Serie TV

Stefano Orlandi al Teatro Manzoni con Roba minima, s’intend!

Ho visto per voi Roba minima, s’intend! Spettacolo con Stefano Orlandi della compagnia Atir Teatro Ringhiera, ospitata per l’occasione dal Teatro Manzoni.

L’aggettivo più adatto a descrivere questo concerto malincomico è meneghino.

Io vivo a Milano, ma non ci sono nata. Qui sono diventata (quasi) adulta, ma non ci sono cresciuta. So cos’è una cadrega e anche un magutt, ma non capisco il dialetto milanese. Tutto questo, però, non ha alcuna importanza.

Lo spettacolo è meneghino, ma non c’è stato bisogno di essere un meneghino doc per goderselo. Milano città aperta: accoglie tutti e tutti fa sentire a casa. Così come hanno fatto Stefano Orlandi e l’orchestra minima con cui ha diviso il palcoscenico. Non sempre riuscivo a capire cosa stessero dicendo, eppure ho avuto la sensazione che parlassero proprio con me.

Orlandi ha cantato solo canzoni di Enzo Jannacci. Jannacci è sì milanese, il più milanese di tutti. Le sue canzoni sono ambientate tra Rogoredo e via Canonica, utilizza un idioma che assomiglia all’arabo pur venendo dal nord, racconta di case di ringhiera e bagni all’idroscalo. Ma non c’è bisogno di averle vissute sulla propria pelle per comprendere certe cose. Non serve neppure capire bene cosa dice per ridere del vecchietto asfissiato dall’ambiente condominiale, né per commuoversi di fronte al suicidio di un padre di quattro figli.

La letteratura nasce locale ma quando si innalza a poesia acquista carattere universale. I testi di Walter Valdi, Beppe Viola, Franco Loi e Giovanni Testori comunicano a chiunque, senza aver bisogno di spiegarsi. È stato bello scoprirli e riscoprirli grazie alla sentita interpretazione di Stefano Orlandi. È stato bello seguire il loro corso mentre, quasi senza che ce ne accorgessimo, ci accompagnavano dentro una tragicomica canzone di Jannacci.

Milano è una grande famiglia. E ne ha avuto l’aspetto a spettacolo finito, quando siamo rimasti tutti lì, attori compresi, anche se si era fatto tardi. Un lungo pranzo sfociato in caciara: l’intera platea a urlare “Vengo anch’io no tu no!”, a ridere di sé, a far sfoggio della propria goffa conoscenza musicale.

Non sono nata a Milano, ma quando vivo momenti come questi, sono felice di averla scelta come mia città.

Roba minina, s’intend! prevedeva una sola replica, ma la collaborazione tra Atir Teatro Ringhiera e Teatro Manzoni non si ferma qui. Tenete d’occhio il palinsesto per non perdervi i prossimi appuntamenti.

Roba minima, s’intend!

di Stefano Orlandi

con Massimo Betti – chitarra, Stefano Fascioli – contrabbasso, Giulia Bertasi – fisarmonica

Recent Posts

Silent Friend, l’enigma di Ildikó Enyedi tra filosofia, natura e silenzi che inquietano | In corsa a Venezia

Tony Leung e un ginkgo millenario al centro di un film che divide per radicalità…

%s giorni fa

Il Mostro, la serie Netflix che ricostruisce uno dei casi più oscuri d’Italia | Presentata a Venezia

Otto episodi per raccontare quarant’anni di indagini, paure e ossessioni in un true crime che…

%s giorni fa

Dead Man’s Wire, fuori concorso a Venezia 82. Gus Van Sant racconta un’esilarante storia vera

Con Dead Man’s Wire, presentato fuori concorso alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia, Gus…

%s giorni fa

Milano, al Castello Sforzesco arrivano Le Notti Bianche: il capolavoro di Dostoevskij in scena l’8 settembre

L’8 settembre un grande classico prende vita con la regia di Stefano Cordella e un’ambientazione…

%s giorni fa

Girl (Nühai) in concorso a Venezia 82 è un film delicato e commovente sui rapporti familiari

Siamo a Taiwan nel 1988 con una famiglia composta da padre, madre e due bambine…

%s giorni fa

Hateshinaki Scarlet, il dramma che trasforma l’ossessione in poesia visiva e dolore

Presentato in anteprima internazionale, il film di Yuichiro Sakashita racconta una relazione tossica con intensità…

%s giorni fa