Amleto in salsa piccante arriva al Martinitt: Shakespeare scende in cucina tra equivoci e soufflé

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Una commedia irriverente firmata Aldo Nicolaj che riscrive la tragedia del principe danese con umorismo e vendette gastronomiche

Una tragedia? Solo se la cena è bruciata. Dal 22 maggio al 1° giugno al Teatro Cinema Martinitt di Milano va in scena Amleto in salsa piccante, uno spettacolo scritto da Aldo Nicolaj e diretto da Vanessa Gasbarri che rovescia – letteralmente – il punto di vista sull’opera più celebre di William Shakespeare.

A condurre il gioco non sono più i nobili di corte, ma i cuochi, le sguattere e i servitori delle cucine di Elsinore, dove tutto si cuoce… e si complica.

Un cast affiatato e numeroso dà vita a una parodia esilarante che mescola farse di corte, vendette maldestre e passione per la buona tavola. Tra gli interpreti: Massimiliano Vado, Danila Stàlteri, Pietro Becattini, Claudia Ferri, Veronica Milaneschi, Maria Francesca Galasso, Giuseppe Renzo e altri ancora.

In questa versione, Amleto non è solo l’anima tormentata del castello, ma un principe ancora attaccato alle gonne della madre e in guerra aperta con… il cuoco di palazzo.

Shakespeare riscritto dalla servitù

La grande intuizione di Nicolaj è quella di spostare l’epicentro della tragedia dalle stanze del potere ai fornelli del regno. I protagonisti della narrazione diventano infatti Froggy (Massimiliano Vado), lo scorbutico cuoco reale, sua moglie Cathy (Claudia Ferri), la sorella Inge (Veronica Milaneschi) e la sguattera Brecka (Maria Francesca Galasso). Il dramma si dipana attraverso i loro occhi, tra un piatto di arrosto e un soufflé mal riuscito.

Ed è proprio Froggy, esasperato da un’accusa di Amleto – quella di aver fatto morire suo padre per indigestione – a dare inizio al caos: si traveste da fantasma del defunto Re per indirizzare il principe verso una vendetta assurda. Ma la verità è più farsesca che tragica: a muovere Froggy non è la giustizia, bensì la gelosia. La moglie lo ha tradito proprio con Claudio, l’odiato zio di Amleto. Ed è così che da una vendetta amorosa privata nasce la miccia dell’intera tragedia.

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Tutto il castello è una cucina

L’ironia permea ogni personaggio: Gertrude è una regina un po’ alticcia e molto concreta, Laerte è un collerico senza controllo, Polonio origlia ovunque, mentre Ofelia è dolcemente folle nel modo più comico possibile. Gli attori di giro – che nel testo originale mettono in scena l’assassinio del Re – qui sembrano interessati più al banchetto che al dramma.

Il testo, pur mantenendo la struttura della vicenda shakespeariana, la trasforma in un gioco teatrale continuo, dove ogni scena è uno scarto comico, ogni personaggio è caricatura vivente, e ogni vendetta… si serve calda. Le trovate sceniche, i dialoghi pungenti e le invenzioni registiche fanno di Amleto in salsa piccante uno spettacolo leggero, intelligente, perfetto per chi ama Shakespeare ma non ne sopporta la pesantezza accademica.

La commedia di Aldo Nicolaj, prodotta da La Bilancia Produzioni, non solo diverte, ma riesce a far riflettere sulla natura stessa del teatro: ogni tragedia ha la sua parodia, ogni re ha un cuoco, e ogni palcoscenico può trasformarsi in cucina. E viceversa.