La nuova stagione del Teatro Manzoni, da Monica Bellucci a Ferzan Ozpetek

Il Teatro Manzoni  di Milano, dopo una lunga e sofferta chiusura dovuta alla pandemia, ha finalmente presentato la sua nuova stagione per il 2021/2022. Le novità in arrivo sono davvero molte a partire dall’arrivo di Monica Bellucci che interpreterà sul palcoscenico milanese l’indimenticabile Maria Callas. Con lei su uno dei palchi più più importanti della città meneghina altri nomi di valore come Vanessa Incontrada e il debutto alla regia teatrale di Ferzan Ozpetek, insieme a molti altri.

Durante la presentazione del programma il direttore del Teatro Manzoni, Alessandro Arnone, chiede a gran voce di non fermare ancora una volta il teatro. «Non solo noi, ma anche le compagnie che ospitiamo che ripartono al cinquanta per cento. Sanno cioè che, se va bene, possono puntare al massimo alla metà dell’incasso». Ovviamente la più grande speranza è quella di ritornare a capienza normale, idea condivisa anche dall’assessore alla Cultura, Filippo Del Corno, «Si può fare perché i luoghi di cultura sono molto sicuri, grazie al rigoroso rispetto delle prescrizioni tra cui l’obbligo del green pass per entrarvi, ma anche perché occorre ripristinare il diritto alla partecipazione culturale».

Il Calendario completo del Teatro Manzoni stagione 2021/2022

PROSA

LIOLÀ
Dal 12 al 24 ottobre 2021
Giulio Corso di Luigi Pirandello con Enrico Guarneri. Adattamento e regia Francesco Bellomo

Teatro Manzoni

Liolà è una commedia d’ambiente siciliano che trae spunto dal quarto capitolo del “Fu Mattia Pascal” e dalla novella “La mosca”. In questa edizione, abbiamo scelto di collocare il periodo storico a cavallo dei primi anni ’40, mentre il contesto scenografico ci riporta al borgo marinaro di Porto Empedocle, con le costruzioni di un bianco accecante che le incastona perfettamente nel paesaggio della scala dei Turchi, adiacente la casa natia di Pirandello. Questo espediente consente una ricollocazione oltre che di luogo anche delle caratteristiche dei personaggi: Liolà è un don Giovanni senza morale, che con il suo comportamento, scombussola l’apparentemente morigerata società in cui si muove. Zio Simone Palumbo diventa un commerciante di zolfo che governa le attività economiche del borgo, tentando di camuffare con le ricchezze, la sua impotenza. Accanto a lui, si muove uno spaccato di società dove attraverso intrighi e vendette incrociate, domina la brama di benessere materiale, che pervade gli altri personaggi. In particolare la Zia Croce e sua figlia Tuzza, ma dalla quale non è immune la stessa Mita, che ha accettato, spronata da sua Zia Gesa, di sposare il ricco Zio Simone, per acquisire una solida posizione sociale. Se è vero che la gioia di vivere, la spensieratezza della commedia, prevalgono su qualsiasi tipo di complicazione intellettualistica, qui Liolà, il trasgressore delle regole, è l’unico personaggio positivo, mentre gli altri sono interessati, egoisti e gretti. Ma un senso di giustizia lo induce a infrangere le regole della moralità comune, spontaneamente senza rendersene conto. Questa commedia fa ridere ma non è gioconda, è allegra con cattiveria a spese di tutti. Nel testo, si sente sempre la presenza di un ingegno creatore, che ha quasi la tristezza dell’opera che immagina e una superiore ironica pietà dei personaggi, che egli fa ridere. Come disse Antonio Gramsci “Liolà è il prodotto migliore dell’energia letteraria di Luigi Pirandello, è una commedia che si riattacca ai drammi satireschi della Grecia antica, Mattia Pascal, il melanconico essere moderno, vi diventa Liolà, l’uomo della vita pagana, pieno di robustezza morale e fisica”.

L’ANIMA BUONA DI SEZUAN
Dal 4 al 17 novembre 2021
Monica Guerritore di Bertolt Brecht, regia Monica Guerritore. Traduzione e adattamento Roberto Menin Ispirata all’edizione di Giorgio Strehler (Milano 1981)

Teatro Manzoni

Nella capitale della provincia cinese del Sezuan giungono tre dèi alla ricerca di qualche anima buona e ne trovano solo una, la prostituta Shen Te, che li ospita per la notte. Il compenso inaspettato per tale atto di bontàèunatondasommetta,milledollarid’argento,ossia,perShenTe,lapossibilitàdiviverebene. Mail compenso è accompagnato dal comandamento di continuare a praticare la bontà. La povera SHEN TE apre una tabaccheria e si trova subito addosso uno sciame di parassiti, falsi e veri parenti bisognosi, esigenti fino alla ferocia, da cui è costretta a difendersi. Per farlo, una notte, si traveste da cugino cattivo SHUI TA e spietato con tutti. A complicare la situazione però interviene l’amore…

Monica Guerritore che giovanissima ha visto la sua carriera segnata dall’incontro con Giorgio Strehler, realizza il suo sogno di portare in teatro il capolavoro di Bertolt Brecht ispirandosi alla bellissima edizione messa in scena dal Piccolo Teatro di Milano nel 1981.

SCUSA SONO IN RIUNIONE… TI POSSO RICHIAMARE?
Dal 10 dicembre 2021 al 2 gennaio 2022
Vanessa Incontrada Gabriele Pignotta una commedia scritta e diretta da Gabriele Pignotta

Pignotta dipinge il ritratto della sua generazione, quella dei quarantenni di oggi, abbastanza cresciuta da poter vivere inseguendo il successo e la carriera, ma non abbastanza adulta da poter smettere di ridere ed ironizzare su se stessa. Cosa succederebbe se queste stesse persone, per uno scherzo di uno di loro, si ritrovassero protagonisti di un reality show televisivo? Scusa sono in riunione…ti posso richiamare? è un’attuale e acutissima commedia degli equivoci che, con ironia, ci invita a riflettere sull’ossessione della visibilità e sulla brama di successo che caratterizzano i nostri tempi.

Una commedia geniale, travolgente, assolutamente da non perdere!

