And Just Like That, il finale di stagione. Recensione puntata 10

Carrie e Miranda si scambiano di posto e alcune domande scottanti vengono messe a tacere, insieme alle ceneri di un amore che ha devastato tutti.

“Posso stare qui e scrivere della mia vita, o posso andare con lui e vivere la mia vita!”

“Vuoi dire la sua vita”.

Ricordate il litigio della sesta stagione di “Sex and the City”? Alcune delle conversazioni tra Carrie e Miranda nell’episodio di questa settimana “And Just Like That…” vi sono sembrate familiari?

Nel finale di questa stagione – o, forse, della serie revival del tutto (un rinnovo non è stato ancora annunciato) – scopriamo che le cose si stanno facendo serie tra Miranda e Che. Che, è nonbinario e usa i pronomi loro per riferirsi a sé, invita Miranda a incontrare la loro famiglia, ma invece della cena che Miranda si aspetta, si ritrova in un piccolo nightclub alla moda con le due nonne di Che.

Che sale sul palco e si lancia in una cover di “California Girls” poco prima di annunciare alla folla, e a Miranda, che sono diretti a Los Angeles per girare un pilota.

La notizia sbalordisce Miranda, ma è ancora più sbalorditivo per lei che Che la voglia con sé, ciò che forse è ancora più sorprendente, almeno per la cerchia ristretta di Miranda, è che lei voglia andare. Questo non è assolutamente da Miranda.

Lei è nel bel mezzo della scuola di specializzazione, con uno stage micidiale a Human Rights Watch all’orizzonte, e certamente non è nota per prendersi del tempo libero. Andare con Che è spontaneo e forse anche irresponsabile, ma da quando ha incontrato Che, il pragmatismo di Miranda ha messo il pilota automatico. Lei vuole stare con Che – a qualunque costo – quindi ci va.

Questo irrita Carrie, forse perché dovrà imparare a vivere senza la sua migliore amica per un po’, o perché questo significa che Miranda non potrà andare con lei a Parigi per aiutare a spargere le ceneri di Big. O forse perché non è sicura che Miranda sia consapevole della sua ipocrisia.

“Cosa farai a Los Angeles tutto il giorno? Stare seduta tra il pubblico e ridere?” Le chiede Carrie con una punta di disprezzo.
Improvvisamente siamo trasportati indietro a quella strada innevata di New York nella scena dopo il funerale di Lexi Featherston (Kristen Johnston) in “Sex and the City” Stagione 6. “Cosa farai laggiù senza il tuo lavoro?” Miranda chiese allora a Carrie, con condiscendenza. “Mangiare croissant?”

Era arrabbiata per la decisione di Carrie di seguire il russo a Parigi, giudicandola per quella che percepiva come la rinuncia di Carrie alla sua vita in favore di quella dell’altra persona. E ora, in un testa-coda a 180, i ruoli si sono invertiti.
Allora, però, non c’era nessun rabbino transgender che origliava da un bagno, pronto ad emergere e ricordare a Carrie e Miranda che la loro amicizia è insostituibile.

L’intera faccenda si è svolta nel bagno delle donne al “loro-mitzvah” di Rock, o almeno, questo è ciò che l’evento avrebbe dovuto essere. Ma all’ultimo minuto, Rock, che apparentemente aveva battuto la fiacca alla scuola ebraica per tutto il tempo, ha deciso di non andare avanti con la cerimonia.

Invocando tutti i principi del Gen Z-ismo (o forse solo tweening super hard), Rock, che usa anche pronomi loro/lei, dice ai loro genitori che non credono in nessuna delle cose religiose e non vuole essere “etichettato come qualcosa: non come una ragazza, o ragazzo, nonbinario, ebreo… e nemmeno newyorkese”.

Ma come Charlotte ci ha detto nella Stagione 3 in una conversazione decisamente poco sveglia sulla bisessualità, “sono molto affezionata alle etichette”, e non stava parlando di Gucci e Versace. Charlotte ha lavorato incredibilmente duro per ottenere le sue: moglie, madre e soprattutto ebrea. “Qualcuno andrà là fuori e farà il suo loro-mitzvah oggi”, dice, con cipiglio. Con un colpo di scena appropriato, quel qualcuno si rivela essere proprio Charlotte.

