Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese: la mostra al Palazzo della Gran Guardia di Verona

Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese” è la grande mostra dedicata a Giovan Francesco Caroto, allestita nel Palazzo della Gran Guardia fino al 2 ottobre 2022.

La prima rassegna dedicata all’artista veronese che raccoglie gli esiti di numerose ricerche e si collega idealmente ad analoghe manifestazioni promosse dai Civici Musei d’Arte di Verona e dedicate ad Andrea Mantegna (2006- 2007) e a Paolo Veronese (2014), a completare una sorta di trilogia sul Rinascimento veronese.

Nella prima metà del Cinquecento, Verona fu famosa per la presenza di artisti di grande qualità. Tra tutti, Giovan Francesco Caroto (1480 circa-1555) si affermò con una ricca produzione pittorica, distinguendosi dai colleghi veronesi per la capacità di allacciare stretti e duraturi legami con le città di Mantova, Milano e Casale Monferrato. I suoi dipinti sono oggi presso i maggiori musei nazionali e internazionali, tra cui il Museo del Louvre, le Gallerie degli Uffizi e le Gallerie dell’Accademia di Venezia.

La sua opera più emblematica e popolare, il sorprendente “Ritratto di fanciullo ridente con disegno” del Museo di Castelvecchio, è nota come un’icona della pittura italiana e rappresenta l’immagine guida dell’esposizione.

Uomo intelligente, curioso e spiritoso, amante delle scienze, in rapporti di amicizia con importanti intellettuali veronesi, Caroto si cimentò con disinvoltura nella miniatura, nel disegno naturalistico, nella medaglistica. Fu anche ‘speziale’, proprietario di una bottega in Piazza delle Erbe e legato pertanto all’ambiente dei naturalisti dell’epoca.

Caroto Gran Guardia Verona
Giovan Francesco Caroto, Madonna con il Bambino e San Giovannino (Madonna cucitrice), 1501

Caroto e Verona tra arte e storia

Il profilo artistico di Caroto è tratteggiato dalla biografia di Giorgio Vasari (1568) che riferisce di una prima educazione nel campo delle lettere, di una formazione come pittore sotto gli insegnamenti di Liberale da Verona e Andrea Mantegna, e di una carriera itinerante condotta tra Mantova, al seguito di Mantegna alla corte dei Gonzaga, Milano, al servizio di Antonio Maria Visconti, e Casale Monferrato, alla corte del marchese Guglielmo IX Paleologo.

In questo percorso, secondo Vasari, l’artista dimostra una particolare eccellenza nella realizzazione di figure di dimensioni minute, studia e reinterpreta con grande talento la pittura a olio fiamminga e nordica specializzandosi nei generi del ritratto e del paesaggio, come confermano gli esiti della sua produzione pittorica in questi ambiti.

Caroto le arti tra Mantegna e Veronese
Giovan Francesco Caroto, Madonna con il Bambino (Madonna della farfalla), circa 1510-1515, collezione privata

Nel periodo maturo, al rientro dalla corte di Casale Monferrato, Caroto gestisce la spezieria con il figlio Bernardino ma non abbandona mai la pittura. Dagli anni Trenta, anzi, intensifica il lavoro per i grandi ordini monastici cittadini e sperimenta, primo tra i veronesi, la maniera di Raffaello e di Michelangelo.

Giovan Francesco Caroto si afferma, con il fratello minore Giovanni, noto soprattutto come studioso di antichità, come un punto di riferimento per un’ampia generazione di artisti veronesi, passando il testimone a coloro che, come Paolo Caliari detto il Veronese, hanno saputo far tesoro delle sue tante esperienze e dell’apertura di visione verso altri mondi che la sua vicenda esemplare insegna.

Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese a Verona

Il percorso espositivo “Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese” presenta 123 opere provenienti da alcune delle più prestigiose collezioni italiane e straniere. Comprende inoltre tre stanze multimediali, un gioco in realtà aumentata e un supporto educativo accessibile tramite App. La mostra si estende alla città tramite un itinerario nei musei, nelle chiese e nei palazzi che custodiscono le testimonianze artistiche di Caroto e del contesto culturale del suo tempo.

Caroto Verona mostra
Giovan Francesco Caroto, Natività di Maria, 1530 circa

Il Comitato scientifico della mostra è composto dai curatori Francesca Rossi, Gianni Peretti, Edoardo Rossetti e da Antonella Arzone, Margherita Bolla, Luca Fabbri, Maria Teresa Franco Fiorio, Stefano L’Occaso, Sergio Marinelli, Paolo Plebani e Alessandra Zamperini. Accompagnano il progetto espositivo una monografia e un catalogo editi da Silvana Editoriale. La produzione della mostra si avvale della collaborazione di Civita Mostre e Musei.

INFO

Orari

Da martedì a domenica dalle 10.30 alle 19.30

La biglietteria chiude un’ora prima

Chiuso il lunedì, aperto il 15 agosto

Biglietti

Intero € 12,00

Ridotto € 10,00 gruppi di minimo 15 persone, visitatori dai 15 ai 30 anni, over 65, militari, volontari servizio civile universale, iscritti all’Università dell’Educazione Permanente, titolari della Verona Card, titolari di apposite convenzioni.

Ridotto € 1,00 scuole, minori tra 8 e 14 anni se accompagnati da adulto

Gratuito per minori di 7 anni, persone con disabilità e il loro accompagnatore, tesserati ICOM, guide turistiche munite di tesserino, giornalisti con tesserino, 2 insegnanti per scolaresca, 1 accompagnatore per gruppo, soci associazione Amici dei Civici Musei di Verona, appositi soggetti autorizzati.

Diritto di prenotazione

€ 1,00 a persona

€ 0,50 scuole

Laboratori e visite guidate

Segreteria Didattica dei Musei Civici di Verona Cooperativa Le Macchine Celibi

da lunedì a venerdì ore 9 – 13 e 14 – 16, sabato ore 9 – 13

tel. 045 8036353 – 045 597140 segreteriadidattica@comune.verona.it

INFO MOSTRA

Infoline Tosc: tel. 045 8537339 da lunedì a venerdì ore 9 – 18, sabato ore 9

infocivita@tosc.it ; mostracaroto.it; museicivici.comune.verona.it