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L’incredibile storia dell’isola delle rose, la recensione del film di Sydney Sibilia

Approda su Netflix l’ultimo film di Sydney Sibilia, L’incredibile storia dell’isola delle rose basato sulla storia vera di Giorgio Rosa e della piattaforma, denominata poi Isola delle rose che costruì tra il 1967 e 1968 e che divenne micronazione il 1º maggio 1968 e demolita nel febbraio del 1969.

La storia è appunto quella del giovane ingegnere Giorgio Rosa (Elio Germano) il quale stanco di uno stato che sembra limitarlo in ogni sua iniziativa decide di costruire una piattaforma al largo di Rimini in un punto fuori del confine nazionale dove tecnicamente nessuno può impedirgli nulla.
Ben presto l’Isola delle rose, come si chiamerà il luogo diventa meta di balneazione per migliaia di persone e quando il primo maggio 1968 viene dichiarata stato indipendente molti cittadini italiani fanno richiesta di cittadinanza.
Tutta la vicenda diventa un affare di stato mediatico che coinvolge sia l’opinione pubblica che l’allora governo Leone, tanto che Giorgio si recherà alle Nazioni Unite per essere riconosciuto ufficialmente come nazione indipendente.

Per darci un’idea del tipo di film che abbiamo davanti basta pensare alla serie Smetto quando voglio, togliere la chimica e inserire l’ingegneria meccanica ma in sostanza l’espediente narrativo è lo stesso. Un ragazzo che vuole cambiare il mondo, farlo a misura dei propri sogni si pone ai margini della legge per mettere in pratica il suo progetto; il tutto senza infrangere ufficialmente alcuna legge.

Gli amanti del vintage e della musica anni ’60 – ’70 apprezzeranno i costumi e alcuni tra i brani più famosi del periodo. L’interpretazione sempre eccellente di Elio Germano alza di parecchio il livello del film che nel complesso è gradevole. Una visione leggera che stuzzica la nostalgia di questi tempi strani facendoci divertire senza troppe pretese.

Una delle cose interessanti è lo sguardo alla politica del tempo e alla classe dirigente italiana, qui presa in giro e raccontata attraverso siparietti comici che sono la vera chicca del film, in perfetto stile Smetto quando voglio. Se quindi avete apprezzato la trilogia di Sibilia che strizzava l’occhio a Breaking Bad apprezzerete anche L’incredibile storia dell’isola delle rose.

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