Lasciarsi un giorno a Roma: Edoardo Leo ci racconta la fine dell’amore. Recensione

Con Lasciarsi un giorno a Roma Edoardo Leo prova a spiegarci cosa significa smettere di amare e lasciarsi. Nella bellissima cornice della capitale, sempre poetica e malinconica, l’attore, insieme a Stefano Fresi, Claudia Gerini e Marta Nieto, ci racconta delle vicende di due coppie alle prese con il sentimento più bello e subdolo.

Lasciarsi un giorno a Roma

Tommaso (Leo) e Zoe (Nieto) stanno insieme da 10 anni: lui è uno scrittore e cura la posta del cuore di una rivista sotto lo pseudonimo di Gabriel García Márquez, lei è manager di un’azienda di videogiochi di successo. Poi ci sono Umberto (Fresi) ed Elena (Gerini), sposati da 20 anni: lui è il migliore amico di Tommaso, ex professore e ora vicepreside del liceo dove insegnava, mentre lei è il sindaco di Roma.

Un giorno Tommaso riceve una lettera alla posta del cuore da parte di Zoe, che non sa che dietro il fantomatico Marquez che risponde alle questioni di cuore c’è proprio il suo fidanzato. La donna confessa a Marquez di non amare più Tommaso e gli chiede consiglio per capire cosa fare.

Tommaso decide di stare al gioco e cerca di capire che cosa passi della testa della sua ragazza, scoprendo cose che non avrebbe mai immaginato. Nel frattempo Umberto è arrivato al capolinea col suo matrimonio: Elena è sempre più risucchiata dal lavoro, piena di impegni e urgenze, e trascura la sua famiglia. Umberto è intenzionato a lasciarla, ma il divorzio non è semplice e l’uomo è pieno di ripensamenti.

Quella che inizia come una classica pellicola di incomprensioni tra coppie diventa pian piano un doloroso cammino nel sentimento più ambiguo e difficile da comprendere: l’amore. Tommaso non riesce ad accettare che Zoe abbia dei dubbi sulla loro relazione e fa di tutto per riconquistarla, cercando di riaccendere la passione che una volta li univa.

Lasciarsi un giorno a Roma

I suoi sforzi aumentano ma sembra tutto inutile. Tommaso non riesce a smettere di scrivere a Zoe fingendosi Marquez: il suo è un bisogno morboso di conoscere i segreti della donna e non si rende conto che spiare dentro la vita della sua compagna non fa che fargli del male e gettarlo nello sconforto.

Zoe però non deve vedersela solo coi suoi sentimenti incerti: c’è anche un’opportunità lavorativa che la attende, anche se questo significa dire addio per sempre a Tommaso.

Tra le due coppie non c’è dialogo: i quattro hanno sempre nascosto i malumori sotto il tappeto per paura dei litigi, di perdere l’altro, senza rendersi conto che è stato proprio questo a far fallire le loro relazioni. Umberto e Zoe avevano bisogno di fingere che andasse tutto bene; Tommaso ed Elena erano così ciechi da non vedere che la barca stava affondando.

Alla fine, però, gli anni di silenzio esplodono in un unico, forte boato che fa tremare vite intere e mette tutto in un’altra prospettiva. All’improvviso crollano tutte le certezze e i quattro si rendono conto di non aver mai davvero ascoltato i loro sentimenti, perché in fondo era più comodo così.

Le illusioni si rompono sotto i duri colpi della realtà. L’amore va in mille pezzi e le due coppie devono prendere una decisione: raccoglierli insieme e ricostruire ciò che avevano, oppure buttarli via e ricominciare una nuova vita. Ma rendersene conto fa male; capire che certi sentimenti non si possono forzare è una pugnalata al cuore.

Lasciarsi un giorno a Roma racconta di un dolore terribilmente normale, una paura di cui tutti decidono di ignorare l’esistenza finché i danni non sono troppo grandi per essere riparati; racconta dell’errore di dare l’altro per scontato, di pensare che l’amore non nasconda segreti.

Lasciarsi un giorno a Roma è un piccolo gioiello, una pellicola che sa arrivare al nocciolo della questione e scavare a fondo, capace di far riflettere e ragionare sul fatto che a volte le cose non vanno come avremmo voluto, ma non si può fare altro che accettarlo, anche se fa male.