Fuori: Mario Martone racconta Goliarda Sapienza tra carcere e rinascita interiore
Valeria Golino interpreta la scrittrice tra detenzione, amicizie femminili e riscoperta di sé nel carcere di Rebibbia
Un carcere come luogo di rinascita interiore. Una scrittrice anticonvenzionale, ferita ma lucida, in grado di trasformare il dolore in pensiero. Fuori, il nuovo film di Mario Martone, presentato in concorso a Cannes 2025 e in uscita nelle sale italiane il 22 maggio, è il ritratto intenso e spiazzante di Goliarda Sapienza, interpretata con rigore e passione da Valeria Golino. Ispirato a due testi autobiografici – L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio – il film racconta una fase cruciale della vita della scrittrice: il suo periodo di detenzione nel carcere femminile di Rebibbia, negli anni Ottanta.
Ma non è solo il racconto di un’esperienza carceraria. È anche una riflessione su cosa significhi essere liberi quando si è fisicamente rinchiusi, su come il corpo possa essere in prigione ma la mente – se coltivata – volare altrove. Martone, con il suo sguardo asciutto e poetico, ci accompagna dentro una realtà fatta di silenzi, attese, violenza trattenuta, ma anche umanità e sororità.
Goliarda, Roberta, Barbara: dentro il carcere nasce una comunità
Nel cuore del film c’è il rapporto tra Goliarda e le altre detenute. Tra queste emergono Roberta, interpretata da una intensa Matilda De Angelis, e Barbara, a cui dà volto Elodie in una prova sorprendente per grinta e dolcezza. Queste donne, emarginate dalla società ma solidali tra loro, diventano la famiglia alternativa che Sapienza non ha mai davvero avuto.
Nonostante le sbarre, in quelle celle si ride, si discute, si costruiscono alleanze emotive. È lì che Goliarda scopre una nuova forma di intimità e appartenenza. La sua posizione inizialmente distaccata – da intellettuale borghese finita tra “delinquenti” – viene progressivamente smantellata, e la scrittrice si apre a un modo nuovo di stare nel mondo. La cultura non è più un rifugio elitario, ma una lente per leggere anche la realtà più cruda.
Martone segue i dialoghi con pudore e verità. Ogni personaggio è scolpito in maniera tridimensionale, nessuna donna è trattata come simbolo: sono persone, con i loro drammi, i loro sogni, i loro fallimenti.
Un’opera di sguardi, parole e trasformazione lenta
Il tono del film è misurato, mai didascalico. Martone non indulge nel melodramma, e proprio per questo riesce a colpire con forza. La regia si fa da parte e lascia spazio alle relazioni. La fotografia di Paolo Carnera sceglie luci naturali e ombre morbide, mentre il montaggio di Jacopo Quadri costruisce una narrazione fluida, che lascia il tempo di respirare ai momenti chiave.
Valeria Golino regge il centro emotivo del film con una prova calibrata, che alterna durezza e fragilità. È una Goliarda che osserva molto e parla poco, ma quando apre bocca lascia il segno. Non recita mai “contro” le altre, ma con loro: è nel gruppo che trova la sua forza.
Accanto a lei, Elodie conferma la sua crescita come attrice, mentre Matilda De Angelis si conferma una delle interpreti più interessanti del panorama italiano contemporaneo. Le loro scene condivise sono tra le più intense del film.
Fuori uscirà nei cinema italiani il 22 maggio 2025. È un film importante, che sa parlare di carcere senza pietismo, di donne senza stereotipi, di libertà senza retorica. E di letteratura come strumento per rimanere vivi. Anche quando si è chiusi dentro.