Cinema

L’amante di Lady Chatterley: la rivoluzione sta nelle donne. Recensione

Emma Corrin e Jack O’Connell brillano nell’adattamento dell’omonimo romanzo di D.H. Lawrence, uscito su Netflix il 2 dicembre.

L’Inghilterra è scossa dalla Prima guerra mondiale quando Connie Reid (Emma Corrin, “The Crown”), giovane donna dei ceti alti dalle vedute progressiste, sposa Sir Clifford Chatterley (Matthew Duckett), baronetto che poco dopo il matrimonio deve tornare al fronte. Clifford esce paralizzato dalla guerra, costretto su una sedia a rotelle, e i due coniugi si trasferiscono in campagna, nella tenuta di Wragby Hall.

Qui Connie si ritrova a dover fare da badante, più che da moglie, a un Clifford concentrato solo sulle proprie ambizioni letterarie, e che non sembra conscio di star sciupando tutta la giovinezza della moglie, la cui energia e vitalità risentono della lontananza da Londra.

Clifford desidera un erede, e lo desidera talmente tanto da proporre un patto alla moglie: le suggerisce di prendere un amante, non per il suo piacere, ma solo per riuscire a rimanere incinta. La reazione di Connie, scioccata e anche un po’ arrabbiata, mostra tutta l’onestà del suo amore per Clifford.

Ma quando conosce il giovane e prestante guardiacaccia Oliver Mellors (Jack O’Connell, “Skins”), per Connie si apre un mondo. Inizia una sempre più passionale relazione con Oliver, e finalmente capisce cosa significa essere giovani e innamorati. Immersi nella loro beatitudine, i due non si rendono conto che intanto, intorno a loro, i pettegolezzi circolano e li travolgono.

Il libro ha una storia particolarmente importante: pubblicato in forma privata nel 1928 e solo in Italia per via del contenuto ritenuto scandaloso, è stato poi messo al bando per oscenità in tutta Europa. Ha rivisto la luce solo nel 1960, trent’anni dopo la morte dell’autore, in seguito a un processo in cui la casa editrice è risultata vincitrice: il contenuto letterario dell’opera è stato infatti ritenuto più importante della sua paventata oscenità.

Anche grazie a questo processo, il libro è diventato un simbolo di libertà.

Al giorno d’oggi è difficile che un romanzo del genere riesca a suscitare lo stesso tipo di scandalo suscitato all’epoca. Che cosa resta, allora, di rivoluzionario? Che cosa può rendere omaggio alla sovversione dell’opera? La riposta è da ricercare nella centralità del piacere femminile. Non solo per via della vicenda in sé, ma soprattutto grazie al lavoro della regista, Laure de Clermont-Tonnerre.

Negli ultimi anni si è sviluppata nel cinema la teoria del “female gaze”, lo sguardo femminile, per cui i personaggi femminili non sono più semplici elementi da guardare come oggetti. Sono ciò che muove la storia, e tutto si svolge attraverso il loro punto di vista. È naturale, dunque, che il mondo in cui queste donne vengono raffigurate cambi. Adesso sono loro a portare avanti l’azione, hanno ciò che viene chiamato “agency”, non subiscono gli eventi ma li fanno accadere.

La Connie di Emma Corrin è particolarmente imponente sotto questo aspetto. È lei a fare la prima mossa con Oliver, non ha paura di usare parole dure per chiedere ciò che vuole. E a un certo punto ci si dimentica che si tratta di un uomo e una donna, perché rimangono solo due esseri umani eguali, senza che uno prevalga sull’altro.

Ma le differenze tra Connie e Oliver ci sono eccome, e tutti gli altri personaggi sono lì a ricordarcelo. Clifford propone alla moglie di prendere un amante, purché del suo stesso ceto sociale. Il conflitto di classe è uno dei temi fondamentali: lo scandalo, ne “L’amante di Lady Chatterley” è tanto sessuale quando sociale.

L’idillio romantico è frammentato dallo sguardo preoccupato di Mrs Barton, l’infermiera di Clifford (interpretata da Joely Richardson, che nel 1993 aveva interpretato proprio Lady Chatterley nella miniserie della BBC). Ma sarà lei, infine, a legittimare questo amore in mezzo a tutti i pettegolezzi.

La performance di Corrin e O’Connell è brutalmente onesta, dando forza a una vicenda che sarebbe ben poco senza la credibilità dei due protagonisti. Insieme, sempre insieme, si mettono a nudo per portare sullo schermo quella che, nella sua essenza, una volta spogliata di tutto, è una storia di ribellione, di risveglio sessuale, d’amore.

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