

Enrico Baj, Cathérine Desjardins, dite Madame de Villedieu, 1974, collage su stoffa, 146x114 cm
Fernando De Filippi, Cuba-Cuba, 1970, acrilico su tela, 100x100 cm
Giangiacomo Spadari, Metropolitana, 1973, acrilico su tela, 100x100 cm
Gianni Bertini, Questo nottambulo di Zorro (I due astronauti), 1965, tecnica mista su carta, 70x70 cm
Giosetta Fioroni, Gli occhiali, 1968, tecnica mista su tela, 130x85 cm
Lucio Del Pezzo, Mensola oro con sfera rossa e tassello grigio, s.d., tecnica mista su legno, 114x146x7 cm

La collettiva a cura di Elena Pontiggia muove da un panorama della Pop Art italiana con i grandi protagonisti della corrente, da Mario Schifano a Tano Festa, da Mimmo Rotella a Giosetta Fioroni, per poi concentrarsi sull’ambiente milanese con Valerio Adami, Enrico Baj, Paolo Baratella, Gianni Bertini, Fernando De Filippi, Lucio Del Pezzo, Umberto Mariani, Silvio Pasotti, Sergio Sarri, Giangiacomo Spadari, Tino Stefanoni, Emilio Tadini.

L’obiettivo? evidenziare i diversi punti di contatto, ma anche e soprattutto le differenze profonde con la Pop Art americana, indagando come gli artisti italiani, e in particolare milanesi, abbiano interpretato originalmente la tendenza, sullo sfondo di un’Italia inquieta che da un lato conosce il boom economico e dall’altro si avvicina ai tempi bui degli “anni di piombo”.

Mimmo Rotella, Cleopatra Liz, 1963, décollage su tela, 132×135 cm

Tra le opere esposte si segnalano l’ironico décollage di Rotella Cleopatra Liz (1963), che rimanda ai manifesti dei grandi kolossal cinematografici; la Palma di Schifano dei primi anni ’70; Gli occhiali (1968) dalla serie degli argenti di Giosetta Fioroni. Venendo al panorama milanese, ecco gli antropomorfici collage di Baj, tra cui l’inedito Cathérine Desjardins, dite Madame de Villedieu del 1974; il visionario Questo nottambulo di Zorro (I due astronauti) del 1965 di Bertini; il metafisico Archeologia con De Chirico del 1972 di Tadini. E, ancora, Stefanoni propone un inventario di oggetti quotidiani nella loro disarmante ovvietà, come Gli imbuti (1970) e I flaconi (1969), quest’ultimo esposto per la prima volta. Ecco infine i lavori ispirati a temi politici e sociali come Il giorno della presa del 1970 di Baratella; Cuba-Cuba del 1970 di De Filippi; Il grande prestigiatore (Le avventure di Nessuno) del 1967 di Sarri; Gli oggetti ci guardano e passano del 1970 di Umberto Mariani; Garibaldi e sua figlia Clelia del 1975 e l’inedita Metropolitana del 1973 di Spadari.

Evento collaterale che accompagna per tutta la sua durata “MILANO POP”, la mostra tematica CINEMA POP alla Galleria Robilant+Voena, in collaborazione con l’Associazione Sergio Sarri e l’Associazione Giangiacomo Spadari.

INFO
MILANO POP. Pop Art e dintorni nella Milano degli anni ’60/’70 
Spazio Espositivo di Palazzo Lombardia, via Galvani 27, Milano
4 aprile – 29 maggio 2019

Orari lunedì-venerdì ore 11-19; sabato-domenica ore 15-19; chiuso Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile e 1 maggio

Ingresso libero

 

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