L’esorcista del Papa: l’uomo dietro il film | La vera storia di Padre Gabriele Amorth

L’esorcista del Papa

L’esorcista del Papa ha portato sul grande schermo una nuova storia di diavoli e santi, ma stavolta l’ispirazione è reale.

L’esorcista del Papa è solo uno delle centinaia di film di esorcismo che, dal capolavoro del 1973 di William Friedkin, L’esorcista, continuano ad imporre il loro tenebroso fascino sul pubblico. Questo film è stato accolto timidamente, colpevoli una scrittura votata allo spettacolo, una messa in scena non sempre convincente e delle interpretazioni a tratti pigre. La sua attrattiva più grande è forse quel suo essere “liberamente tratto” dalle memorie di un vero esorcista, Padre Gabriele Amorth.

Amorth è stato più che un esorcista; è stato l’esorcista. La sua influenza in questa pratica religiosa è stata duratura e fondamentale per la crescita del fenomeno e dell’interesse verso di esso. Amorth è deceduto nel 2016 e non ha potuto vedere l’adattamento dei sue due libri, ma vide invece L’esorcista e ne parlò positivamente. Friedkin e Amorth si incontrarono e da quell’incontro nacque il documentario The Devil and Father Amorth, diretto da Friedkin stesso.

Amorth era definito da molti come un tipo gioviale e scherzoso

La vera storia di Gabriele Amorth

Gabriele Amorth nasce a Modena nel 1925 e già nel 1940 sa che la sua vita sarà dedicata alla chiesa. Diventa presbitero nel 1954 e continua la sua carriera ecclesiastica senza pensare all’esorcismo per più di trent’anni fino al 1986, quando il cardinale Ugo Poletti lo insignisce assistente dell’esorcista Padre Candido, al quale è poi succeduto. Disse a Friedkin di essersi reso conto di quanto lavoro c’era da fare nel campo dell’esorcismo, e di quanti pochi esorcisti ci fossero per svolgerlo.

I numeri che Amorth ha spesso citato circa i suoi esorcismi sono incredibili: avrebbe svolto 160,000 esorcismi in tutta la sua carriera, con una media di circa 9 interventi al giorno. Secondo quanto detto da lui stesso la maggior parte di questi erano semplici disturbi, risolvibili con una preghiera, e solo in un centinaio di occasioni si è trovato di fronte a possessioni vere e proprie. Il documentario di Friedkin racconta proprio di una di queste occasioni, l’esorcismo di una donna di Alatri chiamata Cristina.

L’esorcista

Il parere della AIE sul film di Julius Avery

Nel 1990 Amorth fondò l’Associazione Internazionale degli Esorcisti per aumentare gli sforzi della chiesa nel debellare i fenomeni di possessione. Questa Associazione si è esposta su L’esorcista del Papa, definendolo “uno spettacolo finalizzato a suscitare forti e malsane emozioni, grazie ad una scenografia cupa, con effetti sonori tali da suscitare soltanto ansia, inquietudine e paura nello spettatore”. Secondo l’AIE tutto questo è molto distante da ciò come avviene un vero esorcismo ed il film è stato dunque bocciato per mancanza di veridicità.

Amorth bocciò L’esorcista di Friedkin sotto questo aspetto, ma riuscì a cogliere sotto lo spettacolo del cinema una intenzione, quella del regista recentemente scomparso, di illuminare un aspetto della fede troppo poco illuminato. L’esorcista include molte scene “spettacolari”, ma il suo focus sono i due sacerdoti e la madre di Regan e la loro missione di abnegazione di sé stessi per salvare l’anima della ragazza; al contrario L’esorcista del Papa dovrà di molto correggere il tiro se vorrà continuare su questa strada di adattamenti.