Cinema

The Pale Blue Eye: Edgar Allan Poe è ispirazione e personaggio nel film Netflix. Recensione

Il film scritto e diretto da Scott Cooper è al momento alla prima posizione in Italia su Netflix. Un thriller-giallo gotico, adattamento del romanzo omonimo di Louis Bayard. Cast di alto livello guidato da Christian Bale ed Harry Melling.

Lo stile “Poe” caratterizza il film

The Pale Blue Eye è ambientato a New York nel 1830, nel corso di una indagine per omicidio alla United States Military Academy. Il celebre scrittore dell’horror Edgar Allan Poe era iscritto a questa stessa accademia nel 1830, e così Poe diventa non solo un tema stilistico, ma anche un personaggio vero e proprio.

Il protagonista è però un altro, il veterano e vedovo Augustus Landor, che viene ingaggiato dall’Accademia per risolvere con discrezione un omicidio particolarmente brutale, l’impiccagione e mutilazione di un cadetto.

È proprio nel corso dell’indagine che viene fuori il carattere tipicamente horror di Poe, con ambientazioni gotiche, magia nera ed un mistero che va oltre il giallo. Poe sarà assistente di Landor per la risoluzione del caso, arricchendo il sottotesto con i continui collegamenti alla poesia.

Cast e recitazione senza picchi memorabili

Il cast vede la partecipazione di nomi di spicco, e Christian Bale è soltanto la punta di diamante. Il dottor Marquis, misterioso e disperato, è interpretato da Toby Jones, mentre l’instabile moglie è Gillian Anderson. Robert Duvall ha invece solo un paio di scene nel ruolo dell’occultista Pepe.

Nonostante la fattura del cast però, non si rintracciano momenti di particolare pregevolezza nella recitazione. Gli attori portano a casa la performance ma senza strafare, e il ritmo complessivo ne risulta ammaccato.

Questo è dovuto anche al vero mistero che è al centro della vicenda, il quale si nasconde dietro un “falso” finale. Il climax viene quindi spalmato su circa venti-trenta minuti di film e non è abbastanza per far saltare lo spettatore sulla sedia. Infine, l’arco narrativo del protagonista sembra consumarsi troppo in fretta e senza troppo impegno.

Al contrario, la nota di merito va ad Harry Melling per il suo Edgar Allan Poe. Un personaggio che incarna il gotico del 1830 ma che allo stesso tempo risulta fuori posto in tutti i contesti del film: l’Accademia, la locanda o la ricca villa dei Marquis.

Poe è fisicamente e spiritualmente alienato dagli altri, così come il vero Poe è sempre stato nei confronti della società. Troppo brutto, o troppo strano, o troppo inquietante. Questo suo carattere si legherà bene soltanto con Landor stesso e con Lea, salvandogli la vita nel finale.

Altro pregio è la colonna sonora di Howard Shore, in cui si riconosce immediatamente lo stile del compositore premio Oscar.

Un film che si perde in sé stesso

The Pale Blue Eye parte da premesse intriganti – seppur bizzarre, ovvero il coinvolgimento di Edgar Allan Poe in una investigazione – contornate da un’atmosfera sovrannaturale. Le mutilazioni e l’occultismo sembrano promettere qualcosa che si rivela poi non altrettanto interessante, e la soluzione del caso avviene frettolosamente, senza particolare pathos.

Se conoscete Poe o siete intrigati dalle tinte gotiche, possiamo consigliare la visione di The Pale Blue Eye, che regge quantomeno una sufficienza. Moderate però le vostre aspettative per evitare di restarne delusi.

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