Cinema

EO di Jerzy Skolimowski in concorso a Cannes l’avventura di un asino in cerca della libertà. Recensione

Il protagonista di EO di Jerzy Skolimowski, in concorso alla 75a edizione del Festival di Cannes è un asino e il film oltre che omaggiare il mondo animale partendo da un punto di vista insolito vuole rispondere alla domanda: Com’è il mondo visto con gli occhi di un animale?

Il mondo, infatti, può essere un luogo davvero misterioso se visto attraverso gli occhi di un animale, in questo caso un asino, EO appunto, dal pelo morbido e grigio e gli occhi malinconici e straordinariamente espressivi.

EO è un animale da circo che vive praticamente in simbiosi con la sua padroncina che lo ama come se fosse un fratello e se ne prende cura, finché i beni del circo, animali compresi non vengono confiscati ed EO viene portato via. Per il dolce asinello inizierà un lungo peregrinare nel vano tentativo di ritrovare la sua padrona, durante il quale incontrerà esseri umani di ogni genere, buoni e cattivi, sperimentando gioie e dolori, amore e odio.

Indubbiamente un film che vede come protagonista un asino non è per tutti, sicuramente per qualcuno potrebbe essere complesso da seguire, ma vi assicuro che l’avventura di EO è davvero appassionante. È come se la fiaba di Pinocchio avesse un secondo volume tutto dedicato alle avventure del burattino nel suo periodo da asinello.

Inoltre dobbiamo considerare un illustre precedente di questo film nella pellicola del 1966 di Robert Bresson, Au Hasard Balthazar in cui il protagonista era appunto un asino e il riferimento iniziale al circo è proprio un omaggio a Bresson.

Ma chi rappresenta EO? A chi si rivolge un film che ha un simile protagonista? Sicuramente il protagonista rappresenta gli ultimi della società, gli emarginati, coloro che non si inseriscono nel contesto sociale che abitano e da cui si tengono in qualche modo alla larga. Anche i comprimari di EO, tutte le figure che incontrano lungo il cammino sono in effetti degli emarginati, persone fuori contesto, solitarie e diverse, a cominciare dalla sua padroncina.

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Questi personaggi decidono di estraniarsi da una società in cui cattiveria, odio e violenza prevalgono su tutto e semplicemente non vogliono farne parte.
Così EO nel suo peregrinare sembra non accontentarsi mai delle persone che incontra, delle situazioni e dei contesti in generale, per questo non smette mai di girovagare e il suo viaggio giunge perfino in Italia dove incontra il nipote di una nobildonna interpretata da Isabelle Huppert.

Forse proprio la parte italiana è la meno interessante, ma in generale il film procede con ritmo senza annoiare e quindi riuscendo a stupire e interessare coloro che non hanno mai visto film simili.

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Per i cinefili allenati, invece non si tratterà certo di una sensazionale novità, tuttavia non manca di elementi interessanti e sicuramente se non si conosce il cinema di Skolimowski questo può essere un buon punto di partenza. Inoltre l’asino è di un’espressività che da sola vale tutto il film.

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