Il WWF, anche tramite la community dei giovani di WWF YOUng, ha partecipato oggi alla quinta mobilitazione globale dei Fridays For Future, trasformatasi in digitale a causa del lockdown in vigore in molti Paesi per la pandemia di Covid-19. Come abbiamo visto precedentemente in questo articolo ognuno potrà partecipare con diverse azioni.
Il WWF, insieme ad altre associazioni, partecipa anche alla campagna #RitornoAlFuturo indetta dai Fridays for Future per chiedere un ambizioso piano per la rinascita, per non rischiare di trovarsi, una volta usciti dalla pandemia “un futuro ancora più indifeso di fronte all’emergenza climatica”. Proprio oggi, in occasione del primo del primo #GlobalDigitalStrike nonché quinto Sciopero Globale, i ragazzi sveleranno i punti della campagna Ritorno al Futuro, sul sito ufficiale www.ritornoalfuturo.org
Da “rilanciare l’economia investendo nella riconversione ecologica” a “realizzare la giustizia climatica e sociale” e “tutelare la salute, il territorio e la comunità”, una serie di proposte condivise da un’ampia schiera di movimenti e organizzazioni, che insieme costituiscono il programma e la soluzione proposta per la ripartenza.
“Con il movimento dei Fridays condividiamo la preoccupazione per il futuro. Sarebbe disastroso pensare a una logica dei due tempi –prima salviamo l’economia com’è e poi un domani (lontano) la rendiamo sostenibile- occorre puntare da subito su scelte innovative che vadano nel senso della decarbonizzazione, della salvaguardia degli ecosistemi, dell’economia circolare e dell’innovazione”, dichiarano i giovani di WWF YOUng.
“Le scelte green non devono esser considerate una variabile indipendente e accessoria dell’intervento dello Stato, ma devono essere la base dell’innovazione del nostro sistema economico e produttivo. La crisi climatica avanza e gli eventi catastrofici del 2019, le temperature record dei primi mesi di quest’anno, la siccità in corso in molte regioni del mondo, anche per paesi industrializzati, ci ricordano che è la più grande sfida che l’umanità abbia mai dovuto affrontare e che l’inazione, o l’azione troppo lenta per uscire dai combustibili fossili, fermare la deforestazione e il consumo del suolo, ecc. comporta rischi inimmaginabili: non vogliamo essere noi giovani a pagare il conto”.
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