Ei fu. La Milano di Napoleone in mostra alla Braidense

Ei fu. La Milano di Napoleone in mostra alla Braidense, dal 5 maggio al 10 luglio 2021 la Biblioteca Nazionale Braidense ricorda i 200 anni della morte di Napoleone con una mostra che espone rarissimi documenti e autografi dell’epoca: “La Milano di Napoleone: un laboratorio di idee rivoluzionarie. 1796-1821”, a cura di Giorgio Panizza e Giulia Raboni.

Giuseppe Diotti. Ritratto di Napoleone I imperatore 1810. Olio su tela

In mostra la forza delle idee innovative, le passioni, i contrasti, le contraddizioni, da cui è comunque nata l’Italia europea che è nostra, attraverso rarissimi documenti e autografi dell’epoca: 147 opere tra cui gli autografi di Pietro Verri, la prima edizione delle Ultime lettere di Jacopo Ortis e quella dei Sepolcri, un esemplare postillato da Stendhal, e infine le stesure autografe del Cinque maggio e i documenti della sua larga diffusione, compresa la traduzione di Goethe, nonostante il divieto della censura milanese.

Prima carta della minuta autografa del 5 maggio di Alessandro Manzoni. Biblioteca Nazionale Braidense

Arricchiscono il percorso i ritratti di tre protagonisti, in quadri che fanno parte del patrimonio della Braidense: gli oli su tela di Giuseppe Diotti, Ritratto di Napoleone I imperatore (1810); di Filippo Pistrucci, Ritratto di Ugo Foscolo (1822), che riporta sul verso una redazione autografa del sonetto-autoritratto di Foscolo; e quello con Alessandro Manzoni a 20 anni (1805), già attribuito a Maria Cosway.
Insomma, nel bicentenario della morte, Brera celebra Napoleone, che ricordiamolo, di Brera fu il fondatore, arrivando in città non come imperatore ma come generale della rivoluzione francese, e con lui celebra anche Milano, come terreno fertile dei valori dell’illuminismo. “Milano non sarebbe Milano, l’Italia non sarebbe l’Italia e l’Europa non sarebbe l’Europa senza un momento in cui una persona come lui – ha sottolineato James Bradburne – non avesse potuto esprimere quei valori”. 

Milano fu la Capitale del Regno d’Italia napoleonico e la città conserva ancora intatti tanti segni del passaggio dell’Imperatore corso. Dal primo ingresso in città dell’esercito napoleonico il 15 maggio 1796, passando per l’incoronazione di Napoleone come Re d’Italia avvenuto nel Duomo di Milano con la Corona ferrea il 26 maggio 1805, sono tanti i momenti che hanno indissolubilmente legato la città al generale: l’Arco della pace, l’Arena civica, la gigantesca statua bronza di Napoleone come “Marte pacificatore” realizzata dal Canova che accoglie i visitatori al centro del cortile della Pinacoteca di Brera. Napoleone cambiò la Storia e lasciò ampie tracce del suo passaggio mortale, dando il nome anche a un’epoca.

Ei si nomò: due secoli,
L’un contro l’altro armato,
Sommessi a lui si volsero,
Come aspettando il fato;
Ei fe’ silenzio, ed arbitro
S’assise in mezzo a lor.

Scrisse il Manzoni nell’ode a lui dedicata (vv. 49-54). Una figura complessa, contraddittoria e controversa, capace ancora oggi, a distanza di 200 anni tondi tondi, di dividere e far discutere, ma alla quale va però accordato, dopotutto, anche “qualche” merito; attraverso il suo codi­ce civile e altre riforme legislative, Napoleone diffuse, a suo modo, in tutto il continente i fondamenti ideali e politici della Rivoluzione fran­cese e ponendo le basi per lo Stato moderno.

Fu vera gloria?

Lo disse anche Manzoni: “Ai posteri l’ardua sentenza”.

INFO:
Dal lunedì al giovedì dalle ore 9.30 alle 13.30
(ultimo ingresso ore 12.30)
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA