Freaks Out di Gabriele Mainetti, una nuova storia di supereroi all’italiana ai tempi della guerra. Recensione

Mixa molto i generi e attinge tanto da diversi precedenti cinematografici il nuovo e tanto atteso film di Gabriele Mainetti, Freaks Out, in concorso alla 78a edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Ci troviamo sempre nell’area supereroistica prediletta dal regista e, infatti, dopo Lo chiamavano Jeeg Robot, Mainetti scrive con Nicola Guaglianone, un altro film in cui ci sono eroi e super poteri ma questa volta si tratta di ben quattro protagonisti.
Ciascuno di loro ha un potere speciale e come i Fantastici 4 dopo l’iniziale disagio e la non accettazione di alcune situazioni, sapranno fare tesoro del dono di cui ciascuno è dotato e salveranno centinaia di ebrei sconfiggendo il nazista di turno. Esatto, stiamo parlando di ebrei, poiché, questa nuova avventura è ambientata circa nel 1943, qualche tempo dopo la firma dell’armistizio che avrebbe segnato le battute finali della Seconda Guerra Mondiale.

I nostri eroi sono un gruppo di circensi capeggiati da Israel (Giorgio Tirabassi) che ha un tendone da circo e intrattiene il pubblico rispettivamente con Matilda (Aurora Giovinazzo) che ha il fuoco dentro, non ci si può accostare se non si vuole prendere una scossa; Fulvio (Claudio Santamaria) che potremmo definire l’uomo lupo perché ricoperto interamente di peli e con una forza sovraumana; segue Mario (Giancarlo Martini) l’uomo calamita, capace di attirare il ferro e piegarlo a suo piacimento con la forza del pensiero. Infine Cencio (Pietro Castellitto) che doma gli insetti e come un pifferaio magico li conduce dove vuole.
La vita di questi squattrinati artisti è dura in tempo di guerra, infatti tra un bombardamento e l’altro Israel sta pensando di lasciare l’Italia e, come tanti, emigrare in America.
Si allontana dai suoi amici per andare a recuperare i documenti per il viaggio ma non fa più ritorno.
Dapprima i quattro rimasti soli si mettono in cerca dell’amico, ma il sospetto che egli sia fuggito con il loro soldi è forte. Solo Matilda crede che Israel sia in pericolo e vuole andare in cerca del suo amico.
Nel frattempo a Roma staziona un circo tedesco, organizzato da Franz (Franz Rogowski) un soldato con sei dita per mano che per questa “anomalia” non può esercitare. Anche Franz ha un potere speciale, egli vede il futuro ed è in cerca di talenti come lui per mettere su un esercito invincibile al servizio di Hitler. Le persone che sta cercando sono i nostri protagonisti.

Freaks Out

Come ho detto il film è infarcito di riferimenti ad altri film famosi, il primo che mi viene in mente e che posso citare è senz’altro Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino; gli stessi Fantastici 4 chiamati in causa all’inizio e alcuni riferimenti netti al Neorealismo e in generale al nostro cinema italiano. Il primo esempio che posso fare al riguardo è senz’altro Roma città aperta di Rossellini e poi Miracolo a Milano di De Sica, due capisaldi del genere.

Rimane il tocco di Mainetti che rimanda al suo film d’esordio ma questa volta le atmosfere sono un’insieme di generi e il film, non manca di raccontare personaggi tutti italiani nonostante il modello americano presente anche in Lo chiamavano Jeeg Robot.
Siamo in presenza di attori italiani di livello molto alto e di una regia che si conferma anch’essa giusta, nella quale non vi sono sbavature.

Freaks Out

Tuttavia la nota dolente di questo secondo lavoro di Mainetti è sulla scrittura e non sulla regia. Ci sono diverse cose che non tornano e che non vengono spiegate tanto da rompere la sospensione dell’incredulità. Per fare un esempio pratico, in Geeg Robot il protagonista cade nel fiume ed entra in contatto con sostanze radioattive che ne fanno il super uomo che vedremo nell’avventura. In Freaks Out invece non sappiamo perché i personaggi siano dotati dei loro poteri, né come sia possibile che Franz riesca, sembra per una sorta di trance, a vedere il futuro.
Per qualcuno questi possono essere dei dettagli minimi se si pensa che due ore e trenta minuti scorrono via che è un piacere e che questo film sarà sicuramente un successo di pubblico.

Ma per qualcun altro, invece, alcuni particolari in sceneggiatura vanno considerati e quindi so per certo che il pubblico si dividerà.
Personalmente, malgrado i piccoli difetti, ho apprezzato molto di più quest’ultimo film rispetto al precedente e trovo che questa volta Mainetti abbia creato un mondo assai complesso che non era facile da mettere su.
Quello che mi domando è, dal momento che in entrambi i film vi sono questi universi verosimili in una Roma popolata dai supereroi, perché il regista non ha pensato a dei nuovi capitoli?
Probabilmente lo ha fatto, ma per il momento i due film restano due realtà assestanti.
Di certo questo film si presenta come uno dei prodotti più originali nel cinema italiano, come abbiamo detto anche per il precedente, Freaks Out si allontana dai soliti generi prediletti in Italia e con un piede nel citazionismo offre al pubblico quello che vuole.