DON CHISCIOTTE
Dal 18 al 30 gennaio 2022
AlessioBoni SerraYilmaz. Adattamento Francesco Niccolini
con Marcello Prayer Regia Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer

Teatro Manzoni ph. Lucia De Luise
ph. Lucia De Luise

Chisciotti e cavalieri erranti, sparpagliati per il mondo o chiusi dentro le mura, sono sempre gli stessi, quelli di un tempo, quelli di oggi e quelli di domani, savi e pazzi, eroi e insensati. Non sono venuti al mondo per vivere meglio o peggio. Quando l’universo nella solitudine si abbandona alle proprie miserie, loro pronunciano parole di giustizia, d’amore, di bellezza e di scienza. Chi si rende volontariamente schiavo non maledice l’esistenza.
Fernando Arrabal, Uno schiavo chiamato Cervantes

Note di Alessio Boni
Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte.

E io dico che Don Chisciotte e Sancho vennero al mondo affinché Cervantes potesse narrare la loro storia e io spiegarla e commentarla, o meglio, affinché Cervantes la raccontasse e la spiegasse e io la commentassi.
Può raccontare, spiegare e commentare la tua vita, mio caro Don Chisciotte, soltanto chi è stato contagiato dalla tua stessa follia di non morire. Allora, intercedi in mio favore, o mio signore e padrone, affinché la tua Dulcinea del Toboso, ormai disincantata dalle frustate di Sancho, mi conduca mano nella mano all’immortalità del nome e della fama. E se la vita è sogno, lasciami sognare per sempre!
Miguel de Unamuno, Vita di Don Chisciotte e Sancho

I SOLITI IGNOTI
Dall’8 al 20 febbraio 2022
Giuseppe Zeno Fabio Troiano. Adattamento teatrale di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli tratto dalla sceneggiatura di Mario Monicelli, Suso Cecchi d’Amico, Age & Scarpelli Regia Vinicio Marchioni.

Teatro Manzoni
©Lanzetta-Capasso

La commedia è la prima versione teatrale del mitico film con la regia di Mario Monicelli uscito nel 1958 e diventato col tempo un classico imperdibile della cinematografia e non solo.
Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri sbarcano sulle scene rituffandoci nell’Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. L’adattamento è fedele alla meravigliosa sceneggiatura originale senza rinunciare a trovate di scrittura e di regia per rendere vicina quell’epoca lontana.

ENRICO IV
Dal 22 febbraio al 6 marzo 2022
Eros Pagni di Luigi Pirandello regia Luca De Fusco

Teatro Manzoni
foto Le Pera

Enrico IV è uno dei personaggi che aspetta la maturità di un grande attore. Mastroianni, Randone, Albertazzi, Benassi, Ruggeri hanno dato ognuno una propria versione di questo grande personaggio. Il testo non è forse perfetto come altri capolavori di Pirandello ma il personaggio è entrato subito nella storia del teatro. Un uomo che è caduto da cavallo durante una festa in maschera e si è risvegliato convinto di essere Enrico IV, il personaggio storico che stava interpretando, è una grande metafora. Con la sua figura ci fa riflettere sul grande tema della follia ma anche sulla finzione e sul teatro stesso, visto che l’uomo, di cui non conosciamo neppure il vero nome, si è talmente radicato nel suo personaggio da non volerne uscire neppure quando rinsavisce di colpo. L’arrivo dei suoi vecchi compagni di quella fatale mascherata fa esplodere tutte le contraddizioni di questa incredibile figura che vive da anni chiuso in un castello fuori dal tempo.
Eros Pagni è giudicato da molti uno dei massimi attori italiani. Nel corso della sua formidabile carriera ci ha dato dei personaggi indimenticabili. Tra i più recenti un Sindaco del rione sanità, il Padre dei sei personaggi, il Prospero della Tempesta. Dopo un lungo sodalizio col Teatro di Genova e col compianto Marco Sciaccaluga, ha intessuto una nuova collaborazione con Luca De Fusco, col quale iniziò interpretando un magnifico Shylock. La versione dei “Sei personaggi in cerca d’autore” che Pagni e De Fusco hanno realizzato assieme, è stata salutata con grande successo non solo in Italia ma anche a San Pietroburgo e Parigi. Il grande critico George Banu definì lo spettacolo una delle maggiori versioni del capolavoro pirandelliano. Nel maggio scorso la Rai ha trasmesso lo spettacolo registrato al Valle, teatro dove il testo debuttò cento anni prima. Pagni e De Fusco celebrano ora un nuovo centenario, rappresentando “Enrico IV” al Teatro Manzoni di Milano il 24 febbraio, esattamente cento anni dopo la prima assoluta di quel testo che fu salutato dai milanesi con grande successo.

MINE VAGANTI
Dall’8 al 20 marzo 2022
uno spettacolo di Ferzan Ozpetek

Note di regia. Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico?
Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze.
A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.

SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA
Dal 29 marzo al 10 aprile 2022
Antonio Catania Gianluca Ramazzotti Paola Quattrini. Due atti di Ray Cooney
Versione italiana Iaia Fiastri. Regia originale Pietro Garinei. Nuova messa in scena di Luigi Russo.

Teatro Manzoni

Note di regia. Riprendere uno spettacolo come Se devi dire una bugia dilla grossa, cavallo di battaglia della Ditta Dorelli, Quattrini, Guida, dopo 30 anni dalla prima rappresentazione del 1986, è come avere in mano una cambiale sicurissima, sia per il pubblico che per i teatri che lo ospitano.
La solida struttura comica che caratterizza la commedia, che lo stesso Cooney aveva rappresentato allo ShaftesburyTheatre, che ha poi fatto il giro del mondo e che lo stesso Garinei ha poi portato in scena con enorme successo, è per il nostro mercato un grande ritorno.

Dopo l’ultima edizione del 2000 con Jannuzzo, Quattrini, Testi, sempre per la regia di Garinei, per festeggiare i cento anni dalla nascita di un grande uomo di teatro come Pietro Garinei, la Ginevra Media Production con la direzione artistica di Gianluca Ramazzotti ha deciso di montare una nuova produzione dello spettacolo. L’allestimento sarà ispirato a quello originale firmato dalla ditta G&G con il famoso girevole che rappresenta di volta in volta la hall dell’albergo e le due camere da letto, dove si svolge la vicenda ormai nota del Ministro del Governo De Mitri, che vorrebbe intrattenere relazioni extra coniugali con un membro femminile del governo dell’opposizione.
La versione rinfrescata e attualizzata da Iaia Fiastri con un cast eccellente, vede protagonisti Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti e Paola Quattrini che per la terza volta interpreterà il ruolo di Natalia, la moglie dell’onorevole. Lo spettacolo inoltre vedrà la presenza di Paola Barale nel ruolo di Susanna Rolandi già interpretato da Gloria Guida e Anna Falchi. Il cast comprende anche Nini Salerno e Marco Cavallaro. Siamo certi che la proposta di riprendere un “evergreen” come “la Bugia” sarà gradita al pubblico.

