Un anno di scuola di Laura Samani, il racconto delicato di un’adolescenza in trasformazione

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Presentato a Venezia, il film esplora amicizia, desiderio e crescita con uno sguardo poetico e insieme realistico.

Con Un anno di scuola, la regista Laura Samani porta sul grande schermo un’opera che mescola intimità e universalità, unendo la sensibilità del suo cinema precedente a una storia che tocca temi fondamentali dell’adolescenza. Dopo l’apprezzato Piccolo corpo, Samani sceglie ancora una volta di raccontare personaggi giovani alle prese con la scoperta di sé e del mondo, costruendo un film che oscilla tra poesia visiva e concretezza quotidiana.

La vicenda si svolge in un contesto scolastico che diventa microcosmo della crescita: un luogo in cui amicizie nascono e si incrinano, i desideri emergono con forza, le contraddizioni della giovinezza esplodono in tutta la loro intensità. La regista evita le facili idealizzazioni, preferendo uno sguardo autentico e a tratti spietato, che restituisce la complessità di un’età in cui ogni emozione sembra definitiva.

Il cuore del film è proprio l’incontro tra due ragazze, diverse per carattere e visione del mondo, ma destinate a intrecciare le proprie vite in un rapporto fatto di complicità, conflitti e scoperte reciproche. La scuola diventa il teatro di un rito di passaggio, un anno che segna la trasformazione interiore e prepara all’ingresso nell’età adulta.

Con una regia attenta ai dettagli e un linguaggio visivo raffinato, Samani riesce a trasmettere il senso di sospensione tipico di quell’età, in cui il tempo sembra scorrere lento e vorticoso allo stesso tempo.

Un racconto di amicizia e desiderio

Uno dei punti di forza di Un anno di scuola è la capacità di mettere in scena l’amicizia femminile in tutta la sua complessità. Non si tratta di un rapporto lineare o privo di ombre, ma di una relazione viva, attraversata da gelosie, tensioni e momenti di irresistibile vicinanza.

Il film affronta anche il tema del desiderio e della scoperta della propria identità, evitando semplificazioni o stereotipi. La regista osserva le sue protagoniste senza giudicarle, lasciando emergere la spontaneità dei loro gesti e delle loro scelte. In questo senso, il film diventa un ritratto generazionale che parla non solo agli adolescenti, ma anche a chi ricorda quell’età con nostalgia e turbamento.

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Lo stile di Laura Samani

La cifra stilistica di Samani è ormai riconoscibile: uno sguardo che unisce rigore e lirismo, capace di rendere poetico anche il più piccolo dettaglio quotidiano. La fotografia, calda e naturalistica, valorizza gli spazi della scuola e i volti delle protagoniste, restituendo la sensazione di un mondo in trasformazione continua.

Se a tratti il ritmo può apparire contemplativo, è proprio in questa lentezza che il film trova la sua forza, permettendo allo spettatore di immergersi nel tempo sospeso dell’adolescenza. Non è un’opera dal taglio spettacolare, ma un lavoro che conquista per autenticità e profondità emotiva.

Un anno di scuola è un film che conferma la sensibilità di Laura Samani nel raccontare storie intime e universali. Con delicatezza e precisione, la regista offre un ritratto toccante della giovinezza, fatto di fragilità e scoperte, che resterà impresso nello spettatore per la sua sincerità e la sua capacità di catturare l’essenza di un’età irripetibile.