The Legend of Ochi incanta come una fiaba anni ’80: un’avventura fantasy visiva tra emozione e pupazzi

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Un film per tutta la famiglia che unisce artigianalità e sogno, tra creature mitiche e paesaggi mozzafiato

The Legend of Ochi è una piccola, grande sorpresa che arriva sul grande schermo come un vento caldo di nostalgia. Diretto da Isaiah Saxon e prodotto dalla A24, il film è un omaggio delicato e visionario al cinema fantasy degli anni ’80, con chiari riferimenti a La storia infinita, Labyrinth e La principessa Mononoke. Eppure non è solo un esercizio stilistico: è un racconto originale, immersivo e costruito con rara sensibilità visiva.

Al centro della storia c’è Yuri, una ragazza solitaria interpretata dalla sorprendente Helena Zengel, già apprezzata in News of the World. Yuri vive sull’isola immaginaria di Carpathia, un mondo che sembra sospeso nel tempo e nello spazio, fatto di foreste dipinte a mano, montagne nebbiose e silenzi popolati da creature misteriose. L’incontro con l’Ochi, un essere mitico di grande potere e dolcezza, cambierà il suo destino.

Non ci sono grandi battaglie né effetti speciali roboanti, ma una cura meticolosa per ogni dettaglio, dai costumi alle scenografie, fino ai pupazzi animatronici che danno vita alle creature del mondo di Ochi.

Un’estetica fuori dal tempo per un racconto universale

Il film è stato girato in Romania, tra paesaggi naturali incontaminati che danno profondità e autenticità all’ambientazione. Saxon, al suo esordio alla regia di un lungometraggio, sceglie di affidarsi a tecniche miste: pupazzi, animazione stop-motion, effetti pratici e una minima dose di CGI, utilizzata solo dove necessario. Il risultato è un universo che sembra uscito da un libro illustrato, con ogni scena che potrebbe diventare un poster.

La storia è semplice ma efficace: Yuri, in conflitto con il proprio mondo e con un passato doloroso, trova nell’Ochi non solo un compagno di viaggio, ma un ponte per riconciliarsi con se stessa. Il loro legame si sviluppa attraverso gesti, silenzi e piccoli atti di fiducia reciproca. È proprio questo rapporto, costruito senza fretta, a dare al film una qualità quasi meditativa, pur mantenendo un ritmo adatto anche al pubblico più giovane.

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Magia, emozione e un’alternativa alla CGI esasperata

The Legend of Ochi è una dichiarazione d’amore all’artigianato cinematografico. In un’epoca in cui i film per famiglie sono spesso saturi di colori digitali e battute a raffica, questa pellicola si prende il tempo per raccontare. Il suo approccio può sembrare controcorrente, ma proprio per questo risulta rivoluzionario.

Non mancano i momenti di tensione o le sorprese, ma il vero punto di forza è la coerenza emotiva. Ogni scelta visiva è al servizio della storia, e la relazione tra Yuri e Ochi, pur con qualche limite narrativo, riesce a toccare corde profonde. La colonna sonora, rarefatta ed eterea, accompagna senza mai invadere, e contribuisce a costruire un’atmosfera quasi onirica.

La performance di Helena Zengel è intensa e autentica: il suo volto espressivo regge il peso emotivo del film, regalando momenti di pura empatia. Accanto a lei, la creatura Ochi – una meraviglia meccanica e pelosa – conquista al primo sguardo.

The Legend of Ochi è distribuito in Italia da A24 e debutterà nelle sale nel corso del 2025, con data precisa ancora da annunciare. Un’esperienza da vivere in sala, possibilmente in famiglia o con chi, da bambino, sognava mondi oltre la realtà.

In un mondo dominato dalla velocità, questo film ci invita a rallentare, osservare e credere ancora, almeno per un’ora e mezza, che da qualche parte esistano ancora le leggende.