Nel frattempo, Carrie trascorre gran parte di questo episodio perseguitata da Big. Una vecchia lampada si spegne e si accende inspiegabilmente, anche dopo averla aggiustata e lei non può fare a meno di chiedersi se Big stia cercando di dirle qualcosa dall’oltretomba.

È arrabbiato con lei per il tiepido bacio che ha condiviso con Peter sulla soglia di casa sua? È solo stufo di essere stato riposto nell’armadio accanto alle sue vecchie scarpe?

Forse Big le avrebbe detto in modo più esplicito cosa pensava se le fosse apparso più chiaramente in sogno, e in origine era così – è stato tagliato dalla sequenza del sogno di Carrie dopo che sono emerse accuse di violenza sessuale contro l’attore che lo interpreta, Chris Noth.

Invece, Carrie deve affidarsi alla sua interpretazione del sogno, in cui si ritrova a Parigi, in piedi per strada mentre una frase della loro canzone, “Hello It’s Me”, risuona, in parte nella voce di Big: “È importante per me che tu sappia di essere libera”.

Questo è il permesso di cui Carrie ha bisogno per andare finalmente avanti.

Lo prende anche come un segno che Big vuole che le sue ceneri siano sparse a Parigi, dal “loro ponte”, il Pont des Arts. (Che è praticamente il ponte di ogni coppia, giusto? Ma Carrie è in lutto, quindi glielo concediamo). È quello su cui finalmente ha detto a Carrie che lei era l’amore della sua vita, alla fine della serie originale.

Così, nel modo più Carrie di Carrie, si presenta in quel posto pieno di ricordi in un abito decisamente esagerato, sembrando un sorbetto arancione ambulante, apre la sua borsetta a forma di torre Eiffel, totalmente impraticabile, che usa come urna da viaggio, e lascia andare il Mr. Big: i suoi resti e il suo fantasma.

La scena è emozionante, un po’ ridicola e in qualche modo struggente, ma in fondo è esattamente la combinazione caotica su cui questo show vive.

E proprio così, è la fine, una buona conclusione per il nostro trio. Miranda è una persona completamente cambiata e completamente felice ora che l’amore sta prendendo il sopravvento. Charlotte ha lasciato andare il bisogno di coltivare la perfezione e ha imparato a soddisfare la sua famiglia esattamente quando serve. E Carrie, non più una vedova che si strugge, è tornata nel suo elemento, parlando in modo poetico di tutte le cose che la lasciano perplessa sulle relazioni in “Sex in the City”, che si è trasformato da rubrica su carta a podcast.

Quando una delle ascoltatrici al telefono piange implorando Carrie di dirle perché la sua relazione è andata in pezzi, lei semplicemente le risponde che non lo sa. Più matura, più saggia e più saldamente nella sua zona di comfort, Carrie sembra non sentire più la pressione di dare un senso a tutto. Infatti, dice: “Più vivo, più mi ritrovo disorientata”.

E forse non è una brutta cosa ammettere di non aver capito la vita. Se qualcuno di noi lo facesse, che senso avrebbe, davvero? Niente ci sorprenderebbe più. Smetteremmo di aprire le nostre menti e i nostri cuori all’inaspettato. Potremmo non permetterci di correre rischi, scoprire nuove strade o trovare nuove gioie.

Potremmo non lasciare che i nostri istinti più bassi prendano il sopravvento e baciare il produttore sexy, dal nulla, in ascensore.

Soprattutto, potremmo smettere di credere che tutte le cose eccitanti, incasinate, divertenti e sorprendenti debbano accadere quando siamo giovani. Non è così. La tua storia non è finita solo perché lo è la tua giovinezza.

E forse questo è ciò che questo show, a suo modo imperfetto e maldestro, era qui per ricordarci.