Stay Close, l’avvincente miniserie thriller di Netflix. recensione

La storia parte da un quartiere inglese, dove tutto urla famiglia: SUV, ampie abitazioni, parchi, scuole, e mamme vestite tono su tono con capi in cashmere. Una di queste è proprio Megan, la protagonista di Stay Close, la miniserie tv targata Netflix.

Sono bastate 6 lettere a riaprire un vortice che l’ha catapultata nel passato e ha dato vita a intrecci di crimini, segreti e bugie: Cassie. Megan (Cush Jumbo) ha tre figli, una bella casa, è impegnata nel sociale e sta per sposarsi, quando – di ritorno dal suo addio al nubilato – trova fuori dalla porta di casa un biglietto con su scritto il suo vecchio, vero nome: “Cassie”.

Sì, perché lei non è sempre stata Megan. Prima di incontrare l’uomo con cui mettere su famiglia, è stata Cassie, ballerina di un locale notturno, il Vipers, che tornerà ad essere al centro della sua vita. Ed è proprio in quel locale che si riapre la porta del passato di Megan: prima di abbandonare per sempre la sua vita da nubile, torna sotto mentite spoglie al locale dove è cresciuta, dove tutto è finito e dove, inaspettatamente, ricomincerà. Qualcuno la riconosce e torna a galla una notte che Cassie sperava di essersi lasciata per sempre alle spalle.

Quando era una ballerina del Vipers, Cassie aveva una relazione con un cliente abituale Ray (Richard Armitage), ma nello stesso momento c’era un altro uomo violento ossessionato da lei, Steward Green. Una sera Cassie lo trova morto nel bosco e, preoccupata che la polizia sospettasse di lei, scappa per sempre, cambiando nome, aspetto e vita. Cassie è morta, o forse sparita, per tutti. Così, lontano da occhi indiscreti, nasce un’altra donna, Megan.

Un giorno, però, torna nella vita di Megan Lorraine (Sarah Parish) proprietaria del Vipers e una vecchia amica di Cassie. Lorraine la mette in guardia, avvisandole che il suo stalker Steward Green non è mai morto, è più vivo che mai e sta cercando Cassie. Inizia così una serie di avventure tra polizia, sospettati, vecchi amici del Vipers e segreti. Megan proverà con tutte le sue forze a non far sapere alla sua famiglia chi era Cassie, immagine di un passato così lontano dalla nuova versione di lei.

Intanto, la polizia scopre che Steward Green non è l’unico uomo ad essere scomparso nella notte di carnevale nei pressi del Vipers. Ci sono altri 15 uomini di cui si sono perse le tracce da anni. Casi irrisolti, storie di persone scomparse che, guardate nell’insieme alla giusta distanza, iniziano a prendere una forma. La polizia unisce i puntini e scopre di non essere di fronte a tante scomparse, bensì ad un serial killer che colpisce nella notte di carnevale.

Iniziano le indagini della polizia, in cui sarà coinvolta anche Megan, che vedranno diverse persone attorno e lei diventare delle vittime: prima il suo amico avvocato Harry Sutton (Eddie Izzard), poi sua figlia, rapita da una coppia di ragazzi vestiti dai colori vivaci che come accessorio prediligono il sangue umano.

Megan collaborerà con la polizia mettendosi spesso in pericolo e proprio in quelle situazioni torna a  brillare il coraggio e tutto ciò che apparteneva alla vecchia Cassie: una donna che non si lascia mettere i piedi in testa, che non teme la paura. Tutto ciò che fa per proteggere famiglia ed amici è il risultato di quello che ha imparato quando era una ballerina del Vipers e si doveva difendere dalle molestie e dalle violenze subite da parte degli uomini. Così riemerge Cassie, che il pubblico impara a conoscere attraverso flashback, ma che in realtà è più presente che mai.

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La miniserie tv Stay Close termina con un colpo di scena: per tutto il corso dell’indagini non c’è mai un vero sospettato, prima sembra Cassie la colpevole, poi che Ray (il suo ragazzo storico del Vipers), forse mosso dalla gelosia per Steward Green, e ancora, il marito di Megan… Insomma, tutti, tranne lei: Lorraine.

Era la proprietaria del Vipers ad essere il serial killer di carnevale. Aveva ucciso a sangue freddo più di 15 uomini, sempre nella notte di carnevale, ma non uomini qualunque, solo quelli che trattavano male le donne, quelli che le picchiavano, insultavano, intimorivano. Steward Green era morto davvero, e per mano sua. Quella di Lorraine era pura vendetta nei confronti della malvagità maschile, che lei ha vissuto sulla sua pelle. Il suo obiettivo era salvare le donne vittime di violenza e sopraffazione da parte degli uomini. E con 15 cadaveri l’ha ce l’ha fatta.

Quello che stupisce di Lorraine è la freddezza e la soddisfazione che si dipingeva sul suo volto quando aveva davanti a sé il cadere di un uomo. Ad arrestarla sarà proprio l’unico che l’abbia mai fatta sentire amata, il poliziotto Broom (James Nesbitt) a capo delle indagini, con cui da tempo intratteneva una relazione. Un arresto in un abbraccio: è abbracciandola che Broom ammanetta la sua amata Lorraine, che confesserà senza rimorsi tutti i suoi omicidi al maschile.