Il leone del Bernini non è stato sfigurato, non è un atto vandalico

leone del Bernini due immagini a confronto prima e dopo

Il leone del Bernini non è stato sfigurato volontariamente e non si è trattato di alcun atto vandalico, la notizia era apparsa su diversi giornali per poi rimbalzata all’impazzata da un sito all’altro in questi giorni dopo che lo storico dell’arte Teodoro De Giorgio aveva lanciato l’allarme del danneggiamento sul suo blog su Huffingtonpost.it “C’è un leone ferito dietro quelle luci sgargianti che, durante le festività natalizie, violentano, con l’avallo delle istituzioni…” questo su segnalazione di Martin Raspe della Bibliotheca Hertziana dove mostravano il povero animale deturpato.

Il poderoso leone della Fontana dei Quattro Fiumi del Bernini di Piazza Navona a Roma, posizionato sul lato orientale della fontana che si sporge dalla cavità delle rocce per dissetarsi ai piedi della palma africana, tra le personificazioni dei fiumi Gange e Nilo è sì completamente sfigurato perché gli mancano la lingua, i denti e il labbro inferiore con annesso ciuffo di pelo sottostante, ma fortunatamente non è stato un atto vandalico a negargli la sua originaria fierezza, bensì il tempo. L’usura di un perno metallico ha determinato il distacco della porzione del muso dell’animale di pietra rovinando nella fontana e non è vero che è successo tutto nella totale superficialità delle istituzioni, infatti si sa esattamente quando questo è successo, il 18 agosto scorso. Inoltre il video mapping che è stato proiettato durante le feste natalizie proprio sulla fontana non è da sminuire e non vuole neppure coprire di ridicolo la maestosa opera del Bernini, l’occhio attento dell’osservatore ha diritti in egual misura di godere dell’arte senza pregiudizi. In ogni caso la Sovrintendenza Capitolina ha deciso di sciogliere il mistero e chiarisce, “I frammenti si sono distaccati il 18 agosto per l’usura di un perno metallico di ancoraggio e non per un atto vandalico. Sono stati recuperati immediatamente dai nostri tecnici e sono in laboratorio per essere preparati per l’intervento di riadesione previsto dal 13 gennaio”.

Per una volta possiamo tirare un sospiro di sollievo, non è stato un atto vandalico a deturpare questo tesoro della storia dell’arte e non possiamo nemmeno condannare le nuove forme d’arte che vanno a dare lustro alle storiche opere senza toglierne alcuna dignità, inoltre i lavori di restauro sono previsti a brevissimo per ripristinare la scultura. Tutto è bene quel che finisce bene e soprattutto viva l’arte, tutta, di cui siamo drammaticamente già abbastanza privati in questo difficile periodo.