MONTAGNE RUSSE
Dal 3 al 15 maggio 2022
Corrado Tedeschi Martina Colombari di Eric Assous. Traduzione Giulia Serafini Regia Marco Rampoldi

Teatro Manzoni

Lui – maturo, affascinante ed elegante, moglie e figlio fuori città – incontracasualmente lei – più giovane, di bell’aspetto e consapevole di piacere – e la invita a casa. Si preannuncia una serata molto piacevole e spensierata, ma lei non è come lui si sarebbe aspettato. Ed ogni volta che lui sta per riuscire ad
ottenere quello che vorrebbe, la donna lo spiazza cambiando identità e carattere, in un continuo vorticoso salire e scendere, come sulle macchinette delle montagne russe, fino a scoprire che in realtà…

Corrado Tedeschi, dopo anni di attesa, interpreta con la sua intelligenza e classe, uno dei testi più riusciti di Eric Assous (vincitore di due prix Molière), portato in scena nel 2004 da Alain Delon e Astrid Veillon, tenendo a battesimo il debutto sul palcoscenico di Martina Colombari, perfetta per il ruolo, e che forma con lui una coppia inaspettata e di grande fascino. Marco Rampoldi, che ha già diretto Corrado alcune delle sue prove più convincenti, dirige una commedia scritta con inconsueta sapienza, divertente (a tratti esilarante), sorprendente, e con momenti di intensa commozione.i re

FUORI ABBONAMENTO

NAPOLETANO? E FAMME ‘NA PIZZA!
Dal 4 al 16 gennaio 2022
Vincenzo Salemme uno spettacolo di Vincenzo Salemme

Note di regia. “Napoletano? E famme ‘na pizza” è uno spettacolo che nasce dal mio libro uscito con lo stesso titolo agli inizi di marzo. Titolo che fa riferimento ad una battuta di una mia commedia teatrale, “E…. fuori nevica”, nella quale uno dei personaggi chiede al fratello di dimostrare la sua presunta napoletanità facendogli una pizza. E sì, perché ogni buon napoletano deve saper fare le pizze, deve saper cantare, deve essere sempre allegro, amare il caffè bollente in tazza rovente, ogni napoletano che si rispetti deve essere devoto a San Gennaro, tifare Napoli, amare il ragù di mamma’… e via così con gli stereotipi che rischiano di rendere la vita di un napoletano più simile ad una gabbia che ad un percorso libero e indipendente. Tutte le città vivono sulla propria pelle il peso degli stereotipi ma Napoli più di ogni altra. E, molto spesso, sono i napoletani stessi a pretendere dai propri concittadini una autenticità così ortodossa da rischiare l’integralismo culturale. Allora io con questo spettacolo provo a capire, in chiave ironica, se sono un napoletano autentico o un traditore dei sacri e inviolabili usi e costumi della nostra terra. Cominciando dalla confessione di un primo tradimento, una sorta di peccato originale che rischierebbe di intaccare la mia immagine di attore comico napoletano. Così, il più delle volte, mi definiscono quando mi presentano da qualche parte. Ed io, il più delle volte sto zitto. Ebbene, confesso il mio peccato: io non sono nato a

Napoli ma a Bacoli, in provincia di Napoli! Quindi questo che vuol dire? Che non sono napoletano d.o.c.? Significa che da anni usurpo un titolo culturale? Voglio cercare con voi la risposta a questa domanda: “sono”napoletanoo“faccio”ilnapoletano?Aiutatemi!

CABARET

ANGELO DURO DA VIVO
Data in via di definizione ore 20,45
Friends&Partners presenta Angelo Duro

Angelo Duro
Foto Lucia Iuorio

Dopo il successo di pubblico e di critica dell’ultima tournée teatrale che ha registrato ovunque il sold out, la comicità dissacrante di Angelo Duro torna a calcare il nostro palcoscenico con il nuovo live show Angelo Duro da vivo. Si annuncia esilarante il one-man show del comico da quasi due milioni di follower, seguitissimo dal pubblico per la sua ironia cinica e imprevedibile che fa ridere e insieme riflettere. È lui stesso ad affermare: “Chi vi dice che parlerò? Posso starmene pure quaranta minuti in silenzio. Chi me lo vieta?”. Bisognerà quindi attendere di vederlo in scena per scoprire cosa racconterà questa volta.

10 ANNI DI MINCHIATE
1 ottobre 2021 ore 20,45
Amaca Arts And Artists presenta PanPers di Andrea Pisani, Luca Peracino, Cristiano Fantechi, Antonio Losito, Fabio Borghino (Alisei)

Dopo i successi in tv e sui social network, Andrea Pisani e Luca Peracino, meglio noti con il nome di PanPers, continuano a coltivare l’amore per il live e, a 10 anni di distanza dal loro primo spettacolo, tornano sul palcoscenico con questo show che non è solo un “best of” dei loro migliori pezzi, ma un vero e proprio raccoglitore di tutto quello che hanno creato dai loro inizi a oggi. Oltre ai personaggi più riusciti del loro repertorio (Lo Zombie, Mika e Fedez, Sig. Brenton) ci saranno numerosissimi sketch inediti e parodie musicali mai sentite, perché per i PanPers la prima prerogativa è sempre quella di stupire il pubblico e non offrire mai niente di scontato o prevedibile.

UN EBREO, UN LIGURE E L’EBRAISMO
4 ottobre 2021 ore 20,45
Corvino Produzioni in collaborazione con Mismaonda presenta Moni Ovadia Dario Vergassola Dialogo tra un ebreo e un ligure sull’umorismo Moni Ovadia prova a convertire Dario Vergassola.

Un incontro tra due filosofie e tra due modi di fare teatro e comicità.
Il “saggio” Moni Ovadia, saggio perché più vecchio, terrà una specie di lezione sull’ebraismo e il suo umorismo a Vergassola che da buon ligure, per affinità vicino agli ebrei, cercherà di capirne l’essenza e cercherà di rilanciare dal suo punto di vista alla lezione del saggio Moni. Riusciranno i nostri eroi a trovare un punto di accordo? Riusciranno a trovare il legame tra un modo di fare umorismo nella tragedia storica degli ebrei, popolo dalle straordinarie storie e fantastici scrittori, e il modo di far sorridere con l’amarezza e il cinismo ligure?

