Il Mostro, la serie Netflix che ricostruisce uno dei casi più oscuri d’Italia | Presentata a Venezia

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Otto episodi per raccontare quarant’anni di indagini, paure e ossessioni in un true crime che divide e inquieta.

Ci sono storie che continuano a tormentare la memoria collettiva, e poche in Italia hanno avuto lo stesso impatto del cosiddetto “Mostro”. Netflix sceglie di affrontare questa pagina nera con Il Mostro, una serie in otto episodi (Presentati i primi 4 a Venezia) che ripercorre i delitti che tra gli anni Settanta e Ottanta terrorizzarono Firenze e le sue campagne, trasformandosi in un incubo nazionale.

La serie parte dalle prime coppie uccise nelle auto, nei luoghi appartati, e allarga lo sguardo alle indagini, ai depistaggi e all’eco mediatica che travolse non solo la Toscana ma l’intero Paese. Non si tratta di un documentario, bensì di una ricostruzione fiction: attori, scenografie d’epoca e dialoghi che rielaborano i materiali processuali e giornalistici, per restituire allo spettatore un racconto immersivo e inquietante.

Fin dal primo episodio emerge la scelta di uno stile sobrio ma glaciale: le atmosfere sono cupe, i silenzi pesanti, le campagne diventano quasi un personaggio a sé, terreno fertile per la paura. Non c’è compiacimento nello spettacolo della violenza, ma piuttosto un continuo senso di inquietudine che accompagna la visione.

Il confine tra realtà e finzione

Uno dei meriti maggiori di Il Mostro è il modo in cui affronta il confine labile tra verità storica e ricostruzione narrativa. Alcuni personaggi sono fedelmente ispirati a figure reali, altri uniscono più identità per rendere il racconto più lineare. L’obiettivo non è risolvere il mistero – ancora oggi senza un colpevole certo – ma raccontare la spirale di errori, ossessioni e fallimenti che ha segnato quarant’anni di indagini.

Il risultato è un mosaico di ipotesi e contraddizioni che restituisce il clima di confusione dell’epoca. Non ci sono risposte facili, e questo può spiazzare lo spettatore abituato a un true crime con soluzioni nette. Ma proprio questa scelta rafforza la credibilità del racconto, mostrando come l’incertezza stessa sia parte integrante del caso.

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Punti di forza e debolezze

Visivamente la serie è solida: la fotografia scura restituisce un senso costante di claustrofobia, le ricostruzioni d’epoca sono curate e gli attori evitano eccessi melodrammatici, restituendo un tono più realistico che sensazionalistico.

Dove Il Mostro mostra qualche limite è nel ritmo. Alcuni episodi, soprattutto nella parte centrale, soffrono di lentezze e ripetizioni, con una tensione che rischia di disperdersi. Nonostante ciò, l’impatto resta forte, e lo spettatore viene trascinato dentro un vortice che unisce paura, morbosità mediatica e fallimenti istituzionali.

Il Mostro è una serie che non dà risposte ma solleva domande. Non offre la catarsi di una verità definitiva, ma costringe a rivivere la paura e la frustrazione di un’Italia intrappolata in un enigma irrisolto. Un prodotto che divide, ma che conferma come il true crime, quando affrontato con sobrietà e rispetto, possa ancora parlare al presente con una forza inquietante.