The Son, il dramma di un padre a Venezia 79 per un drammatico confronto genitori – figli. Recensione

The Son di Florian Zeller è in concorso a Venezia 79 e commuove tutti, in una drammatica storia ad alta tensione che racconta una tragedia familiare.

The Son è un piccolo dramma familiare, una storia come tante che potrebbe accadere in qualsiasi luogo del mondo, una storia che parla di dolore, un dolore serpeggiante e indefinito, una disabilità alla vita che non si riesce a spiegare in termini medici. Neppure la tanto temuta parola depressione può in effetti riassumere l’abisso nel quale è caduto il giovane Nicholas (Zen McGrath) figlio di Peter e Kate (Hugh Jackman e Laura Dern) da tempo divorziati, lei vive con il figlio mentre Peter si è rifatto una vita con Beth (Vanessa Kirby) e insieme hanno un bambino.

Un giorno Peter riceve una telefonata da Kate, molto preoccupata, che gli comunica che Nicholas salta la scuola da più di un mese, il giorno stesso Peter si presenta a casa della ex moglie per parlare con suo figlio che tra le lacrime gli chiede aiuto. Preferisce vivere con lui e la sua nuova compagna, non ne può più di stare a casa con la madre. Peter accoglie la richiesta di suo figlio e da questo momento inizia la convivenza tra i due, una convivenza che riprende dopo la rottura del nucleo familiare quando Peter si innamorò di un’altra. Questo punto verrà sollevato più volte durante le discussioni tra padre e figlio.

Nicholas afferma di avere un malessere, alla domanda paterna su quale sia il problema egli risponde: la vita. Nicholas non trova sollievo né ragione di vivere e tutti sono molto preoccupati per lui perché si procura dei tagli sulle braccia. Da parte sua Peter cercherà in tutti i modi mantenere saldo il legame con suo figlio anche se la sua nuova famiglia e il fatto di averlo abbandonato per crearsela con Beth sembra essere il nocciolo della questione anche se non viene mai specificato quale sia il vero motivo di questa depressione.

Quello che è certo è che esiste un problema grave che trascina Nicholas sempre più nell’abisso e suo padre cerca costantemente di aiutarlo, provando a essere un genitore diverso da quello che è stato il suo (qui interpretato da Anthony Hopkins), decisamente troppo autoritario e di sicuro esponente di una mascolinità tossica che deve certamente aver oppresso Peter e questo si vede nell’unica scena in cui compare the Father (consentitemi il riferimento).

The Son, sulla difficoltà di essere genitori

Con questo film Zeller ci prende il cuore e ce lo spreme forte tra le mani facendolo sanguinare lentamente fino al climax finale quando sui titoli di coda riprendiamo a respirare e le lacrime si fanno strada sul viso. La tensione è costante tanto da sembrare più un thriller che un dramma familiare, eppure siamo nel campo di Anton Čechov, Fëdor Michajlovič Dostoevskij, qui stiamo parlando di vita e morte e non in modo banale, parliamo di drammi borghesi, parliamo di dolore, tanto.

Guardando questo film siamo figli e pensiamo ai nostri genitori e al dolore che possiamo avergli inflitto, senza pietà e senza paura, ma siamo a nostra volta genitori e pensiamo a come ci comportiamo con i nostri figli o come ci comporteremmo se ne avessimo e alla fine di tutto ci si rende conto che siamo di fronte a un destino ineluttabile. Non esiste un comportamento giusto o sbagliato, soprattutto quando di mezzo ci sono dei malesseri molto profondi e se un meccanismo è partito sono davvero poche le cose che si possono fare per interromperlo.

Ma The Son non è solo dramma, non è solo rancore o depressione, non è oscurità, è anche luce e amore, quello dei genitori verso i figli che non sono dei supereroi ma solo degli esseri umani e possono sbagliare e anche tanto.

Preparate i fazzoletti perché da questo film non ne uscirete vivi.