Arte e Mostre

Banksy: il progetto rivisitato per il recupero della statua dello schiavista

Lo street artist più famoso del mondo, Banksy ha deciso di dire la sua sugli avvenimenti dei giorni scorsi accaduti proprio nella sua città natale Bristol, dove alcuni manifestanti, durante le proteste per la morte di George Floyd, l’uomo afroamericano ucciso a Minneapolis da un poliziotto che lo ha soffocato, hanno preso d’assalto la statua di Edward Colston, uno schiavista che nel XVII secolo fece fortuna proprio con il traffico di schiavi dall’Africa occidentale. La statua è stata sradicata dal piedistallo e trascinata fino al porto per gettarla nel fiume, anche il sindaco Marvin Rees ha detto che, pur non perdonando il danno, non ha provato alcun “senso di perdita”, il punto è che adesso il piedistallo è vuoto e così Banksy ha avuto un’idea per risolvere la situazion e senza lasciare l’amaro in bocca a nessuno, visto che sembra ci sia ancora qualcuno che si dispiace per la perdita di quel simbolo di sangue e sofferenza.

Così arriva la proposta: “Cosa dovremmo fare con il piedistallo vuoto nel centro di Bristol? Ecco un’idea che si rivolge sia a chi sente la mancanza della statua di Colston sia a chi non la sente, lo tiriamo fuori dall’acqua, lo rimettiamo sul piedistallo, gli mettiamo un cavo attorno al collo e facciamo fare alcune statue di bronzo a grandezza naturale di manifestanti nell’atto di tirarlo giù. Tutti contenti. Un giorno straordinario commemorato”. 

All’apparenza potrebbe sembrare solo una delle solite provocazioni dell’artista ma in realtà potrebbe proprio essere un vero progetto per rendere immortale un momento storico che sicuramente non verrà dimenticato.

 

Infatti è da molti anni che ci sono parecchie controversie e polemiche riguardo la statua di Colston eretta oltre un secolo fa, proprio questa racconta una Bristol la cui storia e ricchezza hanno molto a che vedere proprio con lo schiavismo, ma a oggi non può più essere accettata come simbolo, da centoventi anni a questa parte chiunque di origine africana (e non) gli passasse davanti se ne sentiva insultato e molte sono state le richieste negli anni di toglierla, come anche a cambiare il testo della targa che dipingeva l’uomo come un caritatevole filantropo, ignorando che le mani gli grondassero di sangue. Proprio Colston portò in America più schiavi di chiunque altro, circa 84mila persone, di cui 19mila persero la vita per le atroci condizioni in cui venivano trasportate.

Come si può a oggi pensare di conservare la memoria di un simile personaggio se non, come secondo il progetto di Banksy, ricordandone la fine che gli è stata fatta fare durante le proteste del movimento Black lives matter? Assolutamente in nessun altro modo.

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