Massimo Ghini riscrive “Il vedovo”: la commedia di Dino Risi torna feroce, brillante e più attuale che mai al Teatro Manzoni di Milano

Dal 11 al 23 novembre al Teatro Manzoni di Milano, l’iconico film diventa commedia teatrale diretta e interpretata dallo stesso Ghini, accanto a Galatea Ranzi.
C’è un modo tutto italiano di ridere delle proprie miserie: lo chiamavano “commedia all’italiana”. Con “Il vedovo”, Massimo Ghini la riporta in vita sul palcoscenico del Teatro Manzoni di Milano, dal 11 al 23 novembre 2025.
Prodotto da Nuova Enfi Teatro, Nuova Artisti Riuniti e Teatro Parioli Costanzo, lo spettacolo riprende il celebre film di Dino Risi e lo restituisce con una nuova vitalità scenica, firmata dallo stesso Ghini, che ne cura anche la regia.
Al suo fianco una straordinaria Galatea Ranzi, interprete raffinata e lucida, e la partecipazione di Pier Luigi Misasi, insieme a un cast corale che comprende Leonardo Ghini, Giulia Piermarini, Diego Sebastian Misasi, Tony Rucco e Luca Scapparone. Le musiche sono di Davide Cavuti, i costumi di Paola Romani.
Il ritorno del “cretinetti”: un classico che non invecchia
Al centro della storia c’è Alberto Nardi, industriale romano vanesio e fallimentare, convinto di essere un genio degli affari ma in realtà prigioniero delle sue illusioni e dei suoi debiti. Sposato con una ricchissima donna d’affari — che probabilmente ha scelto per interesse — vive costantemente all’ombra della moglie, umiliato e sminuito fino all’ossessione. Quando anche l’ultimo prestito viene negato, Nardi elabora un piano tanto assurdo quanto disperato per liberarsi della consorte e mettere finalmente le mani sull’eredità. Da quel momento, una sequenza di equivoci e tentativi tragicomici trasforma la sua sete di rivalsa in un vortice di comicità nera e disperata.
Nell’adattamento teatrale firmato da Ennio Coltorti e Gianni Clementi, l’azione si sposta nella Roma di oggi, mantenendo intatto lo spirito corrosivo di Risi ma infondendogli un ritmo scenico contemporaneo. L’ironia amara e la leggerezza feroce che avevano reso indimenticabile la coppia Sordi–Valeri rivivono in una nuova forma, dove il riso si mescola alla malinconia di un Paese che, tra ambizioni e miserie, continua a riconoscersi nei suoi “mostri” quotidiani.

Un omaggio vivo alla commedia all’italiana
Massimo Ghini non cerca l’imitazione ma la reinvenzione: il suo Alberto Nardi è un uomo del presente, un anti-eroe che riflette la nostra epoca di illusioni economiche, truffe e identità fragili. Galatea Ranzi, nella parte che fu di Franca Valeri, restituisce una figura femminile di rara intelligenza, fredda e ironica, che ribalta il ruolo della vittima e diventa regista invisibile di tutta la vicenda.
Lo spettacolo si muove tra cinismo e malinconia, tra gag irresistibili e momenti di riflessione, sorretto da un impianto scenico che rende omaggio al cinema pur restando pienamente teatrale. Le luci e la musica costruiscono un’atmosfera sospesa, dove il tempo sembra fermarsi per mostrare quanto poco siano cambiati i nostri vizi: la smania di successo, il denaro come salvezza, l’amore come affare.
In questo “Il vedovo” rinasce l’essenza del miglior umorismo italiano: quello capace di ridere delle proprie ombre. Ghini firma un lavoro colto, elegante e irresistibilmente divertente, in cui la memoria di Risi si trasforma in uno specchio del presente, ancora pronto a ridere — e a riconoscersi — nei suoi stessi difetti.
