Arte e Mostre

Francesca Leone in mostra alle Gallerie d’Italia: Ulteriori gradi di libertà, nella città che resiste

Francesca Leone è protagonista della stagione autunnale delle Gallerie d’Italia di piazza Scala con la mostra personale Ulteriori gradi di libertà, nella città che resiste, a Milano fino al 7 novembre 2021.

La mostra è curata da Andrea Viliani, ex direttore del Museo MADRE di Napoli e ora impegnato al Castello di Rivoli e al Parco Archeologico di Pompei. La sua scelta curatoriale fa incontrare le sculture e le installazioni di Francesca Leone, artista romana, con la città di Milano e gli spazi e alcune opere della collezione di Banca Intesa Sanpaolo.

Ad accogliere questa personale è la “Sala delle colonne” delle Gallerie d’Italia: un ambiente molto caratteristico, meno monumentale di quelli che la precedono, ma fortemente vincolato dalla presenza di colonne in pietra e ghisa. La mostra di Francesca Leone è quindi un progetto site specific, pensato per entrare nella sala senza nasconderla o snaturarla, mettendo in dialogo le opere con lo spazio.

Queste sono grandi installazioni di lamiera, cemento, ferri che si intrecciano con le colonne. Sono i materiali di scarto che la città lascia dietro di sé quando cresce e cambia repentinamente. L’artista raccoglie le lamiere abbandonate dai cantieri smontati e le ricuce, le salda, ci agisce sopra con la pittura. Rende questo scarto protagonista di qualcosa di nuovo e artistico.
La lamiera serviva a nascondere l’imperfezione e la non finitezza dei lavori in corso. A lavori conclusi, la città si sente bella e vanitosa di un nuovo pezzo scintillante, e può quindi liberarsi di quel guscio ormai brutto e inutile.

L’opera di Francesca Leone restituisce dignità a questi scarti dell’organismo urbano, li rende liberi di essere nuovamente qualcosa di compiuto. Troviamo un enorme rotolo di lamiera e vernice srotolato e attorcigliato attorno alle colonne della sala, creando di fatto un ambiente nuovo, una nuova architettura apparentemente leggera. Oppure il vecchio controsoffitto crollato da una casa di parenti diventa un pavimento, il “Ritratto di famiglia”.

O ancora, il “Rilievo con circuiti”: una grande lamiera solcata da un fregio di rifiuti elettrici ed elettromeccanici, come pietre preziose incastonate nella roccia o come le modanature di un antico altare monumentale. Il rifiuto del nostro consumismo e della comunicazione frenetica diventa possibilità di bellezza.

Francesca Leone, “Senza titolo”, 2019, Olio su lamiera in ferro di recupero, circuiti elettronici, cavi elettrici, 53x201cm
Ph. credits Stefano D’Amadio
Courtesy l’artista e Magazzino d’Arte Moderna, Roma

Ma si tratta sempre di materiali scartati, rifiuti, qualcosa che buttiamo costantemente via o sottraiamo alla vista. Il gesto di creare con questi elementi un’architettura nuova che si intreccia con quella della città, senza negarla o combatterla, è un gesto di resistenza e riflessione. Se è vero che la città “sale” e si allarga sempre di più, si fa sempre più digitale, vorace comunicatrice e oggetto stesso di comunicazioni immediate, tutto questo ha un prezzo, che spesso fingiamo di non vedere e di non dover pagare. Il curatore Viliani spiega, infatti, che nel lavoro di Francesca Leone c’è una forte sensibilità ecofemminista.

Ugo La Pietra, “Dai gradi di libertà: recupero e reinvenzione”, 1975, collage di fotografie e matita su carta, 50 x 50 cm, Collezione Intesa Sanpaolo
Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Paolo Vandrasch, Milano

Il titolo della mostra, Ulteriori gradi di libertà, nella città che resiste, prende spunto da un’opera di Ugo La Pietra: “Dai gradi di libertà: recupero e reinvenzione”, del 1975, che apre la mostra. L’opera di questo artista e architetto riflette sulla dicotomia fra la “città che sale” in tutta la sua magnificenza, come diceva Umberto Boccioni della Milano di inizio Novecento, e gli scarti lasciati indietro. Il progetto di La Pietra prevede il recupero di questi scarti per ricucire lo strappo che gli abitanti della città sono costretti a vivere.

Mimmo Rotella, “Senza titolo”, 1948, tecnica mista su compensato, 50 x 40 cm, Collezione Intesa Sanpaolo
Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Paolo Vandrasch, Milano

L’artista romana ha scelto di porsi in dialogo anche con un’opera di Mimmo Rotella, sempre dalle collezioni delle Gallerie d’Italia. Si tratta del retro d’affiche “Senza titolo” del 1948: il retro strappato di un manifesto, su cui rimangono invischiate nella colla le tracce della vita e degli elementi urbani, diventati elementi della comunicazione di manifesti e locandine.

Entrambe queste opere spingono Francesca Leone a riflettere sul recupero dei materiali e sulla loro estetica. Questa non è, però, fine a sé stessa, ma impone una riflessione anche sul futuro nostro e dell’ambiente.

Gli “ulteriori gradi di libertà” a cui ci invita la mostra sono gli spunti e le letture alternative che possiamo avanzare noi abitanti e utilizzatori della città. Una città che, anche se smart e digitale, continua a produrre detriti abbandonati alla perdita di funzione e lì intrappolati. Francesca Leone li libera per noi.

INFO:

Francesca Leone. Ulteriori gradi di libertà, nella città che resiste
a cura di Andrea Viliani
Gallerie d’Italia
piazza della Scala, Milano
fino al 7 novembre 2021

Orari
Martedi – domenica 9,30-19,30 (ultimo ingresso alle 18,00). Lunedì chiuso.
Gli orari potranno subire delle variazioni in base all’evoluzione dell’emergenza sanitaria in corso, pertanto è consigliabile consultare il sito per aggiornamenti.

Ingresso
Fino al 3 ottobre 2021: Intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridotto speciale 5 euro per clienti del gruppo Intesa Sanpaolo e under 26, gratuito per convenzionati, scuole e minori di 18 anni.
Dal 3 ottobre al 7 novembre 2021: Ingresso intero euro 5,00, ridotto euro 3,00; gratuità per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo.

www.gallerieditalia.com
info@galleriesitalia.com
Numero verde 800.167619

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