Fridays for future: il quinto sciopero mondiale per il clima è digitale

Il Fridays for future non si ferma nemmeno dacanti al coronavirus, certo non ci saranno migliaia di cartelli colorati, cori e marce di ragazzi per le piazze, ma il quinto sciopero globale per salvare il pianeta non si arresta e si tiene proprio oggi, venerdì 24 aprile, con iniziative interamente online e con quegli stessi ragazzi ottimisti, disposti a tutto pur di proteggere la Terra. Per partecipare alla manifestazione basta accedere al sito www.ritornoalfuturo.org e geolocalizzarsi davanti a Palazzo Chigi.

Tutto è iniziato quell’agosto 2018 con Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che ha dato vita agli scioperi del movimento Fridays for future, nel 2019 gli attivisti hanno deciso di unire le forze e protestare contemporaneamente in tutto il mondo, per quattro volte consecutive, chiedendo una sola cosa: azioni reali contro la crisi climatica.

Quest’anno, anche se da casa e in quarantena, lo sciopero non sarà da meno, perché oltre alla partecipazione virtuale in piazza, per dare un segno del proprio sostengo, si può appendere un oggetto verde alle finestre, creare cartelloni con frasi di ispirazione e che facciano riflettere ma, invece che mostrarli per le strade, fotografarli o fotografarsi e pubblicarli dappertutto con gli hashtag #24A e #FFF, #RitornoAlFuturo, #GlobalStrikeForClimate taggando le pagine dei Fridays. Gli attivisti non si sono tirati indietro e già in questi giorni hanno invaso le bachece di twitter con tweet di protesta tutti uniti sotto gli hashtag #digitalstrike e #ritornoalfuturo.

Ognuno può fare la sua parte in questa manifestazione digitale, anche i “Teachers For Future” propongono un’ora di disconnessione dalla didattica digitale alle 10 e la presenza poi davanti a Palazzo Chigi. Sempre per la scuola, i Fridays For Future propongono che si parli del tema climatico, eventualmente invitando un attivista a parlare alle classi.

Infine si può, simbolicamente, piantare un seme nel proprio giardino o sul balcone, chissà che la rivoluzione non parta proprio dalle nostre verdissime case.

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