Un nuovo studio conferma che non ci sono legami tra autismo e vaccino per morbillo, rosolia e parotite

Una nuova ricerca, che ci sembra assolutamente fondamentale divulgare il più possibile e che vi invitiamo a fare di conseguenza, evidenzia che non esiste alcun legame tra il vaccino Mpr, vaccino pediatrico che protegge da morbillo, parotite e rosolia e i disturbi dello spettro autistico. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Annals of Internal Medicine dove il team di ricercatori dello Statens Serum Institut di Copenaghen ha analizzato i dati provenienti da tutti i bambini nati in Danimarca tra il 1999 e il 2010, dimostrando come questo vaccino trivalente non aumenterebbe il rischio di sviluppare l’autismo. Escludendo, quindi, per l’ennesima volta, il nesso di causa-effetto tra vaccinazioni e l’insorgenza di questo disturbo.

“Non abbiamo trovato alcun supporto all’ipotesi di aumento del rischio di autismo dopo la vaccinazione in una popolazione non selezionata di bambini danesi a livello nazionale. E nessun supporto all’ipotesi secondo cui la vaccinazione inneschi l’autismo in sottogruppi suscettibili caratterizzati da fattori di rischio ambientali e familiari”. “In un mondo ideale, la ricerca sulla sicurezza dei vaccini sarebbe condotta solo per valutare ipotesi scientificamente fondate, non in risposta alla cospirazione del giorno. In realtà, le ipotesi propagate dagli scettici sui vaccini possono influenzare la fiducia dei cittadini nei vaccini “, hanno scritto i ricercatori nell’introduzione allo studio.

Purtroppo, questo gravissimo caso di malainformazione, nasce dal gastroenterologo Andrew Wakefield, che nel 1998, ha ipotizzato che il vaccino contro il morbillo fosse collegato all’autismo. I sintomi dell’autismo cominciano a manifestarsi nella stessa fascia di età di quando vengono somministrati i vaccini, ma i legami finiscono qui. La sua teoria è stata abbondantemente screditata dalla comunità scientifica e Wakefield è stato successivamente radiato dalla professione medica.

È importante ricordare che le cause dell’autismo non sono ancora state chiarite o identificate con certezza dalla comunità scientifica, quindi non è possibile accreditarle alla somministrazione di qualsiasi copertura vaccinale.

Quello che invece dovrebbe preoccupare davvero i genitori e non solo è la notizia di alcuni giorni fa: l’Unicef ​​ha avvertito che i casi di morbillo sono saliti a livelli preoccupanti in tutto il mondo, diffondendosi tra i bambini non vaccinati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che la titubanza sui vaccini è una delle 10 maggiori minacce globali alla salute.

La sempre più crescente preoccupazione, dovuta a disinformazione, indifferenza e scetticismo, dei genitori per il potenziale legame tra vaccini e autismo ha portato a un significativo calo dei tassi di vaccinazione. Secondo l’Oms, infatti, “La vaccine hesitancy – cioè la riluttanza o il rifiuto a vaccinare nonostante la disponibilità di vaccini – rischia di invertire i progressi compiuti nella lotta contro le malattie prevenibili con il vaccino”. Sul sul sito dell’Organizzazione si legge che: “La vaccinazione è uno dei modi più economici per evitare certe malattie: attualmente impedisce 2-3 milioni di morti all’anno e 1,5 milioni potrebbero essere evitati se la copertura vaccinale globale migliorasse”.

In questo nuovo studio, per cercare di valutare se ci fosse un effettivo legame tra il vaccino Mpr e un maggior rischio di autismo nei bambini, i ricercatori hanno analizzato i dati provenienti dal registro demografico danese, coinvolgendo nell’analisi un totale di 657.461 bambini tra il 1999 e il 2010, di cui 6.517 sono stati diagnosticati con autismo. Dal confronto tra i bambini vaccinati con il Mpr (che solitamente viene somministrato intorno a un anno di età mentre la seconda dose prima di andare a scuola) e quelli che non lo avevano ricevuto è emerso che non c’era alcuna differenza nel rischio di sviluppare i disturbi dello spettro autistico. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che non c’è stata alcuna associazione tra l’età del bambino al momento del vaccino e alcun nesso tra il tempo trascorso dalla vaccinazione e lo sviluppo dell’autismo.

Infine, i ricercatori hanno valutato il rischio di autismo in precisi sottogruppi di bambini considerati più “suscettibili”. Osservando, anche in questo caso, che non c’era alcun collegamento tra la vaccinazione e un maggior rischio di sviluppare autismo nei bambini che avevano un fratello affetto da questo disturbo, oppure in coloro che avevano ricevuto altri vaccini pediatrici, o durante determinati periodi di tempo prima e dopo aver ricevuto la vaccinazione. Come concludono i ricercatori, quindi, questo studio fornisce un’ulteriore conferma del fatto che non c’è alcuna associazione o nesso di causa-effetto tra il vaccino Mpr e il rischio di sviluppare l’autismo.