Sei nell’anima, il biopic su Gianna Nannini non la rispetta nelle intenzioni | Lei è molto di più

Sei nell'anima - Netflix - Fortementein.com
Sei nell’anima – Netflix – Fortementein.com

Sei nell’anima è il biopic dedicato alla vita di Gianna Nannini durante la sua giovinezza, ma non racconta la sua grandezza.

Da poco è uscito su Neflix i biopic dedicato a Gianna Nannini e quello che ci sia aspetta di vedere purtroppo non arriva mai davvero. Ma andiamo con ordine, il titolo è un’omaggio a una delle sue più note canzoni degli ultimi anni: Sei nell’anima, del 2006.

Anche se il film vuole raccontarci una storia ben diversa e, forse, anche quella più controversa e difficile, ebbene sì perché Gianna nazionale ha trovato la sua espressione artistica arrivando a toccare il fondo.

Tanto che infatti lei stessa in una canzone del 1983 parla della sua seconda nascita dopo alcuni periodo che l’hanno letteralmente devastata, non solo a livello fisico ma anche mentale. La stessa Nannini ha parlato dei periodi delle droghe e della schizofrenia.

La trama di Sei nell’anima vuole raccontarci proprio le due nascite della cantante, la prima è quella del 1954, una bambina vivace nata in un’ambiente tremendamente privilegiato ma in cui si sente stretta, da cui sente la necessità di scappare più e più volte. La seconda è la ri-nascita del 1983, quella più dolorosa che le ha fatto attraversare l’inferno prima di ritrovare la luce.

Sei nell’anima, una dedica amara

Ad interpretare la rocker italiana vediamo Letizia Toni che riesce a dipingere con molte sfaccettature differenti Gianna Nannini e in alcuni casi, soprattutto in certe angolazioni, sembra davvero lei. Complici i tagli di capelli e gli outfit accuratissimi. Sicuramente quando inizia a cantare, però, qualche cosa cambia perché quella che sentiamo è la vera voce di Gianna e non la si può ‘mettere’ sulla faccia di nessun altro.

Questo è un trigger difficile da digerire, meglio chiudere gli occhi e godere della musica. Nel complesso il biopic riesce a trasmettere ai giovani (o a tutti quelli che non l’hanno mai conosciuta bene) quanto Gianna fosse una big al pari di Vasco Rossi anche se meno considerata di lui (ingiustamente). Quello che invece non riesce tanto a emergere è quanto Nannini fosse centomila anni luce avanti, non solo per la sua musica, le parole delle sue canzoni accuratamente scelte per lanciare messaggi, ma per essere davvero unica nel suo genere.

Sei nell'anima - Netflix - Fortementein.com
Sei nell’anima – Netflix – Fortementein.com

Gianna Nannini ha fatto miracoli e nessuno lo dice

Per quanto Sei nell’anima risulti, alla fine, un buon prodotto, anche se con un’inizio un po’ lento, quello che davvero manca è il racconto di una società che non approvava in nessun modo Gianna, la quale si è presentata con un primo singolo dal titolo “Morta per autoprocurato aborto”, un tema che per gli anni ’70 era impensabile, tanto quanto una donna che voleva cantare canzoni sue e non essere interprete di qualche cosa scritta da altri, possibilmente uomini che vogliono parlare di donne.

Il primo vero successo di Gianna arriva proprio con il brano America, che parla di autoerotismo, se non era visto bene l’aborto figuriamoci questo altro tema che ancora oggi riscontra grossi tabù nella società. La copertina del disco con la statua della libertà che tiene un mano un vibratore non ha scandalizzato solo suo padre ma è stato il primo manifesto di Nannini e nel film non trova il suo giusto peso. Gianna Nannini ha fatto la rivoluzione con la sua musica ed è questo che va ricordato come un pezzo fondamentale di storia della nostra musica nel mondo.