Le due performance nascono dall’imprescindibile importanza dei documenti storici e dei piccoli dettagli che indicano in che direzione va la Storia, vogliono sottolineare la necessità e il valore di una memoria attiva e partecipata. Senza memoria attiva la Storia contenuta nei documenti rimane “senza lettori”. Senza un interesse verso i frammenti grandi e piccoli del passato i documenti corrono il rischio di tornare nel silenzio del tempo. La scelta di preservare nei testi solo le lettere modificate dai nazisti cancellando le altre e rendendoli illeggibili, vuole suggerire i potenziali effetti del cancellare e riscrivere passato, presente e futuro.
Le opere Nordpol e 22.03.1933 parlano di distanze tra le persone, di comunicazione in tempi difficili, di lettere inviate ai propri cari con il timore che non saranno mai lette.
Attraverso persone, fatti storici e luoghi, queste opere parlano della memoria, della sua fragilità e della cura che necessita per non svanire.
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