GLI UOMINI VENGONO DA MARTE, LE DONNE DA VENERE
Dal 28 al 31 ottobre 2021 ore 20,45
Si Può Fare Productions e Marco Massini in collaborazione con Terry Chegia presentano dal best seller di John Gray Debora Villa scritto da Paul Dewandre

“Tanto tempo fa, i Marziani e le Venusiane si incontrarono, si innamorarono e vissero felici insieme perché si rispettavano e accettavano le loro differenze. Poi arrivarono sulla terra e furono colti da amnesia: si dimenticarono di provenire da pianeti diversi”.
Il testo di John Gray è un best seller mondiale che ha venduto cinquanta milioni di copie ed è stato tradotto in quaranta lingue, si basa su un pensiero tanto semplice quanto efficace: gli uomini e le donne vengono da due pianeti diversi. A portare in scena l’adattamento teatrale, una esilarante terapia di gruppo collettiva, del libro più celebre dello psicologo statunitense John Gray sarà per la prima volta in assoluto una donna: l’attrice Debora Villa. Cercando di restare imparziale, Debora vi condurrà per mano alla scoperta dell’altro sesso senza pregiudizi. Per la prima volta quindi, sarà una rappresentante di Venere a ricordarci, con la sua comicità travolgente e irriverente, raffinata e spiazzante, quali sono le clamorose differenze che caratterizzano i Marziani e le Venusiane. Uomini e donne impareranno a conoscersi di nuovo “perché – come sostiene Gray – quando si imparano a riconoscere e apprezzare le differenze tra i due sessi, tutto diventa più facile, le incomprensioni svaniscono e i rapporti si rafforzano.

VERNIA O NON VERNIA
18 e 19 novembre 2021 ore 20,45
Savà Produzioni Creative presenta Giovanni Vernia scritto da Giovanni Vernia e Paolo Uzzi Collaborazione ai testi Pablo Solari Regia Paola Galassi e Giampiero Solari

Giovanni_Vernia

Vernia o non Vernia è la vera novità teatrale.
Chiunque conosca Giovanni Vernia, associa il suo nome alle irresistibili maschere con cui ha conquistato tv e web, ed è in questo spettacolo che l’artista racconta da dove nasce la sua “follia comica”.
È un demone interiore il suo, che comincia ad apparire da bambino, stimolato dalla Genova in cui è cresciuto e dagli stravaganti parenti pugliesi e siciliani. Ed è una sorta di spiritello dispettoso, che si manifesta in modo sempre più invadente durante la sua carriera da ingegnere, costringendolo a diventare comico di professione.
Questo nuovo spettacolo è un esercizio di leggerezza intelligente, dove la storia personale dell’artista, si sovrappone ad un divertentissimo ma acuto viaggio attraverso i luoghi comuni di questi strani tempi moderni. Ne emerge uno showman completo, che spazia con disinvoltura dal racconto alla parodia, dal canto al ballo, creando un rapporto col pubblico unico e coinvolgente.
E dopo una serata irresistibile vi chiederete: “ma era Vernia o non era Vernia?”.

L’ORNANO FURIOSO
12 e 13 aprile 2022 ore 20,45
Savà Produzioni Creative presenta Antonio Ornano Monologo cavalleresco di stand up comedy scritto da Antonio Ornano, Simone Repetto, Carlo Turati, Matteo Monforte

“Le donne, l’arte, gli amori, le scortesie, le audaci ipocrisie io canto” Dopo anni di patetica introspezione psicologica può comunque capitare di avere una rivelazione e capire le ragioni di una “furia” cieca ed indiscriminata. Tranquilli, trovare il motivo non risolve il problema, anzi, lo amplifica, soprattutto quando scopri che l’unico colpevole di questa collera sei tu.
Una consapevolezza che è una condanna, perché ti priva dell’effimero quanto catartico piacere di prendertela sempre con qualcun altro. Puoi solo smetterla di essere altrove e obbligarti a vivere in un tempo a cui non siamo più abituati, il presente. Il tempo giusto per cancellare ogni alibi, per bearti dei sogni infranti e sguazzare nei tuoi fallimenti. Poi magari scopri che, nascosti da qualche parte, ci sono persino dei tuoi simili. E allora ti scappa da ridere.

L’Ornano Furioso è il nuovo spettacolo di Antonio Ornano, un monologo di stand up comedy che rappresenta un’ulteriore tappa, forse l’ultima, di un personalissimo viaggio alla scoperta delle fragilità umane.
La verità è che siamo venuti al mondo clamorosamente imperfetti ed il rischio, soprattutto nel tempo in cui viviamo, è fingere tutta la vita di essere quello non siamo.

Forse è un peccato, perché alle volte, i vincitori non sanno proprio cosa si perdono.
Una regia pulita e lineare, senza sottolineare o prendere questa o quella posizione, lo spettatore sarà portato per mano in una apparente favola che in realtà rappresenta la vita di tutti i giorni.

LEZIONI DI MARKETING ROMAGNOLO
27 e 28 aprile 2022 ore 20,45
Diverto in collaborazione con Duepunti presenta Paolo Cevoli Scritto e diretto da Paolo Cevoli

Paolo Cevoli, un imprenditore con l’hobby del Cabaret, racconta la sua esperienza di manager della ristorazione. Ci accompagnerà, con l’innato acume che lo contraddistingue, attraverso il suo passato e presente da imprenditore, fin dalle origini della Pensione Cinzia di Riccione gestita dalla famiglia. Fa da sfondo una terra, quella di Romagna, che ha nell’ospitalità, nella laboriosità e nel buon umore, il segreto del suo successo. Cevoli definisce la sua professione PAFS – Professional Air Fried Seller – esplorando a suo modo concetti quali storytelling, marketing e customer relationship management, per una serata all’insegna di un sagace e istruttivo divertimento.

