Wang Bing in concorso a Cannes 2023: tre ore e mezza sui lavoratori alle macchine per cucire | Recensione 

Youth (Spring)

Youth (Spring) di Wang Bing è un film di tre ore e mezza, girato in cinque anni, dove la macchina da presa osserva un gruppo di lavoratori rurali alle prese con le macchine per cucire e la moda fast fashion.

Il regista, e lo spettatore con lui, resta prevalentemente all’interno di un atelier nel quale vengono confezionati abiti alle macchine per cucire in un tour de force senza paragoni.

Il gruppo di personaggi del film sono lavoratori rurali e la loro incessante attività viene intervallata da pochi momenti di relax, relazioni sociali, famiglia e vita privata in generale. Ciò che colpisce di tutto il film è che i protagonisti non sembrano fare altro che cucire e anche noi entriamo in questo loop di lavoro super serrato e ci si apre un mondo.

Il mondo dello sfruttamento del lavoratore, la paga al di sotto del minimo sindacale e tutto il retroscena del fast fashion e del mercato intensivo dell’abbigliamento, questo è Youth, tutto raccontato dal punto di vista di chi quei vestiti li cuce con le proprie mani ogni giorno.

Cinema come pura osservazione

Il documentario (unico esemplare nel programma di Cannes 2023) di Wang Bing è osservazione allo stato puro, a tenere le redini di tutto sono i protagonisti stessi con la loro quotidianità. La regia di Bing è documentario puro, la macchina molto spesso a spalla è sempre in movimento e segue costantemente i personaggi, saltando però molto velocemente dall’uno all’altro.

La visione cruda e veritiera di questi lavoratori del distretto tessile di Zhili è tale da diventare non solo lo specchio di una realtà che accade dall’altra parte del mondo rispetto a noi ma anche uno specchio nel quale riflettiamo noi stessi, in quanto esseri umani, e la nostra disumanità.

Youth – nell’atelier

La classe operaia va in paradiso

Nel corso del film non cambia praticamente nulla, salvo le timide proteste degli operai che chiedono migliori condizioni di lavoro eppure nel guardarlo il desiderio costante è quello di assistere a una rivoluzione, una grande ribellione. Vorremmo vedere gli operai che mettono sotto sopra gli stabilimenti con i dormitori annessi, che dessero fuoco ai materassi dalle precarie condizioni igieniche sui quali devono dormire e invece queste persone riescono ancora a sognare e trovare il sorriso.

I personaggi di questo film sono persone del mondo reale che riescono a trovare comunque il tempo per sognare, per inseguire un desiderio. Vederli progettare una cena fuori oppure acquistare un capo online, magari confezionato in uno stabilimento lì vicino è qualcosa che commuove parecchio. Di quest’opera sono previste altre cinque ore, relative ad ulteriore materiale girato da Bing, a completamento dello studio di questa realtà.