Il mio anno a Oxford, il nuovo teen drama Netflix che sogna l’Inghilterra ma inciampa nei cliché romantici | La recensione

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Una storia di crescita e sentimenti ambientata tra le mura prestigiose di Oxford: bello da vedere, meno da ricordare.

Una borsa di studio, una nuova vita da iniziare, e l’università più iconica del mondo come sfondo. Con Il mio anno a Oxford, Netflix tenta di raccontare la formazione sentimentale e accademica di una giovane americana catapultata in un ambiente elitario e affascinante, dove nulla è come sembra. Il risultato è un film piacevole, ben confezionato e visivamente impeccabile, ma troppo spesso incatenato ai soliti schemi del teen drama internazionale.

La protagonista è Anna, interpretata da una convincente Yale Preston, che arriva dall’America con il sogno di studiare letteratura a Oxford. È sola, intimidita, eppure determinata a ritagliarsi il proprio spazio. Fin da subito entra in contatto con due mondi opposti: da un lato le regole e le tradizioni della prestigiosa università, dall’altro il fermento emotivo di nuove amicizie, delusioni, segreti e, naturalmente, un amore travolgente che la metterà di fronte a scelte complesse.

Il film sfrutta appieno l’atmosfera british: biblioteche gotiche, divise accademiche, pioggia incessante e dialoghi pieni di riferimenti letterari. Tutto funziona a livello visivo e ambientale, ma è proprio sul piano narrativo che Il mio anno a Oxford mostra i suoi limiti. La storia, pur ricca di spunti, si appoggia troppo spesso a formule già viste: triangoli amorosi, rivali snob, protagonisti tormentati, colpi di scena prevedibili.

La forza dell’ambientazione, la debolezza del ritmo

L’elemento più riuscito è senz’altro Oxford stessa, che diventa protagonista silenziosa del film. Le inquadrature maestose, i corridoi pieni di storia, le aule austere: tutto contribuisce a creare un’aura di sogno e prestigio. È un luogo che promette trasformazione, e in parte mantiene la promessa.

Tuttavia, il ritmo narrativo rallenta spesso, e alcune sottotrame vengono abbozzate senza vera evoluzione. Il film sembra più preoccupato di essere “accattivante” che coerente, con il rischio di perdere il coinvolgimento di chi cerca qualcosa di più autentico e meno confezionato.

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Attori giovani ma efficaci

Il cast giovane regge la scena con dignità. Yale Preston riesce a bilanciare fragilità e forza con naturalezza, mentre il suo interesse amoroso, interpretato da Edward Holcroft, porta un tocco di ambiguità aristocratica al racconto. Interessanti anche i personaggi secondari, in particolare la coinquilina sfrontata e il professore mentore, che regalano qualche momento più sincero.

Il mio anno a Oxford è un film visivamente curato e piacevole da guardare, ma che non osa davvero. Perfetto per un pomeriggio di evasione, piacerà agli amanti del romance accademico, ma non lascerà un segno indelebile nel cuore degli spettatori.