Cinema

Old: il tempo come nemico e cura nel nuovo film di M. Night Shyamalan

Adattamento cinematografico della graphic novel Castello di sabbia di Pierr-Oscar Levy e Frederick Peeters, Old è il nuovo film di M. Night Shyamalan, regista estremamente polarizzante che con le sue opere dalla qualità altalenante spacca sempre in due il pubblico e la critica. In Old seguiremo la storia della coppia Guy (Gael Garcia Bernal) e Prisca (Vicky Krieps) che, in vacanza in un esclusivo resort, andranno su una spiaggia assieme ad altri bagnanti, dove scopriranno che in quel luogo il tempo scorre in maniera diversa.

Old si colloca in una via di mezzo nella filmografia di Shyamalan, non il peggiore (vedi Lady in the water o L’ultimo dominatore dell’aria) ma neppure il migliore (come Il sesto senso e Unbreakable), con scelte stilistiche che da un lato lasciano a bocca aperta per la raffinatezza, come il giocare con le sfocature e il sonoro per restituire il senso di sordità e cecità dei personaggi, e dall’altro lasciano a bocca spalancata per la bruttezza e l’esagerazione, come l’estrazione di un tumore con un coltellino svizzero che farebbe sbiancare lo stesso MacGyver.

Grande amante di Hitchcock, Shyamalan sa come giocare con la tensione e la sorpresa, rendendo l’horror il genere in cui si giostra meglio e lo dimostra, seppur in maniera altalenante, anche in Old, con scene dalla tensione altissima, durante le quali lo spettatore stringerà i braccioli della poltrona, ma con altrettante scene esagerate che vanno a raffreddare quella suspense creata con tanta maestria. Il problema principale del film è che la scoperta dello scorrere alterato del tempo avviene in maniera rapida e forse prematura, lasciando al resto dell’opera soltanto interazioni sociali tra i personaggi che sembrano curarsi e non curarsi della faccenda (qui, chi impazzisce sulla spiaggia è perché era già pazzo).

Il rapporto dei personaggi con lo scorrere accelerato del tempo dà qualche spunto di riflessione, ma non si spinge a livelli eclatanti, concentrandosi maggiormente su un isterismo collettivo utile al mantenimento costante di una tensione che invece risulta altalenante, conducendo a un finale riassumibile in una sola parola: pessimo. Dai toni inutilmente buonisti, il finale rovina tutta l’atmosfera e il colpo di scena finale riguardante la spiaggia (se il film si fosse fermato a quel punto avrebbe guadagnato tantissimi punti), degenerando in un qualcosa di patinato che sembra uscito dai peggiori finali dei film per ragazzi degli anni ’80.

Per concludere, Old non è un film brutto, ma di certo non brilla come altri dello stesso regista, restando un’opera godibile, con un buon livello di tensione e tratti horrorifici, toccando sia punti molto alti che molto bassi, che merita di essere visto anche perché, come già detto, essendo Shyamalan una figura fortemente polarizzante, questo Old potrebbe diventare anche il nuovo film preferito di molti.

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