Scoperta una pericolosa nuova isola di plastica che sta invadendo il Mediterraneo

Noi di Fortementein siamo molto sensibili al tema dell’ambiente e alla sua salvaguardia, per questo motivo siamo rimasti davvero con l’amaro in bocca quando abbiamo appreso la notizia che una nuova pericolosa isola di plastica si trova proprio a casa nostra, nel Mediterraneo, precisamente tra l’Isola d’Elba e la Corsica. Ciclicamente si forma un’enorme isola di plastica lunga decine di chilometri e composta da tonnellate e tonnellate di rifiuti, e indovinate un po’ da dove arrivano tutti questi rifiuti? Dall’ultilizzo sconsiderato della plastica monouso e dalla nostra inciviltà.

La scoperta è stata fatta dall’Institut français de recherche pour l’exploitation de la mer (Ifremer), che l’ha resa nota la notizia nei giorni scorsi: spiegano che la formazione di quest’isola di plastica è cronica, questo significa che si forma a seconda delle correnti del mare. In pratica le correnti del Mediterraneo nord-occidentale si muovono in modo che l’acqua ripieghi lungo la costa italiana e, quando arriva all’altezza dell’Isola d’Elba non riesce a passare e si sposti verso la Corsica, quando questo avviene, i rifiuti si accumulano, anche per decine di chilometri. L’isola di plastica dunque si forma ciclicamente, dura qualche settimana, o al massimo due o tre mesi, e poi si scompone nuovamente nel mare, prima di riformarsi.

François Galgani, capo dell’Institut français de recherche pour l’exploitation de la mer a Bastia, ha dichiarato che il fenomeno “è permanente nell’Oceano, dove si parla appunto di continente di plastica”, mentre nel Mediterraneo “le correnti sono più forti, e le zone di convergenza della plastica sono di dimensioni più piccole e generalmente durano solo pochi giorni o pochi mesi”.

Magra consolazione visto che in qualsiasi caso questi agglomerati di plastica sono estremamente inquinanti e pericolosissimi per la fauna marina che spesso muore perché intrappolata nei rifiuti o soffocata dall’aver ingerito plastica, come per le tartarughe marine che possono confondere la plastica con le meduse e ingerirle, l’80 per cento delle tartarughe del Mediterraneo sono state trovate con rifiuti nello stomaco.

Dobbiamo prendere coscienza di questo problema e iniziare a ridurre drasticamente l’utilizzo della plastica sostituendola con prodotti riutilizzabili, oltre al fatto che di buona educazione dobbiamo perdere il vizio di lasciare sulle spiagge i nostri rifiuti, troppo spesso sulle spiagge si trovano montagne di spazzatura e questa è superficialità e noncuranza.

Per combattere la proliferazione dei rifiuti di plastica, l’Unione europea ha approvato a maggio una direttiva che vieta, a partire dal 2021, la vendita di una serie di prodotti in plastica monouso come forchette, coltelli, cucchiai e bacchette, i piatti di plastica monouso, le cannucce di plastica, i bastoncini cotonati fatti di plastica, i bastoncini di plastica per palloncini, le plastiche ossi-degradabili e i contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso.

La norma approvata dall’Europarlamento il 27 marzo 2019 e dal Consiglio Ue il 21 maggio impone una raccolta del 90 per cento per le bottiglie di plastica entro dieci anni, e impone che entro il 2025 il 25 per cento delle bottiglie dovrà essere composto da materiali riciclati. A partire dal 2030 poi la quota dovrà salire al 30 per cento.

Saranno inoltre messi al bando i prodotti di plastica monouso per i quali sono facilmente disponibili soluzioni alternative. Tutti questi prodotti dovranno essere fabbricati esclusivamente con materiali sostenibili, mentre per quegli articoli per cui non esistono alternative valide verrà chiesta la riduzione d’uso.