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Donne e uomini di Joseph McElroy un romanzo nel quale abbandonarsi

Donne e uomini di Joseph McElroy è arrivato in Italia, edito da il Saggiatore, lo scorso 23 settembre nella traduzione di Andrew Tenzi.

Donne e uomini di Joseph McElroy è un libro mastodontico, immenso, dalla mole esagerata in cui apparentemente sembra non esserci un senso in ciò che stiamo leggendo. Si tratta del sedicesimo libro più lungo al mondo che parte da una trama tanto semplice quanto appassionante: New York anni settanta, le vicende di due vicini di casa destinati a non incontrarsi mai. Grace, organizza workshop di meditazione corporea, e Jim è un giornalista specializzato in tecnologia. Il sonno di lei viene invaso dai sogni di lui, tra i quali una visione ricorrente in cui uomini e donne vengono uniti «colloidalmente» e spediti a vivere nello spazio come una cosa sola. Eppure, nonostante questo legame arcano, i due non si incontrano mai.

Donne e uomini di Joseph McElroy delinea il racconto di più generazioni, addirittura in più epoche storiche assai distanti tra loro in un’America atomizzata, offrendo al lettore una parabola sorprendente che va da un West di antiche credenze e guaritori indigeni a un futuro fantascientifico di fusioni umane.

Alla base di tutto vi è una riflessione sull’infinito intrecciarsi delle relazioni umane anche quando queste non sono concrete, materiali ma perfino in qualche modo spirituali, proprio come Grace e Jim.

Due sono i temi importanti del romanzo, il costante rapporto tra singolo e la collettività, e la dicotomia tra vita e potere.

Il Saggiatore, casa editrice illuminata, ci ha regalato la prima traduzione al mondo di questo romanzo complesso e imprescindibile che mette a dura prova anche il lettore più allenato.
La grande difficoltà che si riscontra nella lettura di Donne e uomini di Joseph McElroy è l’ingresso nella storia perché, è bene saperlo, è assai complicato iniziare un romanzo in nulla sembra avere senso e in cui la stessa scrittura è complessa e non troppo scorrevole. L’approccio però, dal mio punto di vista non deve essere la pretesa di comprendere ogni cosa ma la fiducia verso la materia letteraria che senz’altro sa donare bellezza e trasportarci in mondi lontanissimi.

Il romanzo sembra addirittura una sorta di manuale filosofico sul senso dell’esistenza umana e sul suo rapportarsi alla realtà. Allo stesso tempo Donne e Uomini è come un’odissea, un viaggio infinito, un Atlante delle nuvole che, come nel romanzo di David Mitchell, tiene insieme in un’unica spirale tempi, luoghi e spazi diversi, tanti ambienti per un non-ambiente in realtà in cui il tempo non è pensato in modo lineare.

Forse il tempo è più che altro come un nodo in cui diverse epoche storiche non procedono l’una via l’altra ma si guardano in viso.

Riuscire a raccontare lo spazio e il tempo in questo modo, intrecciando più storie in un’opera letteraria fondamentale e complessa come Donne e Uomini è stato fatto di rado nella letteratura e questo romanzo è fatto apposta per i lettori più accaniti che non si accontentano facilmente.

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