Alessandro Gassmann sulla morte della Regina Elisabetta: “la sua morte è come quella di chiunque”, la risposta di Vittorio Sgarbi: “Sei famoso solo per tuo padre”

La morte della Regina Elisabetta II è sicuramente un evento che ha fatto e fa discutere tutto il mondo, compresa l’Italia che tra un gossip e un dibattito politico sulle prossime eslezioni, accende il dibattito sulla morte della Regina, la regina dei due secoli che sembrava destinata all’eternità.

Alessandro Gassmann come molti altri ha commentato l’avvenimento con parole infelici, ha detto Vittorio Sgarbi, il quale accusa Alessandro Gassmann di essere conosciuto solo perché figlio di Vittorio. 

Come sappiamo il social sul quale Alessandro Gassmann è più attivo è twitter e da quel canale l’attore ha commentato con un tweet la morte della Regina Elisabetta II, soffermandosi su un punto molto importante: la morte della Regina, ma prima di tutto di una donna di ben 96 anni non è un evento straordinario, non è nulla di speciale, fa parte delle normali cose della vita.

Ecco il testo del tweet in questione: “È morta oggi una anziana signora che mi stava simpatica, ha fatto una vita bellissima e piena di responsabilità, vivendo in castelli e spostandosi a volte in carrozza. Mi dispiace per la sua morte, come mi dispiace per la morte di chiunque”.

Vittorio Sgarbi si è sentito in dovere di commentare il tweet e dire la sua in proposito, affermando che la dichiarazione di Gassmann è irrispettosa. Queste sono state per la precisione le sue parole: “Per rispettare Elisabetta non bisogna essere monarchici. Parla un ‘giovane’ fenomeno, famoso solo per essere il figlio di un uomo che è stato un grande attore oltre che un amabile ‘anziano signore”.

La polemica si è innescata inevitabilmente e il tweet di risposta di Sgarbi ha inevitabilmente innescato una serie di commenti insultanti e provocatori da parte degli haters di Alessandro Gassmann.

Questi si è sempre occupato di politica e ha sempre avuto una voce, delle opinioni e una certa intelligenza per parlare, eppure il critico Vittorio Sgarbi con le sue parole non gli riconosce alcun merito, anzi lo invita a informarsi.

Così prosegue il tweet di Vittorio Sgarbi: “Per rispettare Elisabetta d’Inghilterra non occorre essere monarchici. Gassmann ignora che la Corea del Nord, come Cuba, è una Repubblica. In Inghilterra c’è la democrazia; in Corea e a Cuba la dittatura!”

Morte di Elisabetta II: opinioni a confronto

Quando muore un volto della storia del Novecento ma praticamente di due secoli come la Regina Elisabetta II che ha fatto ben 70 anni di regno è inevitabile che si aprano delle discussioni e che la cosa in sé susciti scalpore. Stiamo parlando di un personaggio chiave della storia, nel bene e nel male. Ma riflettendo con attenzione sulla persona, chi è stata la Regina Elisabetta?

Sicuramente la Sovrana inglese è stata tra i personaggi più influenti della storia ma anche una dei più controversi, esponente nobile di una Nazione sostanzialmente colonialista, di certo non una donna dalle umili origini. Ecco dunque che diverse correnti di pensiero si scontrano tra di loro e vengono fuori i commenti più disparati.

C’è chi piange la sovrana perché sinceramente dispiaciuto ma di fatto non conosce le pagine della storia che ella ha percorso e poi c’è chi la vede per quella che è, una donna di una certa età, un essere umano insomma al quale è toccato di morire proprio come tutti gli altri.

E poi ci sono le voci fuori dal coro, come quella di Ascanio Celestini che ha forse suscitato ancora più polemica con un puntuale commento sulla morte della Sovrana che attinge direttamente da Pier Paolo Pasolini:

“È morto un ricco.
Qui giace uno pieno di soldi.
È morto il più ricco del camposanto.
Pensa un pò che fregatura per lui!
Beato il poveraccio che pochi hanno saputo che è morto.
Scrivono: è morto uno, avanti un altro!
E invece no.
Per un ricco morì è come pagà il conto alla vita.
Paga, sì, ma la vita gli ha dato qualche cosa.
Invece il poveraccio paga e dalla vita non ha avuto niente.
Che fa il poveraccio?
Passa dalla morte a un’altra morte”

Questi versi vengono direttamente dal film Uccellacci e uccellini con protagonisti Totò e Ninetto Davoli. Insomma con questo post Celestini ha espresso una precisa opinione sulla figura in questione e sulla sua morte.