EXTRA

IL SISTEMA
29 e 30 settembre 2021 ore 20,45
RG Produzioni e Cultura Identità con la partecipazione del Comune di Castel San Giovanni presentano Edoardo Sylos Labini
Adattamento teatrale Angelo Crespi Tratto dall’omonimo libro di Alessandro Sallusti e Luca Palamara pubblicato da Rizzoli

La realtà che supera il romanzo. È Il Sistema, lo spettacolo tratto dall’omonimo libro campione di vendite, di Alessandro Sallusti e Luca Palamara, che Edoardo Sylos Labini porta in scena con il riadattamento di Angelo Crespi. L’attore, attraverso il racconto dell’ex capo dell’Anm, ripercorre le tappe principali della carriera di Palamara, mettendo in luce il sistema di vasi comunicanti che si è instaurato tra politica e magistratura negli ultimi venti anni e che rischia di compromettere l’equilibrio costituzionale del Paese. La trama si dipana tra processi, sentenze, nomine e correnti, in un unico atto pieno di colpi di scena e di ritmo incalzante tra testimonianze inedite, video, interviste e intercettazioni. Il racconto di cronaca di una delle firme più autorevoli del giornalismo italiano, restituisce la realtà dei fatti così come si sono verificati, in maniera schietta, sintetica e senza fronzoli, con lo scopo di sollecitare una riflessione nello spettatore. L’obiettivo non è attaccare l’indipendenza della magistratura ma far tornare gli italiani a credere nella Giustizia. Ci sono scene che meriterebbero la macchina da presa di Francis Ford Coppola, che si inscrivono perfettamente in alcuni dei topos, dei grandi temi del teatro di tutti i tempi: il tradimento, la sete di potere, l’astuzia per ottenerlo, le guerre fratricide.
Edoardo Sylos Labini, dopo avere interpretato alcuni dei perosnaggi più scomodi e discussi della storia, da Nerone a D’Annunzio, da Giuseppe Mazzini a Italo Balbo, torna in scena con uno spettacolo di teatro civile con un’operazione verità che farà sicuramente discutere. Le scene e i costumi saranno affidati a Laura Giannisi. Sul palco con Sylos Labini, Simone Guarany e a sorpresa, forse, il convitato di pietra.

Al termine dello spettacolo, Edoardo Sylos Labini e Cultura Identità, organizzano una serie dibattiti sul tema della giustizia e su una nuova visione culturale della città meneghina.
Insieme ad Alessandro Sallusti, direttore del quotidiano Libero, Luca Palamara, ex presidente dell’Anm, Augusto Minzolini, direttore de Il Giornale, e lo scrittore Stefano Zecchi, interverranno intellettuali e giornalisti.

Ecco gli appuntamenti:
29 settembre – Incontro dibattito con Alessandro Sallusti e Luca Palamara 30 settembre – Incontro dibattito con Augusto Minzolini e Stefano Zecchi

È QUESTA LA VITA CHE SOGNAVO DA BAMBINO?
Dall’8 al 10 ottobre 2021 ore 20,45
Stefano Francioni Produzioni in collaborazione con Savà Produzioni Creative presenta Luca Argentero di Gianni Corsi, Edoardo Leo, Luca Argentero Musiche Davide Cavuti Regia Edoardo Leo

foto Angelo Redaelli

Luca Argentero in È questa la vita che sognavo da bambino?, spettacolo prodotto dalla Stefano Francioni Produzioni e distribuito da Savà Produzioni Creative, racconta le storie di grandi personaggi dalle vite straordinarie che hanno inciso profondamente nella società, nella storia e nella loro disciplina. Raccontati sia dal punto di vista umano che sociale, con una particolare attenzione al racconto dei tempi in cui hanno vissuto.

Luisin Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba, tre sportivi italiani che hanno fatto sognare, tifare, ridere e commuovere varie generazioni di italiani.

Luisin Malabrocca, “l’inventore” della Maglia Nera, il ciclista che nel primo Giro d’Italia dopo la guerra si accorse per caso che arrivare ultimo, in una Italia devastata come quella del ‘46, faceva molta simpatia alla gente: riceveva salami, formaggi e olio come regali di solidarietà. Automaticamente attirò anche l’attenzione di alcuni sponsor, fino a farlo guadagnare di più l’arrivare ultimo che tentare la vittoria. In poco tempo è arrivata anche la popolarità. In lui le persone hanno riconosciuto l’anti-eroe che è nel cuore di ogni italiano, ma, insieme alla popolarità, sono arrivati nuovi sfidanti in una incredibile corsa a chi arriva ultimo. Walter Bonatti, l’alpinista che dopo aver superato incredibili sfide con la roccia, il clima e la montagna, arrivato a oltre ottomila metri d’altezza, quasi sulla cima di una delle montagne più difficili da scalare del mondo, il K2, scoprì a sue spese che la minaccia più grande per l’uomo è l’uomo stesso; eppure la grande delusione del K2 lo ha spinto ancora più in là a mettersi alla prova in nuove sfide in solitaria, nuove scalate impossibili e infine a viaggiare in tutto il mondo. Tutto ciò per trovare la cosa più importante della vita: se stesso.

Alberto Tomba, il campione olimpico che ha fermato il Festival di Sanremo con le sue vittorie. L’insolito sciatore bolognese che con la sua leggerezza nella vita e aggressività sulla pista è arrivato a essere conosciuto in tutto il mondo come “Tomba la bomba”. Uno dei più grandi campioni della storia dello sci che ha radunato intorno alle sue gare tutta la nazione, incarnando la rinascita italiana forse illusoria ma sicuramente spensierata degli anni ‘80.

Tre storie completamente diverse l’una dall’altra, tre personaggi accomunati da una sola caratteristica, essere diventati, ognuno a modo proprio, degli eroi.

ABBA DREAM
11 ottobre 2021 ore 20,45
Charlotte Spettacoli presenta Omaggio alla leggenda degli Abba

Abba Dream è un doveroso omaggio ad una grande band che ha segnato la storia della musica pop, lasciandoci un’incredibile eredità musicale attraverso canzoni ormai considerate un vero e proprio ‘cult’. Le canzoni sono eseguite interamente dal vivo da una band che supporta le due voci femminili e un coro. Ma non è solo la musica a fare grande uno spettacolo: il tutto sarà arricchito da coreografie “Abba-style” e numerosi e scenografici cambi d’abito.
Abba Dream è un vero e proprio fenomeno: 15.000 amici su Facebook e i fans della band svedese che accorrono in teatro per rivivere le emozioni attraverso canzoni indimenticabili. Una serata all’insegna del più sfrenato divertimento che consentirà agli spettatori di tornare indietro nel tempo fino ai magici anni della loro intramontabile pop music.

