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L’illusione di una storia senza futuro di Maurizio Galimberti: quando arte e storia diventano testimonianza

L’illusione di una storia senza futuro” è il nuovo volume, edito da SKIRA, di Maurizio Galimberti, fotografo e artista di fama internazionale, dedicato ad alcuni degli avvenimenti e dei personaggi più significativi e iconici che hanno caratterizzato gli ultimi decenni.

Una lettura attraverso una particolare tecnica di manipolazione con cui Galimberti scompone e ricompone l’immagine in mosaici fotografici di grande impatto visivo.

Afghanistan, Kabul, neonato affidato ai soldati USA durante l’evacuazione, photo courtesy Omar Haidiri, pp. 72-73

Maurizio Galimberti e Paolo Ludovici proseguono la loro riflessione sul senso della storia e del tempo iniziata nel 2020 con il volume “Uno sguardo nel labirinto della storia“. “L’illusione di una storia senza futuro“, da un’idea dello stesso Paolo Ludovici e con un testo di Gianni Canova, ne diventa prosecuzione ma, allo stesso tempo, è testimonianza della nostra storia, del dolore, di quell’attimo che descrive un tempo fondamentale, decisivo, reso immortale.

Maurizio Galimberti è celebre per lavorare quasi esclusivamente con la Polaroid, con la quale ha sviluppato questa personale tecnica di manipolazione con cui scompone e ri-compone l’immagine. Un evento che diventa icona, arte, veicolo di emozione che svela la forza e, talvolta, la crudeltà della storia.

Terremoto in Irpinia, pp. 26-27

Così, in questo libro, la disinfestazione di Wuhan nel 2020, dopo l’esplosione pandemica del COVID-19, diventa nella riedizione di Galimberti quasi un’immagine di fantascienza distopica, con una figura umana in mascherina e tuta blu al centro di una composizione che svanisce ai bordi nel biancore accecante dei fumi e delle sostanze disinfestanti spruzzate dagli operatori sanitari, mentre la prima pagina di un quotidiano che invoca “Fate presto” dopo il trauma del terremoto dell’Irpinia del 1980 diventa un pastiche in cui la parola perde quasi la propria leggibilità accanto al vortice delle immagini in bianco e nero delle macerie causate dal sisma.

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Gli scatti presenti in “L’illusione di una storia senza futuro”

Sono quasi sempre immagini dolenti quelle selezionate da Maurizio Galimberti e da Paolo Ludovici per muoversi tra i ricordi impressi nel labirinto della storia: se si escludono la foto che ritrae l’incontro fra Nelson Mandela e Muhammad Ali, o l’immagine di Papa Wojtyla accanto a una colomba bianca, o ancora quella che ritrae Madre Teresa di Calcutta con un bimbo tra le braccia, le altre immagini fanno riemergere nella nostra memoria il massacro di Srebrenica del 1995 o gli attentati di Nassiriya del novembre 2003.

Ma poi anche i cadaveri dello tsunami del 2004 in Thailandia e nell’Oceano Indiano, l’attacco chimico a Halabja perpetrato dall’esercito iracheno contro la popolazione curda nel 1988, o le grida disperate dei bimbi nel campo profughi di Balukhali nel Myanmar ritratti negli scatti brutali e potenti di Kevin Frayer via via fino alle strazianti immagini che documentano i tentativi di fuga da Kabul riconquistata dai Talebani nell’agosto del 2021.

Maurizio Galimberti: l’artista che comunica attraverso l’immagine

Maurizio Galimberti (Como, 1956) è attivo sulla scena artistica internazionale da più di trent’anni, conosciuto in tutto il mondo, oltre per la caratteristica poetica dei suoi progetti, anche per i ritratti di star come Lady Gaga, Robert De Niro, Johnny Depp e Umberto Eco, e per aver realizzato pubblicazioni e mostre site specific su New York, Parigi, Milano, Roma e Venezia. È stato testimonial mondiale di Polaroid International e oggi è considerato dalla critica un instant artist più che esclusivamente un fotografo.

Tsunami dell’Oceano Indiano, fotografia di Arko Datta, pp. 58-59

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