Arte e Mostre

Banksy ha aperto un negozio a Londra dove non si può entrare. L’ennesima provocazione dell’artista

Ogni volta che vi capita di pensare, ah ecco vedi, lo sapevo, anche Banksy si sarebbe piegato al capitalismo e alla mercificazione dell’arte! State sbagliando perché tutto quello che fa è pura provocazione. È infatti sì vero che ha “aperto” un negozio nel quartiere di Croydon, a sud di Londra, all’interno in un locale dove prima vendevano tappeti e moquette, il “Gross Domestic Product”, lo ha allestito come un vero e proprio rivenditore di suoi oggetti e resterà aperto solo per due settimane.

(Chris J Ratcliffe/Getty Images)

È anche vero che le vetrine che danno sulla strada sono piene di sue iconiche opere d’arte e non, da palle da discoteca realizzate con elmetti antisommossa della polizia usati a cuscini con la scritta “La vita è troppo breve per ricevere consigli da un cuscino”, da tappeti ispirati alla mascotte dei cereali Kellogg’s a un gioco per bambini con figure di migranti da carica su un camion, a tazze e t-shirt decorate con le principali opere dell’artista fino ad aver esposto anche il giubbotto antiproiettile realizzato per il rapper Stormzy, che ritrae una Union Jack stilizzata, sulla quale campeggia la scritta “Prodotto interno lordo”, come fosse un articolo in vendita. Il cartellino di accompagnamento recita: “Una versione del gilet inglese da uomo “John Bull” aggiornata per i tempi moderni. Questa armatura personalizzata è in grado di fermare proiettili fino a calibro .45 ed è completamente a prova di pugnalata. Come indossato da Stormzy al festival di Glastonbury (perché è molto pericoloso lì). Eppure non lavabile in lavatrice [sic]. Firmato. Edizione di 5 più 2 A / P”. C’è anche un link a un sito web grossdomesticproduct.com

Il punto chiave che trasforma la mossa commerciale in installazione è che nel negozio non si può entrare, non è un vero nesercizio commerciale ma l’ennesima provocazione dell’artista che, come spiega nel comunicato appeso in vetrina, ha dichiarato di aver aperto per motivi legali.

Banksy, che ha rivendicato il tutto sul suo account Instagram, ha spiegato che un’azienda che vende cartoline di auguri sta cercando di appropriarsi dei diritti commerciali esclusivi del nome “Banksy” e secondo i suoi avvocati vendere a sua volta prodotti al pubblico avrebbe aiutato a vincere il contenzioso. Mark Stephens, un avvocato esperto di diritto dell’arte che sta dando aiuto a Banksy, ha spiegato al Guardian che secondo le leggi commerciali, se un certo marchio non viene usato a fini commerciali per un certo periodo di tempo può essere reclamato da altri e per questo Banksy ha dovuto produrre oggetti di ogni tipo con il suo marchio.

Quindi ora vi chiederete, ma quindi li posso comprare o no questi oggetti? Ma certo che si, Banksy è un provocatore, mica uno scemo, tutti gli oggetti saranno in vendita attraverso un negozio online che sarà aperto a breve, sempre come riportato nel comunicato e i ricavati della vendita degli oggetti saranno usati per comprare una nuova nave per la Ong Open Arms, che opera da tempo nel Mediterraneo per soccorrere i migranti. Un ennesimo plauso per lo street artists più giusto che ci sia!

Recent Posts

Robert Eggers trasforma “A Christmas Carol”: un Natale inquietante diretto dal maestro del brivido

Il regista di Nosferatu firma un adattamento cupo del classico Dickens con Willem Dafoe nel…

%s giorni fa

Superman avrà una scena post-credits ben studiata da James Gunn: non un teaser forzato ma un momento potente

Il regista DC promette un finale extra “a sorpresa” che emozioni senza scaricare spoiler su…

%s giorni fa

Elio: il nuovo film Pixar tra risate e avventure spaziali | In arrivo al cinema il 18 giugno 2025

In arrivo nelle sale italiane il 18 giugno 2025, Elio si prepara a trascinare il…

%s giorni fa

The Last of Us 3, le novità sono clamorose: cambia volto e cuore | La storia riparte da Abby, ma Ellie resta centrale

La nuova stagione della serie HBO promette colpi di scena, vendette incrociate e una guerra…

%s giorni fa

Romería chiude la trilogia di Carla Simón: viaggio doloroso nelle radici familiari tra silenzi e redenzione

La regista di Alcarràs torna a Cannes con una storia intima che unisce vergogna, identità…

%s giorni fa

The History of Sound: Paul Mescal e Josh O’Connor in un dramma d’amore che non riesce a far vibrare le emozioni

Il film di Oliver Hermanus, presentato in concorso a Cannes 2025, propone un’estetica impeccabile ma…

%s giorni fa