Supernova de I pesci in scena al piccolo Bellini di Napoli. Recensione

È in scena fino al 10 aprile al Piccolo Bellini di Napoli, Supernova della compagnia I pesci.

Supernova fa parte di una trilogia dedicata alla famiglia, tema molto caro al gruppo in questione, reduce dalla vittoria del premio Leo De Berardinis 2020 con lo spettacolo Caini andato in scena in questa stagione al Ridotto del Mercadante, tale spettacolo insieme a Pisci ‘e paranza è parte della suddetta trilogia, scritta da Mario De Masi. In scena troviamo Alessandro Gioia e Fiorenzo Madonna con Luca Sangiovanni e Maria Chiara Vitti

La produzione dello spettacolo è de I pesci in collaborazione con A.Artisti Associati Gorizia – ARTEFICI Residenze Creative FVG Scuola Elementare del Teatro – Conservatorio Popolare per le Arti della Scena L’Asilo

La supernova è un’esplosione provocata da una stella che ne ingloba un’altra più piccola, dando luogo a una reazione violentissima e luminosissima, che dura per un certo tempo. La materia prodotta dall’esplosione si disperde nell’universo e dà vita a nuove stelle, mentre il nucleo collassa su se stesso e crea un buco nero: esplosione, evoluzione e collasso si potrebbero considerare come i tre momenti chiave di un’intera vita e simbolicamente potrebbero rappresentare anche la formazione di un nucleo familiare a partire dall’unione di due persone.
Perché Supernova è appunto la parabola di una famiglia, la storia di tre fratelli, cresciuti insieme ma destinati a condizioni sociali molto diverse tra loro che rappresentano un po’ tre tipi umani esemplari nei quali la maggior parte di noi può riconoscersi. C’è lo studente delle stelle destinato a diventare famoso e girare il mondo, c’è il lavoratore che eredita l’attività di famiglia dopo un tragico evento che segna il punto di rottura iniziale e c’è quello emarginato con difficoltà e limiti che lo isolano in un mondo tutto suo.
Il punto di rottura iniziale che dà avvio alla storia si collega a quello finale, altro evento destinato a segnare il destino dei tre fratelli.
Il buco nero al quale si fa riferimento potrebbe rappresentare molte cose, lo potremmo considerare come il nulla verso cui siamo destinati quando la nostra storia è conclusa, oppure il vuoto lasciato dalla perdita di una persona cara, la morte stessa che si manifesta bruscamente come trompe l’oeil dell’esistenza.
I tre protagonisti, infatti, così diversi tra loro si trovano improvvisamente adulti alla morte grottesca e improvvisa del padre. Le reazioni dei ragazzi sono molto differenti: fuga, responsabilità e stallo. La madre è proprio quella forza attraente e respingente allo stesso tempo, è il nucleo morente intorno al quale si continua a orbitare, poiché plasma il carattere dei figli e ne determina i singoli percorsi. La sua figura è molto interessante in scena perché agisce, sposta l’aria e la materia intorno a sé ma non parla mai, non si esprime nemmeno una volta anche se il suo silenzio è più eloquente di tutte le parole che si dicono i tre, fra di loro.
Movimento e stasi, eros e thanatos sono gli elementi in discussione, il senso di morte che aleggia nella storia è un elemento che si vede anche in Caini e il nucleo familiare è sempre visto dall’autore, almeno così pare, come una forma viva antropomorfa che prima plasma l’individuo e poi lo fagocita, e così procede finché non lo risputa fuori, impreparato al mondo.
Per quanto diversi, infatti, tutti e tre i personaggi appaiono impreparati a vivere la propria esistenza, inabili alla vita, incapaci perché forse ancora bambini.
La fuga e il ritorno in una realtà che non muta con l’intenzione di sfuggire al tempo sono altri due fattori da considerare insieme alla paura: paura della morte, paura della vita. Resta il vuoto e l’apatica osservazione della natura effimera dell’esistenza.
Gli attori stessi hanno ciascuno un proprio modo di recitare che li rende unici e diversi senza mai essere davvero amalgamati tra loro e questa caratteristica di essere su toni differenti e originali è ciò che rende il gruppo interessante.
La capacità degli attori in questa messa in scena è quella di tirare un filo narrativo che per ciascuno di loro potrebbe costituire una storia a parte.
Alla fine di tutto, gli spunti di riflessione sono tanti ma nessuna domanda riceve risposta, proprio come accade nella vita.

INFO:

Orari spettacoli: feriali h. 20:45, mercoledì h. 18:00, domenica h. 18:30
Prezzi: intero € 20, ridotto € 18, Under29 € 15
Durata: 55 min.