Timothée Chalamet, il più famoso attore al mondo e quella terribile solitudine. Il racconto commovente

Attualmente Timothée Chalamet è sula cima del mondo, uno degli attori più amati e più apprezzati da critica e pubblico, nella sua carriera ha lavorato molto e duramente per raggiungere traguardi incredibili. 

A soli 27 anni ha già girato e preso parte a 25 film, tra cui alcuni come comparsa e molti come protagonista. Proprio per la promozione del suo ultimo film Bones And All, girato con il regista e amico di sempre Luca Gadagnino ha fatto tappa in Italia dove ha fatto impazzire i fan che a Milano hanno letteralmente assaltato le vie del centro per poter avere un brandello di questo fenomeno chiamato Chalamet.

Quello che sicuramente ha lasciato il pubblico senza parole è stata la sua apparizione domenica sera da Fabio Fazio a Chi tempo Che Fa, dove il giovane attore, insieme a Guadagnino sono stati protagonisti di una bella e profonda intervista, dove non sono mancati alcuni momenti estremamente divertenti.

Il sorriso di Timothée è ipnotico, mentre altri sono apparsi profondamente malinconici, allo stesso tempo il suo sguardo racconta il vissuto dei giovani di oggi e della grande solitudine che portano nel cuore, Timothée ha raggiunto la grande popolarità, ma nelle sue parole si trova una narrazione di profonda umiltà.

Timothée Chalamet, la solitudine, l’emarginazione e il Covid

Durante l’intervista con Fazio, raccontando proprio la trama di Bones And All, il conduttore italiano gli ha domandato quale fosse la metafora del film rispetto alla solitudine e la sua risposta ha lasciato tutti senza parole.

L’attore racconta in modo vivido un profondo dolore di questa generazione, “È un film che abbiamo sviluppato durante il Covid, tutti nello studio si sentivano isolati e emarginati, tagliati fuori dalle connessioni con le persone che amano, come la famiglia e gli amici e soprattutto per i giovani ha avuto un grande impatto, considerato anche quello che sta vivendo il pianeta con il surriscaldamento globale”.

Poi prosegue, “Le persone, soprattutto i giovani si sentono isolati, molti di noi e questo film ne è la metafora”.

Nei suoi occhi si vede chiaramente la sofferenza di una situazione che lo ha profondamente colpito e nonostante il grande successo ottenuto negli ultimi anni, l’isolamento è un tema con cui ancora sta facendo i conti, nonostante il profondo e quasi ossessivo affetto che gli restituisce giornalmente il pubblico di tutte le età.

Timothée Chalamet ringrazia anche dal profondo del cuore colui che ha contribuito a creare questo fenomeno a livello mondiale, proprio il regista italiano Luca Guadagnino con il quale ha girato il film diventato iconico “Chiamami con il tuo nome” che è valso al giovane attore diversi premi, tra cui l’Oscar come migliore attore.

“Senza Luca non avrei potuto fare quello che ho fatto, dopo tutte le difficoltà, i provini lui mi ha dato il ruolo di Elio nel film ‘Call Me By Your Name’ e poi quello di Lee in questo film. Per me è stato un mentore è un uomo fantastico e anche un grande amico. È la mia roccia”.

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