Wake Up Dead Man, Rian Johnson torna con Benoit Blanc in un giallo più cupo e ingegnoso

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Daniel Craig riprende i panni del detective più eccentrico del cinema contemporaneo in un intreccio intricato e sorprendente.

Dopo Knives Out e Glass Onion, Rian Johnson firma il terzo capitolo della saga con protagonista Benoit Blanc, l’investigatore interpretato da Daniel Craig. Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery era attesissimo e il verdetto non delude: il regista spinge la serie verso toni più cupi e inquietanti, senza rinunciare al gusto per l’ironia e per gli enigmi a incastro.

Il titolo, che richiama un brano degli U2, annuncia fin dall’inizio un cambio di atmosfera. Qui non c’è solo il gioco del whodunit classico, ma un affondo nelle ossessioni e nelle fragilità dei personaggi, che si muovono in un contesto corale dove la verità non è mai immediata. Johnson conferma la sua abilità nel mescolare citazioni del giallo tradizionale con un’energia pop e contemporanea.

Il film si apre con un nuovo omicidio che mette in moto la macchina narrativa, ma è l’ambiente stesso – cupo, enigmatico e avvolto da un tono più drammatico rispetto ai capitoli precedenti – a rendere questa indagine diversa. Blanc appare meno caricaturale e più malinconico, pur mantenendo i suoi tratti eccentrici e quella voce inconfondibile che Craig ormai padroneggia con sicurezza.

Daniel Craig, un detective sempre più iconico

Con Wake Up Dead Man, Daniel Craig consolida il ruolo di Benoit Blanc come una delle figure investigative più riconoscibili del cinema recente. Lontano anni luce dal James Bond elegante e muscolare, il suo Blanc vive di sguardi, pause e battute eccentriche, ma in questa nuova avventura emerge anche un lato più fragile e umano.

Il cast di contorno, come da tradizione della saga, è stellare. Ognuno dei personaggi è scolpito con precisione: non semplici sospetti, ma individui con motivazioni, segreti e contraddizioni che alimentano la tensione. Johnson costruisce un mosaico di caratteri che si intersecano, alimentando sospetti e ribaltamenti continui.

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Un giallo che si rinnova senza perdere identità

Il rischio per una saga di successo come Knives Out era quello di ripetersi. Johnson invece sceglie la strada dell’evoluzione: Wake Up Dead Man non cerca di replicare la leggerezza di Glass Onion, ma punta su un tono più sinistro, avvicinandosi per atmosfere ad alcuni noir degli anni ’40 e ’50.

La regia gioca con luci e ombre, creando un clima da favola nera, mentre la sceneggiatura è un labirinto di indizi e false piste. Non tutto fila liscio – alcune sequenze si dilungano e certi colpi di scena appaiono più forzati del previsto – ma il risultato complessivo è avvincente e mai banale.

Wake Up Dead Man: A Knives Out Mystery dimostra che la formula di Rian Johnson ha ancora molto da offrire. Con un Daniel Craig in stato di grazia e un intreccio che mescola tensione, humour e riflessioni amare, il film conferma la vitalità del franchise e rilancia l’attesa per futuri capitoli. Un giallo moderno che sa rispettare la tradizione, sorprendendo al tempo stesso con nuove sfumature.