Uno dovrà morire: la versione spagnola di Saw offre una dolce vendetta | Recensione

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Uno dovrà morire

Lottare contro le proprie paure per salvarsi la pelle: è questo il principale scopo dei protagonisti di questa storia.

Sette persone si risvegliano rinchiuse e legate mani e piedi in una stanza di una maestosa villa. Sono tre familiari (genitori e figlia) e altri quattro perfetti sconosciuti: un poliziotto, un anziano, un hostess e un medico. Dopo essere riusciti a slegarsi gli arti, i sette individui iniziano a comprendere che sono stati rapiti.

Poco dopo si sente una voce provenire da un interfono che spiega loro le tre regole del suo gioco perverso a cui sono obbligati a partecipare: uno di loro dovrà morire, nessuno può offrirsi come volontario e il prescelto deve essere necessariamente d’accordo con il metodo che verrà usato per ucciderlo.

Inoltre, hanno esattamente un’ora per decidere ed organizzarsi tra loro. Se entro i 60 minuti nessuno è stato ucciso, allora moriranno tutti. Così inizia la loro disperata ricerca di salvarsi, cercando di risolvere i vari enigmi e giochi che il rapitore propone loro per proseguire nel percorso scelto dal burattinaio all’interno di questa villa arroccata sulle montagne e strapiombo sul mare.

Il film è diretto da Manolo Cardona ed è la sua prima esperienza da regista. Inoltre, Cardona interpreta anche il poliziotto. La pellicola è disponibile sulla piattaforma streaming Paramount + dallo scorso 5 maggio ed è di genere thriller.

Il film trae ispirazione da diversi altri lavori

Uno dovrà morire è un assembramento di diversi altri titoli già noti al pubblico. Possiamo, infatti, intercettare situazioni simili alla saga horror Saw, al puzzle movie Squid Game e Knives Out, eliminando la sua comicità. Oltre a trarre ispirazione dai film, questa pellicola spagnola prende esempio anche dal mondo cartaceo.

Infatti, lo stile e le influenze traggono origine anche da Dieci Piccoli indiani, uno dei capolavori della scrittrice di gialli per antonomasia, ovvero Agatha Christie. Un determinato gruppo di persone costrette a stare al gioco di qualcuno e consapevoli che, alla fine, dovranno morire tutti. Forse.

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Uno dovrà morire

Un film partito a diesel

I primi minuti di Uno dovrà morire si presentano piatti e prevedibili: situazione già vista un migliaio di volte e conseguente finale ovvio. Invece, più i protagonisti si muovono nella villa e risolvono gli enigmi che sono stati proposti loro, più si scoprono molti dettagli in merito. Infatti, ognuno di loro nasconde grossi scheletri nei loro armadi che vengono spiattellati senza troppa remore.

Più vanno avanti, e più scoprono il peggio di loro, e più ognuno accusa l’altro di essere peggiore e, quindi, tocca a lui morire. La fine di questo film è sorprendente, difficile da immaginare (sebbene i primi minuti appaiano noiosi e rivelatori del finale palese). Se amate il genere, guardatelo e lasciatevi cogliere alla sprovvista dall’incredibile voltafaccia che la trama vi farà.