Serie TV

Il commissario Ricciardi: conclusa la prima stagione, si aspetta già la seconda

La conclusione della prima stagione de Il commissario Ricciardi è arrivata più in fretta di quanto ci si aspettasse.
I fan delle storie su carta ambientate nella Napoli degli anni trenta non hanno fatto in tempo a gioire del piacere di vedere animarsi i loro personaggi preferiti che già devono salutarli.
La serie tv che ha spopolato nell’ultimo mese e mezzo su Rai 1 volge al termine con sei episodi e la promessa di un ritorno per una seconda stagione. Non fosse altro per completare il percorso narrativo che si avvale di 12 libri.
Gli ultimi tre episodi di questa prima stagione, rispettivamente:
Il giorno dei morti, Vipera e In fondo al tuo cuore sono sicuramente più intimisti rispetto ai primi tre che potremmo considerare di esposizione.

Il giorno dei morti con la storia del piccolo Tettè ha commosso tutti, prima i lettori e poi gli spettatori, narrando uno spaccato della Napoli orfana, quella composta da un popolo di bambini cresciuti in strada e poco tutelati. La stessa Napoli che in quel periodo storico, insieme al resto del Paese vantava (in apparenza) ordine e disciplina ma nascondeva tante storture.
Gli scugnizzi, i bambini che si facevano uomini per la strada sono al centro dell’episodio in cui, per citare L’oro di Napoli, “muore un bambino”.

In questo episodio Napoli si vede ancora meno, si va negli scantinati, nelle camerate sporche e improvvisate delle chiese, al cimitero, in luoghi stretti e angusti che sottolineano l’angoscia di una vita che per alcuni bambini non è mai cambiata.
Ricciardi si impegna fino allo stremo delle forze per risolvere il caso, soprattutto perché questa volta la vittima non è morta sul luogo del ritrovamento e dunque il commissario non vede subito la sua anima, salvo poi trovarla dove meno se lo aspetta.
Nel frattempo i subplot legati ai personaggi secondari si approfondiscono ulteriormente e questa volta ad avere un ruolo importante è tata Rosa che, compreso l’interesse di Ricciardi per Enrica farà da cupido provando ad agevolare un contatto fra i due.
Contatto che diventa più concerto nell’episodio, a mio avviso tra i più belli anche su carta: Vipera.
In questa puntata Enrica, con la scusa di imparare la cucina cilentana entra in casa del suo amato commissario ma la presenza sempre più forte di Livia farà da ostacolo ai sogni della timida maestra.

Vipera è l’episodio che racconta un’altra realtà molto forte di quel periodo, quella delle case chiuse. I bordelli o case del piacere dove molti uomini usavano intrattenersi e la vittima in questo caso è la più bella prostituta di Napoli.
In ogni episodio c’è un quartiere di  Napoli ad essere protagonista in particolare, in questo caso ci muoviamo tra via Chiaia (nella serie totalmente ricostruita) e il Vomero che negli anni trenta era tutta campagna.
Se di norma il romanticismo è tra gli ingredienti principali della serie e l’amore in generale uno dei moventi più forti per i crimini, come spesso ci ricorda lo stesso Ricciardi, nel caso di Vipera gli ingredienti sono raddoppiati.
Viviamo l’amore su più livelli, quello del caso da risolvere e quello privato del commissario. Perché l’autore dei romanzi, Maurizio De Giovanni, fa sempre partire tutto da un tema intorno al quale ruotano le vicende e il protagonista riflette sulla propria vita i sentimenti protagonisti dei casi: gelosia, passione, amore, famiglia.
L’ultima puntata che fa riferimento al romanzo In fondo al tuo cuore è l’apice di tutto questo, con la morte di tata Rosa che si congeda dalla vita de suo commissario e anche da noi lettori/spettatori.
Ma Rosa non se ne va senza un lascito e quel lascito è Nelide, la nipote giunta dal profondo Cilento per sostituire l’impeccabile tata tra un piatto della tradizione e un proverbio.

Nei libri quindi la mancanza di un personaggio forte come Rosa viene compensato da un personaggio altrettanto interessante. Per quanto riguarda la fiction, invece, sarà difficile essere all’altezza di Nunzia Schiano ma dalle poche scene in cui è comparsa si capisce che la nuova governante, qui nei panni di Veronica D’Elia, promette un’interpretazione di livello alto.
La D’Elia ha frequentato la scuola del teatro Bellini con la direzione di Luciano Melchionna ed è stata da lui diretta in “Dignità autonome di prostituzione” e “Miseria e Nobiltà” dove interpreta il ruolo di Peppeniello. Ha recitato anche il ruolo di Ofelia in “Mal’essere” di Davide Iodice oltre a partecipare a diverse produzioni.

Non ci resta che aspettare, dunque, la seconda stagione de Il commissario Ricciardi per tornare agli autentici racconti di una Napoli che fu, tra vita, morte, amore e speranze.

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