Stephen King tradito da Hollywood: 10 finali dei suoi film che stravolgono completamente i suoi romanzi
Dal labirinto innevato di Shining al colpo di scena di The Mist, ecco i cambiamenti più scioccanti
Quando un romanzo di Stephen King arriva sul grande schermo, il pubblico si aspetta suspense, orrore e una certa fedeltà all’originale. Ma in molti casi, il finale dei film tratti dalle sue opere ha preso una direzione completamente diversa, lasciando i lettori storici interdetti – o addirittura indignati. A volte il risultato è stato sorprendentemente efficace, altre volte ha diviso pubblico e critica. In ogni caso, il Re dell’horror è stato spesso testimone di adattamenti che hanno riscritto l’ultima pagina a modo loro.
Il cinema ha esigenze diverse dalla letteratura: ritmo, target e impatto visivo possono spingere sceneggiatori e registi a cambiare le carte in tavola. Così alcuni film hanno preso strade alternative rispetto ai romanzi, modificando personaggi, scene chiave e soprattutto la conclusione. A volte con il beneplacito dello stesso King, altre senza il suo consenso.
Tra scelte discutibili e colpi di genio, ecco dieci film che hanno cambiato radicalmente il finale pensato da Stephen King. Un viaggio tra pagine e pellicole, dove niente è come ce lo si aspettava.
Dallo Shining di Kubrick a Cujo: quando Hollywood riscrive il destino
Uno dei casi più famosi è The Shining di Stanley Kubrick. Nel romanzo, Jack Torrance cerca di salvare la famiglia prima di morire nell’esplosione dell’hotel. Nel film, invece, perde completamente il senno e finisce congelato in un labirinto. Un finale iconico, certo, ma odiato da King, che lo ha definito “freddo e distante”. Discorso opposto per Cujo: nella versione cartacea, il bambino muore; nel film, si salva. Una scelta che l’attrice Dee Wallace ha voluto fortemente, e che King stesso ha poi apprezzato.
Il caso di The Mist è ancora più estremo: il film termina con un suicidio collettivo disperato, subito prima dell’arrivo dei soccorsi. Una scelta scioccante, assente nel racconto, che però lo stesso King ha definito “migliore dell’originale”. A volte, tradire un autore può essere un atto d’amore.
Da Carrie a Doctor Sleep: tra rispetto e reinvenzione
Anche Carrie ha avuto un epilogo cinematografico molto diverso dal libro. Il colpo di scena con la mano che spunta dalla tomba ha terrorizzato generazioni di spettatori, ma non era presente nel romanzo. Un’aggiunta puramente hollywoodiana, ma diventata iconica. Doctor Sleep, invece, cerca di conciliare due mondi: il libro e il film di Shining. Nel romanzo l’Overlook è distrutto, nel film è ancora in piedi e diventa teatro dello scontro finale. Un compromesso che ha permesso a Mike Flanagan di unire l’universo kinghiano con quello kubrickiano.
The Shawshank Redemption ha aggiunto una scena di reunion tra i protagonisti che non esisteva nel racconto. Una chiusura dolce e catartica, molto più cinematografica e “rassicurante”. Una modifica che ha fatto la fortuna del film, oggi considerato uno dei migliori mai tratti da King.
I finali cambiano, ma l’anima resta
Non sempre i cambiamenti sono accolti con entusiasmo. It, ad esempio, ha semplificato molto il finale, eliminando parti complesse e spirituali della battaglia tra il Club dei Perdenti e Pennywise. In altri casi, come Pet Sematary, l’horror è stato accentuato visivamente, aumentando il tasso di macabro rispetto al libro.
Infine, Children of the Corn e The Stand hanno ampliato o rielaborato i rispettivi finali per dare maggiore impatto televisivo o costruire nuovi archi narrativi. Scelte obbligate, forse, ma che allontanano le opere dal pensiero originale dell’autore.
Stephen King ha imparato a convivere con le reinterpretazioni dei suoi lavori. Alcune le ha detestate, altre le ha difese. Ma ogni volta che uno dei suoi racconti arriva sullo schermo, i fan si pongono la stessa domanda: stavolta rispetteranno il finale o ci sorprenderanno ancora una volta?