Brendan Fraser e Rachel Weisz pronti a tornare in La mummia 4: il grande risveglio dell’avventura egiziana

Dopo 26 anni i protagonisti originali si preparano a tornare, la saga riaccende l’avventura ma resta avvolta nel mistero.
Un’ombra antica emerge dal deserto dei reboot e dei revival. La saga de La mummia, che ha segnato gli anni Novanta con un mix di avventura, humour e misticismo, sembra pronta per una nuova vita. Sono ore di trattative intense e speranze collegate al ritorno di due volti che l’hanno resa iconica: Brendan Fraser e Rachel Weisz. Intanto, dietro le quinte del progetto che porta il nome provvisorio La mummia 4, si muovono firme giovani e ambiziose: dalla regia del duo Matt Bettinelli-Olpin/Tyler Gillett fino alla sceneggiatura di David Coggeshall.
Eppure, più delle conferme, quello che arriva è un sussurro: “sì, stiamo parlando, ma non è ancora definitivo”. È un momento sospeso, tra passato e futuro, tra la nostalgia per un blockbuster amato e la necessità di rinnovarsi. Perché non basta tornare: bisogna sorprendere ancora.
La prima versione del film uscì nel 1999, firmata da Stephen Sommers, con Fraser nei panni dell’esploratore Rick O’Connell e Weisz della bibliotecaria-egittologa Evelyn Carnahan. Il successo fu tale da generare sequel e uno spin-off – fino alla versione reboot del 2017, che però non è riuscita a catturare il pubblico come sperato. Ora, l’obiettivo sembra essere un ritorno alle radici: un sequel-erede che ignora il terzo capitolo e riporta in pista la coppia originale.
Fonti univoche riportano che Fraser e Weisz sarebbero in trattative per riprendere i loro ruoli, segno che per gli studios si apre una finestra importante: non solo per rivisitare un franchise, ma per farlo con autentica intenzione di restauro emotivo e commerciale.
Un ritorno alle origini per un mito del cinema d’avventura
Il richiamo al “legacy sequel”, ovvero una continuazione che lega passato e futuro senza scadere nella pura nostalgia, è evidente. La scelta dei registi Bettinelli-Olpin e Gillett, protagonisti della rinascita horror-adventure (come il recente remake di Scream), suggerisce che la nuova Mummia non vorrà solo replicare, ma rilanciare.
Ecco gli elementi da tenere d’occhio: la «misteriosa trattativa» per Fraser e Weisz implica che il progetto va ben oltre un cameo, ma ambisca a un ritorno in forza. La sceneggiatura – di Coggeshall – si annuncia come un ponte fra l’avventura pulp-egiziana originaria e un tono aggiornato per il pubblico contemporaneo.
Allo stesso tempo, la produzione fa riferimento a un “picked up after La mummia – Il ritorno” piuttosto che a una mera riedizione, segnando una volontà di riprendere un filo troncato.
Sul versante del pubblico, l’eco della coppia Fraser–Weisz è significativa: l’alchimia, l’umorismo, l’avventura di quegli anni Novanta sono ormai parte del codice di culto della saga. Riportarli significa affrontare un equilibrio delicato: ridare “voce” ai personaggi e allo stesso tempo evitare che tutto diventi un’operazione nostalgica sterile.

Il fascino immortale di un titolo che non smette di risorgere
Il deserto di sabbia, le piramidi, la maledizione dell’antico Egitto: tutti elementi che hanno fatto sognare intere generazioni tornano all’orizzonte con un solo nome: La mummia 4.
Le poltrone degli studios sono puntate sul passato per costruire un futuro. Se Fraser e Weisz risponderanno sì, ciò che verrà non sarà solo un sequel ma un segno che la magia può rinascere. Il responso ora spetta al pubblico e al tempo: ma per chi ha vissuto La mummia, la posta in gioco è alta.
