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Le 7 vite di Léa, un misterioso omicidio tra viaggi nel tempo e amori incompresi. Recensione senza spoiler

Le 7 vite di Lea (Les 7 vies de Léa) è una serie thriller francese teen mystery/fantasy uscita su Netflix il 28 aprile 2022 che ha subito scalato la classifica.

La serie è stata creata da Charlotte Sanson, con Raika Hazanavicius, Khalil Gharbia, Marguerite Thiam Donnadieu, Théo Fernandez, Maïra Schmitt e Rebecca Williams. Come suggerisce il nome, ci sono esattamente 7 episodi in cui viaggiamo nel tempo e attraverso diverse storie e persone.

Basato sul romanzo Les 7 vies de Léo Belami di Nataël Trapp, uscito nel 2019, la serie fa alcuni cambiamenti nell’adattamento sullo schermo, come Leo è Lea, ma nel complesso la storia è la stessa.

La serie inizia con la diciassettenne Lea che fa festa vicino a un fiume ma si sente ancora sola tra la folla. Per riempire il vuoto dentro di lei, beve, prende della droga e cerca di trovare un posto tranquillo. È allora che trova uno scheletro vicino al fiume, l’unica cosa identificabile è il braccialetto d’argento sul polso dello scheletro. Da qui in poi la vita di Lea viene completamente stravolta perché ogni volta che si addormenta si sveglia nel 1991, ma sempre in un corpo diverso.

Il titolo di ogni episodio è la data in cui Lea si sveglia 30 anni nel passato, cioè il 1991. La prima volta che viaggia nel tempo durante il sonno, si sveglia nel corpo di Ismael, proprio il ragazzo di cui sono stati trovati i resti, pensa di essere intrappolata in questo corpo, ma ben presto si accorge che tutte levolte che si addormenta riesce anche a tornare al suo tempo attuale. È come vivere una doppia vita, lei vive la sua giornata come se stessa, Lea. Ma di notte si ritrova in qualche modo nel 1991 in un nuovo corpo.

Tutti i corpi in cui Lea si sveglia sono in qualche modo collegati a Ismael, ma perché qualcuno dovrebbe ucciderlo e quale potrebbe essere il motivo? Lea prova a risolvere questo mistero cercando indizi nel passato e nel presente, come sappiamo viaggiare nel tempo è pericoloso perché può influenzare gli eventi futuri, questa dinamica sempre al limite è al centro del conflitto interiore della protagonista. La vita cambierà il suo corso o il destino si svolgerà come previsto?

La trama regge anche se particolarmente semplice, ma nel complesso la serie è buona proprio per il modo in cui viene presentata, come i dettagli che si intrecciano e si rivelano lentamente passo dopo passo, rendono la serie molto coinvolgente ed emozionante fino al minuto finale. Il tema principale della storia è il sogno o il terrore adolescenziale, temi che vengono affrontati in maniera piuttosto esaustiva rimanendo sempre sulla fascia teen.

Quello che scopriamo è che alcune persone hanno tutta la vita pianificata mentre altre sono perse e il pensiero del loro futuro, messo davanti alla realtà dei fatti, può essere scoraggiante. Saranno in grado di realizzare i loro sogni o trovare la loro vera vocazione, dipende dalle decisioni che prendono. Nessuno è davvero indenne da una crisi esistenziale.

Ci sono momenti in cui ci sentiamo assolutamente bloccati nella nostra vita e troviamo modi per sfuggire a questa sensazione. Questo potrebbe essere attraverso l’alcol, le droghe o la musica. Nella serie, la musica è un fattore vincolante per tutti i personaggi, sia nel presente sia nel passato. Lea usa la musica come fuga dalla sua vita in stallo e Ismael la usa come sfogo per la sua espressività e libertà.

Quello che rende questa serie diversa dalle altre storie basate sui viaggi nel tempo è che il nostro personaggio principale non rimane intrappolato nel passato e la spinta principale della trama è tornare al proprio corpo. Ogni notte Lea ha la possibilità di vivere una vita completamente diversa da quella del giorno prima.  Aiuta anche gli spettatori a conoscere il punto di vista dei diversi personaggi coinvolti nella vita di Ismael, senza la tipica narrazione o i flashback.

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Ogni personaggio ha la sua storia, il suo dilemma e le sue emozioni che aggiungono strati alla trama principale e fanno prendere vita ai personaggi. Naturalmente, la recitazione del cast ha il merito di questo, ma non possiamo ignorare l’elaborato disegno dei personaggi e le sottotrame collegate che li fanno brillare.

In definitiva, la serie tv Netflix Le 7 vite di Lea merita di essere vista, certo non diventerà la vostra serie tv preferita, ma è un buon intrattenimento, leggero ma non troppo, forse avrebbe potuto osare un po’ di più sul divertimento proprio per questi continui scambi di corpi tra maschi e femmine e il venire a patti con le loro vite personali.

Invece, la serie è d’impatto, emotiva e forse a tratti anche fin troppo serie con una produzione senza soluzione di continuità. Attraverso l’elemento della fantasia, solleva la storia dall’essere un altro thriller di suspense.

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Vivendo le diverse vite, la storia amplia la prospettiva di Lea e parla sottilmente di vari argomenti come la sessualità, la mascolinità tossica e il razzismo attraverso le sue sottotrame. Ad ogni personaggio viene dato abbastanza tempo sullo schermo per una migliore comprensione del mondo in cui i personaggi vivono. Che si tratti degli anni ’90 retrò o della cultura GenZ del 2021, i dettagli impliciti e i dialoghi ci dicono molto sulle norme sociali o sulla cultura di quel tempo.

Tuttavia, ci potrebbero essere alcune opinioni contrastanti sul finale e ci si potrebbe chiedere se è stata la scelta migliore per chiudere la storia. Alcuni potrebbero vederlo come un lieto fine o come un finale tragico. Ma nel complesso la serie porta qualcosa di nuovo al genere fantasy senza renderlo complicato. Se state cercando qualcosa da guardare in binge-watch, Le 7 vite di Lea è una scelta perfetta.

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