I “cattivi” di Napoli battono Cattivissimo Me di Disney; incredibile ma vero. Il film rivelazione del momento è un piccolo miracolo napoletano di animazione, e non solo, che ha sbancato nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia e al box office. Stiamo parlando di “Gatta Cenerentola”, rilettura post-moderna-digitale-3D ( e soprattutto low cost) e versione noir della favola, prima orale, e poi trascritta nel XVII secolo da Giambattista Basile.
Crudeltà, atmosfere dark, omicidi e traffici illeciti sono i protagonisti del film a firma di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone.
La storia è tutt’altro che sognante. Di scena una Cenerentola, affetta da mutacismo, cresciuta in un’enorme nave chiamata “Megaride” nel porto di Napoli, che ha l’abitudine di nascondersi nei suoi condotti d’aria e per questo soprannominata Gatta Cenerentola.
Suo padre, armatore e scienziato, è morto portando con sé nella tomba i segreti tecnologici della nave, in grado di registrare qualsiasi cosa accada al suo interno e di riprodurla sotto forma di ologrammi, e il sogno di una rinascita del porto della città. Così la ragazzina vive con una matrigna cattiva di nome Angelica e le sue sei, a dir poco perfide, figlie.
Unica speranza per Napoli sembra essere Salvatore Lo Giusto, detto ‘o Re, trafficante di droga che, d’accordo con la matrigna, di cui è l’amante, sfrutta l’eredità dell’ignara Cenerentola per fare del porto di Napoli una capitale del riciclaggio.
In scena lo scontro epocale tra la miseria delle ambizioni del presente e la nobiltà degli ideali del passato. Film sì. cartone animato per giunta ma con una vena di realismo quasi inquietante che nasce dalla volontà di essere un monito contro le storture e gli stereotipi che accompagnano Napoli e le sue molteplici anime.
Il cast di attori che ricoprono il ruolo di doppiatori è stellare e vede Alessandro Gassmann, Maria Pia Calzone, Massimiliano Gallo e Renato Rigiello prestare la propria voce per dare vita ai personaggi animati di questa pellicola vincitrice del Premio Speciale Francesco Pasinetti 2017 per “la capacità di rileggere Basile e De Simone, di fondere in una fiaba nera dai riflessi steampunk la proverbiale miseria e nobiltà di Napoli e di far fronte con un poderoso immaginario e un abbacinante ventaglio cromatico a un budget non faraonico. Gatta Cenerentola traccia la strada per un possibile e concreto (ri)fiorire del cinema danimazione italiano”.
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