(S)LEGATI
18 ottobre 2021 ore 20,45
Atir Teatro Ringhiera presenta Jacopo Maria Bicocchi Mattia Fabris La storia vera degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates di Jacopo Maria Bicocchi e Mattia Fabris Luci Alessandro Verazzi Musiche Sandra Zoccolan

“E’ un piccolo gioiello della produzione Atir. […] Bicocchi e Fabris, bravissimi, riescono a tenerci col fiato sospeso per tutto lo spettacolo. E non solo per il ritmo incalzante della drammatica impresa sportiva, quanto piuttosto per la vicenda esistenziale sottesa, di cui sono stati capaci di rendere tutte le sfumature e implicazioni possibili” Hystrio, Claudia Cannella

L’incredibile storia vera degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates è la storia di un sogno ambizioso: essere i primi al mondo a scalare il Siula Grande, attaccato dalla parete ovest. Ma è anche la storia di un’amicizia, e della corda che, durante quella terribile impresa, lega questi due giovani ragazzi. La corda che mette la vita dell’uno nelle mani dell’altro. Come sempre avviene in montagna. C’è dunque una cima da raggiungere. C’è l’estenuante conquista della vetta. C’è la gioia dell’impresa riuscita. E infine, quando il peggio è passato, e la strada è ormai in discesa, c’è la vita, che fa lo sgambetto e c’è la morte, che strizza l’occhio: un terribile incidente in alta quota. Joe durante una banale manovra si rompe una gamba.

Da quel momento in poi, tutto cambia. L’impresa diventa riuscire a tornare vivi: a 5.800 metri, la minima frattura si può trasformare in una condanna a morte, i due ragazzi ne sono consapevoli, ma nonostante le condizioni disperate tentano un’operazione di soccorso.
Tutto sembra funzionare finché, proprio quando le difficoltà sembrano superate ecco che c’è un altro imprevisto, questa volta fatale: e c’è allora il gesto, quel gesto che nessun alpinista vorrebbe mai trovarsi obbligato a fare: Simon è costretto a tagliare la corda che lo lega al compagno. Un gesto che separa le loro sorti unite. Che ne (s)lega i destini per sempre.

Quell’atto estremo però, in questo caso miracoloso, salverà la vita a entrambi: tutti e due, riusciranno a tornare vivi al campo base. E a ritrovarsi insperatamente lì dopo 4 giorni.
E’ la storia di un miracolo. Di un’avventura al di là dei limiti umani
Ed è al contempo una metafora: delle relazioni, tutte, e dei legami. La montagna diventa la metafora del momento in cui la relazione è portata al limite estremo, in cui la verità prende forma, ti mette alle strette e ti costringe a “tagliare”, a fare quel gesto che sempre ci appare così violento e terribile, ma che invece, a volte, è l’unico gesto necessario alla vita di entrambe.

TOILET
25 e 26 ottobre 2021 ore 20,45
a.ArtistiAssociati direzione artistica Walter Mramor presenta Gabriele Pignotta Sono chiuso qui dentro ma nessuno sa dove… neanche io! una storia scritta e diretta da Gabriele Pignotta Supervisione artistica Cristina Vaccaro
Musiche originali Stefano Switala Scene Tiziana Liberotti Luci Maximiliano Lumachi Aiuto regia Julie Ciccarelli

PH Valeria Mottaran

Un “dramedy” appassionante e coinvolgente, già diventato un film prodotto da Vision Distribution e Fenix in uscita prossimamente che si prepara a diventare un cult. Una originalissima commedia che conserva anzi sublima lo stile delle commedie precedenti di questo artista. Uno spettacolo coinvolgente ed emozionante in cui lo spettatore segue con trepidazione la vicenda del protagonista!

Il venditore Flavio Bretagna sta guidando e risponde a mille telefonate. Ha bisogno di una pausa e si ferma in una piccola area di servizio. È distratto e non memorizza dove si trova. Sempre al telefono, entra nel bagno. Ma al momento di uscire la porta si blocca, È uno scherzo? No, la porta non si apre, nessuno sembra esserci li fuori, nessuno sa dove si trova… neanche lui!

Da quel momento Bretagna cerca in ogni modo di uscire dal bagno di questo piccolo autogrill e per farlo interagisce al telefono con il Maresciallo dei carabinieri con la sua segretaria e con una serie altri inaspettati personaggi tra i quali le persone che hanno scritto gli annunci sui muri del bagno regalando momenti di imperdibile comicità.

Gabriele Pignotta si mette alla prova con uno spettacolo pop innovativo e sorprendente, che mescola commedia (si ride tanto), atmosfere di suspense (la situazione si fa via via più tesa) e introspezione psicologica. Si tratta di un genere che mescola la commedia (si ride tanto), atmosfere di suspense (che spingono lo spettatore a voler sapere come andrà a finire) e l’introspezione psicologica perchè dopo ore che il protagonista resta intrappolato, il bagno di quell’autogrill si trasforma in uno spazio in cui si materializza anche l’inconscio non consentendo fughe.

SIAMO MUSICA
3 novembre 2021 ore 20,45
Emiliano Toso Emiliano Toso Experience a 432Hz con la partecipazione di Daniel Lumera Lorena Borsetti violoncello

Siamo Musica!
Hai mai pensato a te stesso come a uno spartito? Come a un brano che esegue la sua melodia in ogni istante incessantemente e al ritmo dell’universo? Sentendoti parte di questa opera meravigliosa? E che ognuno di noi abbia la sua personale melodia da diffondere e portare nel mondo, intrecciandosi a una moltitudine di melodie differenti ma ugualmente splendide e uniche?
E magari non hai mai pensato che le cellule del nostro corpo, ogni singola cellula del nostro corpo funziona esattamente allo stesso modo?
Siamo musica è la perfetta fusione di scienza, musica e arte. Un viaggio unico che ti permetterà di toccare nel profondo di te, le emozioni che legano queste espressioni di noi.
Emiliano Toso, biologo compositore con il suo pianoforte accordato a 432Hz, farà risuonare in te antiche e innate emozioni, ci rivelerà i segreti più intimi della sua trasformazione creativa, delle sue composizioni e degli straordinari riscontri che sta avendo a livello internazionale.
Daniel Lumera, riferimento internazionale nel campo della meditazione, darà modo di esplorare la nostra musica attraverso un momento esperienziale di grande impatto. Tutto questo non sarebbe possibile senza il violoncello di Lorena Borsetti.

Sei pronto a sentirti Musica?
Translational Music è la modalità per tradurre emozioni vissute a livello profondo, cellulare, in un piano più alto, quella della musica. Grazie alla risonanza queste vibrazioni si diffondono in modo più veloce, universale e naturale fino a raggiungere altre cellule, altre persone, l’umanità intera; donando benessere e migliorando la cooperazione per riavvicinarci alla nostra Anima. Presente in scuole ed ospedali di tutto il mondo come integrazione ad attività didattiche e terapeutiche (come nascita, chirurgia, oncologia, psichiatria, malattie neurodegenerative) Translational Music viene utilizzata da migliaia di persone per promuovere benessere, salute e creatività, accompagnando il lavoro di terapeuti e grandi ricercatori internazionali quali Bruce Lipton, Gregg Braden, il Dott. Franco Berrino e la Dott.ssa Daniela Lucangeli.

