La lezione, quando l’avvocata affronta il buio: “La lezione sull’amore” ridefinisce il thriller sentimentale

La_lezione_-_fortementein.com

Con Stefano Accorsi e Matilda De Angelis, il regista Stefano Mordini tesse una tela d’ombra e desiderio tra gelo nord-italiano e teatro interiore.

La pellicola intitolata La lezione sull’amore inaugura un nuovo capitolo nel cinema italiano che mescola genere, psicologia e relazioni intime. Ambientata tra le architetture austere di Trieste e i corridoi universitari, la storia punta alla tensione silenziosa e alla dipendenza emotiva, senza rinunciare a uno sguardo lucido sul potere e sull’ossessione. Perché quando la mente vacilla, l’amore può trasformarsi nel suo esatto opposto.

Il regista Stefano Mordini, noto per i suoi lavori che coniugano introspezione e realtà sociale, imposta stavolta un thriller dai contorni domestici e minacciosi. Nel suo cast un duo già noto al grande pubblico, Accorsi e De Angelis, tornano a dare voce a ruoli complessi, sospesi tra vittima e carnefice, tra autodifesa e fuga. Il film si propone come un’esperimento narrativo che non si accontenta di raccontare un caso di stalking o una causa legale, ma scava nelle ambiguità dei legami che vincono e imprigionano. Allo spettatore resta la domanda: quanto sappiamo dell’altro? E quanto sappiamo di noi stessi?

Protagonista è una brillante avvocata triestina che ha appena portato alla sua conclusione un caso delicato: ha difeso con successo un professore universitario accusato di violenza sessuale. Questo risultato le apre nuovi scenari professionali ma, al contempo, richiama nella sua vita un passato che credeva archiviato. Il docente, reintegrato nell’ateneo ma relegato a un ruolo marginale, la contatta per intentare una causa contro l’università che lo penalizza.

Nel frattempo, la donna percepisce segnali inquietanti, sospetti che l’ex-compagno – già condannato per stalking – abbia ripreso a seguirla. Il confine tra legittima preoccupazione e paranoia inizia a sfumare, e ciò che era realtà comincia a innestarsi nella mente come visione. Il film cresce in tensione fino a condurla a un confronto solitario, dove si scopre che non solo deve difendere la legge, ma anche la propria sanità mentale. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Mordini insieme a Luca Infascelli, adatta il romanzo di Marco Franzoso seguendo una linea narrativa che privilegia l’atmosfera e la progressiva perdita del controllo.

Un film che lascia il segno

Dal punto di vista stilistico, La lezione sull’amore affida molta forza all’ambientazione: la Cornice triestina, con il suo porto, le sue nebbie e i luminosi squarci urbani, diviene co-protagonista, un luogo che riflette l’isolamento e l’inquietudine dell’avvocata. L’uso della luce e dello spazio chiuso conferisce al film una qualità quasi da “camera-thriller”, dove ogni corridoio diventa possibile trappola e ogni ombra un sospetto. Accorsi, interpretando il professore carismatico e ambiguo, regala un ritratto misurato e penetrante, mentre De Angelis costruisce un personaggio che oscilla tra forza e vulnerabilità, tra stabilità professionale e fragilità emotiva. Il regista evita facili colpi di scena, preferendo un montaggio teso e un ritmo che cresce per accumulo anziché esplosione.

Tuttavia, questa scelta – che è anche forza – può diventare limite: in certi momenti il film rischia di indulgere in cliché del genere stalking/thriller legale senza spingersi oltre il conosciuto. La vera originalità risiede però nella combinazione dei piani narrativi: la battaglia legale, la minaccia privata, la discesa nell’insicurezza, tutti elementi che convergono in un finale che lascia aperte domande più che offerte risposte. In questo senso, il film funziona come specchio delle nostre paure individuali e collettive, sull’uso del potere, sull’oblio della violenza e sulla difficoltà di difendersi dall’interno.

La_lezione_-_fortementein.com

Una chiusura d’effetto

La lezione sull’amore propone un viaggio oscuro e sofisticato nel cuore delle relazioni contemporanee, dove ciò che sembra protetto può rivelarsi pericoloso.

Alla fine, lo spettatore resta con il senso di un’equilibrata inquietudine: non tanto per ciò che ha visto, ma per ciò che ha compreso. Il film non cerca solo di spaventare, ma di far riflettere.