Quanto è difficile lasciar andare? Di Raffaella Carrà e di un passato che stiamo salutando

Quanto è difficile lasciar andare? Di Raffaella Carrà e di un passato che stiamo salutando

L’epoca che stiamo vivendo si potrebbe definire un’epoca nostalgia. Sono già alcuni anni che in una forma o nell’altra esprimiamo questo sentimento nei confronti di un periodo nel passato (è diverso per ciascuno di noi) che ci sembra migliore di quello che stiamo vivendo.
Ce lo aveva raccontato bene Woody Allen in un suo capolavoro cinematografico, Midnight In Paris, dove il protagonista è così attratto dal passato che finisce per viverlo.
Nel nostro caso, però, la natura della nostra nostalgia scaturisce da un periodo che davvero abbiamo vissuto.

Raffaella Carrà

Il cinema, la televisione e lo spettacolo in generale hanno accompagnato per ciascuno di noi questo o quel periodo particolare della vita che ricordiamo con malinconia e che tanto spesso in questo periodo di pandemia ci è tornato in mente.
Per questo quando un’artista come Raffaella Carrà ci lascia è come se un pezzo della nostra infanzia ci dicesse addio.

Il mio periodo del cuore sono gli anni Novanta, e in quel periodo c’erano ancora tanti nomi dello spettacolo televisivo italiano e non solo. Raffaella Carrà l’ho scoperta come molti della mia età grazie a un programma di successo della Rai: Carramba che sorpresa! Un programma che ha fatto scuola, aprendo la strada a molti programmi in cui alla base di tutto ci sono i sentimenti e tanti momenti di commozione tra persone che non si rivedono da tempo. Oggi C’è posta per te detiene il primato, ma negli anni Novanta era la Carrà ad essere la regina del sabato sera italiano.

Raffaella Carrà carramba che sorpresa

Una volta scoperta con questo programma di cui non ci si perdeva una puntata, anche per i numerosi ospiti internazionali che affollavano la prima serata, le teche Rai mi hanno poi fatto scoprire la Carrà degli anni settanta, quella di Canzonissima, di Fantastico, di Milleluci e molti altri programmi televisivi che hanno fatto la storia. Per i pochi che non lo sapessero, poi, Raffaella Carrà ha avuto anche le sue esperienze con il Cinema, lavorando con registi come Blasetti, Mattoli, Sala, Monicelli.

Ma il mio compito in questo momento non è riportare la carriera, nota, di Raffaella Carrà, ci penseranno gli esperti, io sono qui come una delle tante ragazze degli anni Novanta che la ricorda con affetto e che sa di dover salutare un altro pezzo del proprio passato.

Cosa vuol dire quando un personaggio come Raffaella Carrà ci lascia? Ci tocca diventare grandi; ci tocca sopportare l’addio a una vita che non ci appartiene più; ci tocca andare avanti; ci tocca salutare grandi artisti che ci hanno fatto compagnia e che abbiamo sentito vicini, gli artisti che hanno unito persone, famiglie, amici, amanti.
Negli ultimi tempi ne abbiamo salutati diversi e personalmente non so se siamo mai stati pronti a salutare quella spensieratezza, quel divertimento e quella speranza per il futuro che ci appartenevano.

Sicuramente le generazioni future vivranno con altrettanto trasporto la scomparsa dei loro idoli e noi saremo quelli d’età che useranno frasi come “Ai miei tempi…” e chissà di cos’altro ci lamenteremo.
Non ho dubbi sul fatto che il futuro sarà altrettanto bello ma per il momento con il bagaglio emotivo che abbiamo dovuto sopportare tra il 2020 e il 2021, lasciatemi dire che vorrei premere il bottone per tornare nella mia epoca del cuore.