OH MIA BELA MADUNINA
14 novembre 2021, 19 dicembre 2021, 13 marzo 2022 ore 20,45
Leonardo Manera Alessandro Milan
Il racconto di Milano tra ospiti, musica e cabaret con la partecipazione dei DUPERDU

Ci sono tanti modi per raccontare Milano. Per esempio, attraverso un ospite rappresentativo per la nostra città che porti una storia, un’esperienza, un punto di vista. Ma Milano è anche divertimento, è anche musica, è anche comicità. Ecco allora che i tre elementi si fondono, per dare vita a una serata inconsueta dove l’ospite di turno fa da filo conduttore insieme al fascino della musica d’autore e a una sorridente ironia. Il modo migliore per terminare la settimana e cominciare quella nuova col sorriso sulle labbra e un ricordo in più nel cuore.

MARIA CALLAS
21 novembre 2021 ore 20,45

Les Visiteurs du Soir presenta Monica Bellucci Lettere e Memorie Regia Tom Volf

“Un giorno scriverò la mia autobiografia, vorrei scriverla io stessa per mettere le cose inn chiaro. Sono state raccontate così tante bugie su di me… ”
Maria Callas

Dalla modesta infanzia di Maria Callas a New York agli anni della guerra ad Atene, dai suoi discreti inizi nell’opera, alle vette di una carriera planetaria segnata da scandali e sfide personali, dall’amore idealizzato per suo marito alla sua ardente passione per Onassis, questo allestimento ci fa scoprire per la prima volta la vera storia dietro la leggenda. A volte si rivela Maria, la donna vulnerabile, combattuta tra la sua vita sul palcoscenico e la sua vita privata, a volte Callas, l’artista vittima delle sue richieste e in perenne battaglia con la sua voce, e che, nonostante la solitudine parigina dei suoi ultimi anni, continuerà a lavorare instancabilmente fino al suo ultimo respiro, all’età di 53 anni.
Un commovente e affascinante autoritratto della più grande voce del XX secolo.

Note di regia. Monica Bellucci torna su un palcoscenico italiano, dopo il Festival di Spoleto e dopo aver debuttato in allo Studio Marigny di Parigi, in occasione della pubblicazione del libro a cura di Tom Volf “Maria Callas. Lettere e Memorie”, edito da Rizzoli.
Dall’infanzia modesta trascorsa a New York agli anni della guerra ad Atene, dal debutto in sordina all’Opera fino alle vette di una carriera di livello internazionale, segnata da scandali e tribolazioni personali, dall’amore idealizzato per suo marito alla passione travolgente per Onassis, questo racconto unico rivela, per la prima volta, la vera storia di Maria Callas che si cela dietro la leggenda. A volte ci svela Maria, come una donna vulnerabile, divisa tra la vita sul palcoscenico e la vita privata, a volte Callas, l’artista vittima delle sue esigenze e in perpetua battaglia con la sua voce, e che, nonostante la solitudine parigina dei suoi ultimi anni, continuerà a lavorare instancabilmente fino al suo ultimo respiro, all’età di 53 anni.

Un autoritratto profondamente commovente e affascinante della più grande voce del XX Secolo.

ALMENO TU NELL’UNIVERSO
22 novembre 2021 ore 20,45
Atir Teatro Ringhiera presenta Matilde Facheris Virginia Zini Sandra Zoccolan
Omaggio a Mia Martini di Matilde Facheris, Virginia Zini e Sandra Zoccolan Pianoforte e arrangiamenti Mell Morcone Consulenza drammaturgica Giulia Tollis Scene e costumi Maria Paola Di Francesco

Domenica Rita Adriana Berté, in arte Mia Martini, è una delle voci femminili più belle ed espressive della musica italiana caratterizzata da una fortissima intensità espressiva: “Una voce con il sangue, con la carne”. Tre attrici-cantanti cercano di restituirne la grandezza e la fragilità con un racconto variegato che spazia dalle sue splendide canzoni (dalle più conosciute ai gioielli più nascosti), fino a ricordi personali, racconti e testimonianze dei suoi tanti amici artisti, fra cui la amata e odiata sorella Loredana Berté e naturalmente Ivano Fossati, autore di molte sue canzoni, compagno fondamentale di bellissimi progetti artistici e di una travagliata e profonda storia d’amore.

Mia Martini era un’anima mediterranea, calda, solare ma sembra averla sempre accompagnata uno strano senso di solitudine.
Momenti bui e periodi luminosi.
Il rapporto con il padre, l’esperienza del carcere, la terribile nomea di “iettatrice” diffusasi nel mondo dello spettacolo data dall’invidia per quella voce così potente, nuova e commovente; ma anche la capacità di riproporsi, di ricominciare da capo ogni volta, il successo e le collaborazioni con tanti artisti e compagni di viaggio.

Un racconto in musica e parole di una delle voci più intense della musica italiana. Un omaggio.
Un ritratto.
Un dono.

DANTE GIOTTO
Dal 23 al 28 novembre 2021 – PRIMA NAZIONALE feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30
Corvino Produzioni presenta Vittorio Sgarbi uno spettacolo di Vittorio Sgarbi
Musiche composte ed eseguite dal vivo da Valentino Corvino

Vittorio Sgarbi ha esordito al Festival La Versiliana nell’estate 2015 con lo spettacolo teatrale “Caravaggio”, con sorprendenti salti temporali ha condotto il pubblico in un percorso illuminante dentro le viscere artistiche e sociali del Merisi. Tali vicende hanno disvelato straordinari fenomeni premonitori della contemporaneità, il pubblico ammaliato dall’inedita percezione, e stimolato dall’abile miscela di racconto, immagini e suoni, ha sperimentato l’indissolubile comunione con l’esperienza caravaggesca, esperienza rinnovata nei sequel degli altrettanto fortunati “Michelangelo” (Stag.2017/18), “Leonardo” (Stag.2018/19) e “Raffaello (Stag.2019/20).

Le magistrali performance di Vittorio Sgarbi han fin qui dimostrato come, artisti antecedenti il nostro secolo abbiano fortemente inciso il modo di percepire il quotidiano in cui siamo immersi.
Il quinto spettacolo, su cui verte la nuova indagine del Vittorio “Nazionale”, segna un sorprendente cambio di rotta e raddoppiando protagonisti mette al centro la figura di Dante Alighieri (Firenze 1265 / Ravenna 1321) in relazione paritetica con il coevo Giotto Di Bondone (Colle di Vespignano 1267 / Firenze 1337).

Il 25 marzo 2021 verrà celebrato nel mondo il VII centenario dalla morte di Dante, la data è stata individuata dal MIBAC attraverso il Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Vittorio Sgarbi, celebrerà alla sua maniera Dante intessendo inediti fili conduttori nello scambio con Giotto. Entrambi eminenti attori di una nuova raffigurazione artistico letteraria, le opere di Dante e Giotto hanno condizionato i modelli stilistici a seguire, influenzato i canoni filosofici, sociali e spirituali del tempo, giungendo a noi come imprescindibili fondamenti di cui facciamo empiricamente esperienza.
Doppiosenso è un progetto dinamico di Valentino Corvino, in questo spettacolo con Domenico Giovannini sono state indagate le relazioni esistenti tra testi sonori, immagini e parole.

ELEGANZISSIMA
2 e 3 dicembre 2021 ore 20,45
Best Sound in collaborazione con Savà Produzioni Creative presenta
Drusilla Foer Recital di Drusilla Foer Direzione artistica Franco Godi con Loris Di Leo pianoforte e arrangiamenti Nico Gori sax e clarinetto

Il recital scritto e interpretato da Drusilla Foer, in una nuova versione aggiornata, prosegue il suo viaggio raccontando gli aneddoti tratti dalla vita straordinaria di Madame Foer, vissuta fra l’Italia, Cuba, l’America e l’Europa, e costellata di incontri e grandi amicizie con persone fuori dal comune e personaggi famosi, fra il reale e il verosimile. In “Eleganzissima”, essenziali al racconto biografico sono le canzoni dello spettacolo, che Drusilla interpreta dal vivo.

Drusilla Foer, cantante, attrice e autrice, è da tempo un’icona di stile. Personaggio irriverente e antiborghese, si presta spesso a sostegno di cause sociali importanti. Posa per fotografi, stilisti e artisti di prestigio internazionale. Frequenta con successo televisione e cinema, diventando in breve una star di culto anche sul web.

LA MAGIA DI SANT’AMBROEUS
Dal 4 all’8 dicembre 2021 4 e 7 dicembre ore 20,45 – 5 e 8 dicembre ore 15,30
Amaca Arts And Artists presenta Raul Cremona

In occasione delle festività dell’Immacolata e di Sant’Ambrogio l’estro di Raul Cremona darà vita ad uno straordinario incontro tra il pubblico milanese e la magia, all’insegna di in un viaggio magico difficile da dimenticare. Un tuffo in un mondo antico portato in scena da giovani promesse ed affermate novità che non smettono mai di incantare e far sognare. Tra manipolazioni, giochi di prestigio e grandi illusioni, uno spettacolo per tutta la famiglia, sempre accompagnato da un pizzico di poesia, che anticiperà la magia del Natale, senza dimenticare di farci divertire. Un’occasione per tirare fuori dal cassetto la scatola del mago con cui giocavamo da bambini e tornare ad esserlo per una serata.

CARMEN
25 e 26 maggio 2022 ore 20,45
Roma City Ballet Company presenta Rossella Brescia Testi, regia e coreografia Luciano Cannito Musiche Georges Bizet e Marco Schiavoni con i solisti della Roma City Ballet Company

Un gruppo di profughi sbarca a Lampedusa dopo un viaggio allucinante, sfruttati dallo scafista “Escamillo” e braccati dalle forze dell’ordine comandate dal severo maresciallo dei Carabinieri “Don Josè”.
L’amore travolgente tra Carmen e Don Josè, il tentativo di quest’ultimo di piegare il fiero spirito ribelle della sua amata ad una vita perbene, fatta di routine, belle passeggiate e tanta televisione.

La passione si trasforma in noia, solitudine, angoscia. Carmen, non sa e non può vivere in una gabbia di mediocrità. Fugge e torna dai suoi amici al campo profughi. Fugge tra le braccia di Escamillo, ben consapevole di quello che l’aspetta…
La potenza della musica di Bizet è riuscita a far diventare il nome “Carmen” un archetipo universale della cultura dell’Occidente. Dire Carmen è un po’ come dire passione estrema, voluttà, forza e istinto. Carmen è il sole dei Sud, la felice disperazione di possedere solo se stessi e la propria libertà. La mia Carmen è forse semplicemente questo. Immaginata nell’isola di Lampedusa, isola del Sud per la ricca e annoiata Europa, mitico Nord per centinaia di disperati e profughi in fuga chissà da dove e chissà per quanto tempo.

Don Josè è il potere, Escamillo il successo, Carmen la libertà. Storie, del resto, sotto i nostri occhi dalla mattina alla sera. Carmen può essere oggi una siriana, un’afghana, una pakistana, una sudanese e non ha paura di rischiare tutto per la propria libertà. E’ una giovane donna che, come una leonessa, sa di possedere forza, bellezza, potenza e libertà. Carmen sa di essere ricca di quella ricchezza che non si può comprare. E’ invece Don Josè ad essere un poveraccio imbrigliato nella sua burocratica e sicura armatura di maschio occidentale ad avere tutto da perdere contro chi non ha nulla da perdere.

E poi c’è Escamillo dell’Opera di Bizet. Il grande torero. Il “macho”, diremmo noi oggi. Straordinario ritratto anche questo, di personaggio archetipo. L’uomo del successo, l’uomo della gloria effimera. Tutto sommato l’uomo della superficialità. La storia di Carmen termina con la morte di Carmen, ma il vero perdente è Don Josè che resta vivo, ucciso però nell’anima, nella fede e nella speranza.

Ce lo racconterà di persona il vecchio maresciallo dalla sua galera del corpo e dell’anima, rivedendo come in un film la sua unica grande storia d’amore, i suoi errori, il suo orgoglio di animale ferito.

INFO:
Teatro Manzoni

Via Manzoni, 42, Milano

Abbonamenti Prosa in vendita fino al 18 ottobre a partire da € 180,00

Biglietti spettacoli da € 15,50 + prevendita a € 40,00 + prevendita

Biglietti rassegna Family da €4,50 + prevendita a € 16,50 + prevendita

Tel. 02.763.69.01
Fax 02.760.054.71

Per contattare il servizio informazioni info@teatromanzoni.it