Porcile di Pier Paolo Pasolini in scena al Teatro Litta: un affondo nel cuore del potere e dell’indifferenza

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Dal 7 al 12 ottobre 2025 a Milano, i neodiplomati del corso attori MTM affrontano una delle tragedie più radicali di Pasolini.

Un’opera disturbante, filosofica e ancora oggi scomoda: Porcile di Pier Paolo Pasolini torna a teatro, portando sul palco del MTM Teatro Litta di Milano, dal 7 al 12 ottobre 2025, la storia di Julian Klotz, giovane figlio di un industriale tedesco incapace di aderire al mondo borghese che lo circonda.

La tragedia, scritta nel 1966, si colloca in una Germania del dopoguerra che diventa specchio di un’Europa lacerata dalle contraddizioni tra autoritarismo, potere economico e convenzioni sociali. Julian, interpretato dai giovani attori della compagnia, sceglie il silenzio come forma estrema di rifiuto, un gesto che lo conduce verso un destino tragico e irrimediabile.

Lo spettacolo, curato da Susanna Baccari e Antonio Syxty, si inserisce nel percorso conclusivo dei neodiplomati del corso attori MTM. Una sfida complessa che mette alla prova talento e disciplina, ma anche la capacità di confrontarsi con un testo poetico e allegorico che continua a interrogarci sul senso della ribellione e sull’impossibilità di un autentico riscatto.

Con Mario Caruso, Federica De Maio, Tommaso De Rienzo, Elena Dell’Oro, David Gestra, Riccardo Orrù, Veronica Rinonapoli e Aline Webster, Porcile si trasforma in un rito collettivo che mette in scena non solo il dramma dei personaggi, ma anche il peso della parola pasoliniana, mai così necessaria.

Il rifiuto come scelta politica

La vicenda di Julian non è solo un dramma individuale, ma un atto politico. Pasolini costruisce un linguaggio che alterna dialoghi serrati, citazioni colte e riflessioni filosofiche, per raccontare la crisi dell’identità borghese e lo scontro tra generazioni.

Il silenzio del protagonista, la sua marginalità e il suo finale estremo — divorato dai maiali del porcile di famiglia nell’indifferenza generale — diventano allegoria della sconfitta di ogni ribellione che non trova un terreno fertile. È un atto di accusa, feroce e radicale, che continua a risuonare oggi con sorprendente attualità.

Pasolini tra poesia e provocazione

La messa in scena, sostenuta dal disegno luci di Fulvio Melli, dalle scene e costumi di Francesca Biffi e con la produzione di Manifatture Teatrali Milanesi, restituisce la potenza visiva e concettuale del testo. La regia sceglie di mantenere intatta la tensione originaria, trasformando la parola in corpo scenico, in un continuo dialogo tra presente e passato.

Porcile non è solo uno spettacolo, ma un’esperienza immersiva e destabilizzante, che chiede allo spettatore di interrogarsi sulle strutture di potere e sul ruolo del teatro come strumento di coscienza civile. Un appuntamento imprescindibile per chi vuole vivere il Pasolini più politico, poetico e provocatorio.